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Crisi aziende chimiche, i rischi di cassa integrazione, chiusure e licenziamenti nel settore. E le iniziative per evitarli

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Cassa integrazione, licenziamenti e chiu

Gli ultimi anni hanno visto un incremento dei costi energetici e delle materie prime che ha colpito duramente il settore chimico.

Tra i problemi del settore chimico ci sono il rincaro delle materie prime, la riduzione della domanda globale, le tensioni geopolitiche e l’impatto delle normative ambientali. Questa situazione ha portato numerose aziende a ridimensionare la propria attività, con effetti sull’occupazione: il ricorso alla cassa integrazione, la chiusura di stabilimenti e i licenziamenti sono ormai all’ordine del giorno. Ora sono in corso diverse iniziative sindacali e istituzionali per cercare di arginare la crisi e tutelare il futuro dei lavoratori. Facciamo il punto:

  • Cassa integrazione, licenziamenti e chiusure nel settore chimico
  • Le iniziative per salvaguardare l’occupazione

Cassa integrazione, licenziamenti e chiusure nel settore chimico

Gli ultimi anni hanno visto un incremento dei costi energetici e delle materie prime che ha colpito duramente il settore chimico.

Il rallentamento della domanda globale, dovuto anche a un calo degli investimenti industriali, ha aggravato la situazione. Molte aziende stanno registrando una diminuzione degli ordini e un aumento degli stock invenduti, portando a fermi produttivi e alla necessità di ridurre il personale. Le previsioni per il 2025 non sono incoraggianti: secondo gli ultimi dati di Federchimica, si stima un calo del 5% nella produzione rispetto all'anno precedente, con effetti a cascata sull’occupazione e sugli investimenti futuri.

Un altro fattore critico riguarda l'inasprimento delle normative ambientali europee, che impongono restrizioni sull’uso di sostanze chimiche considerate pericolose e incentivano la transizione verso processi produttivi più sostenibili.

L’impatto della crisi è evidente nei numeri: secondo Inps, il ricorso alla cassa integrazione straordinaria nel settore chimico è aumentato del 130% rispetto al 2023. Stabilimenti storici stanno riducendo drasticamente il personale o, in alcuni casi, chiudendo definitivamente.

Un caso emblematico è quello della Vencorex, multinazionale francese specializzata nella produzione di isocianati, che è stata posta in amministrazione controllata a causa delle difficoltà finanziarie. Questa situazione ha messo a rischio centinaia di posti di lavoro in Francia e ha generato preoccupazione per gli impianti italiani collegati alla supply chain dell’azienda. Simili difficoltà sono state riscontrate anche in altre realtà europee, evidenziando un problema strutturale che va oltre i confini nazionali.

In Italia, diverse aziende del settore chimico hanno annunciato piani di esubero che potrebbero coinvolgere migliaia di lavoratori. Tra le realtà più colpite ci sono imprese operanti nel segmento della chimica di base, dove la concorrenza internazionale e il calo della domanda hanno reso insostenibile il mantenimento di alcuni stabilimenti. Anche il comparto farmaceutico sta vivendo un periodo difficile, con alcune aziende che stanno valutando la delocalizzazione della produzione in paesi con costi di manodopera più bassi.

Le iniziative per salvaguardare l’occupazione

Di fronte a questa crisi, il governo e i sindacati stanno cercando di mettere in campo misure per attenuare l’impatto sociale ed economico della crisi del settore chimico. Una delle strategie riguarda il prolungamento della cassa integrazione straordinaria, per evitare licenziamenti immediati e concedere alle aziende il tempo necessario per ristrutturarsi e adattarsi alle nuove condizioni di mercato.

A livello sindacale, organizzazioni come Cgil, Cisl e Uil stanno negoziando con le imprese per l’adozione di contratti di solidarietà, che prevedono una riduzione dell’orario di lavoro per tutti i dipendenti.

Un’altra iniziativa in fase di studio riguarda fondi di sostegno per la riqualificazione professionale dei lavoratori a rischio disoccupazione. L’obiettivo è fornire competenze aggiornate e spendibili in altri settori industriali, in particolare quelli legati alla chimica verde e alla sostenibilità ambientale, che nei prossimi anni potrebbero rappresentare un’opportunità di crescita per l’industria.

Infine, il governo sta valutando l’introduzione di incentivi fiscali per le aziende chimiche che investono in ricerca e sviluppo, al fine di stimolare l’innovazione e migliorare la competitività del settore.

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