Il turismo italiano affronta una fase di profonda trasformazione: dati in calo, difficoltŕ regionali e nuove esigenze dei viaggiatori ridisegnano il settore. Tra sfide economiche, digitalizzazione e scenari futuri, ecco cosa sta cambiando.
L’anno 2025 si sta rivelando complesso per il settore turistico nazionale, attraversato da variazioni inattese nei flussi di viaggio e da una marcata contrazione delle prenotazioni. In particolare, i territori dell’Emilia-Romagna, della Puglia e del Sud Italia segnano un calo significativo delle presenze, riflettendo cambiamenti strutturali che coinvolgono sia il turismo domestico sia quello internazionale. Le attese per grandi eventi e la tradizionale attrattività culturale e naturalistica italiano si scontrano con segnali concreti di diminuzione di domanda e saturazione delle capacità ricettive.
Alla base emergono sia criticità congiunturali (inflazione e incertezza geopolitica) sia trasformazioni più profonde nei modelli di consumo e scelta del viaggio.
Nel 2025, il comparto turistico continua a essere un pilastro economico dell’Italia, coprendo circa l’11% del PIL e sostenendo la forza lavoro con oltre 3 milioni di occupati. Tuttavia, secondo i dati ISTAT, i primi mesi dell’anno hanno registrato una lieve flessione degli arrivi nelle strutture ricettive (-1,1% rispetto al 2024), mentre il dato sulle presenze si mantiene quasi stabile. Il saldo della bilancia dei pagamenti con l’estero resta positivo, grazie alla spesa dei viaggiatori stranieri (oltre 8,65 miliardi di euro nel primo trimestre).
L’analisi regionale mostra forti squilibri: alcune province del Nord e delle Isole (es. Bolzano, Sardegna, Campania) raggiungono tassi di saturazione superiori al 48-49%, mentre Molise e Calabria restano sotto il 44%. Le tariffe medie riflettono questa disparità: in alcune destinazioni premium toccano i 280 euro a notte, nel Mezzogiorno difficilmente superano i 100-120 euro. Tali differenze impattano sulla distribuzione territoriale dei benefici economici e pongono il tema della riqualificazione delle aree secondarie. Il quadro che è emerso è il seguente:
Destinazione |
Tasso saturazione |
Tariffa media notte (€) |
Bolzano |
49,7% |
280,28 |
Campania |
49,6% |
--- |
Sardegna |
49% |
--- |
Lazio |
48,8% |
--- |
Calabria |
<44% |
95,25 |
Nonostante queste criticità, la componente straniera mantiene la sua centralità, mentre la domanda interna manifesta segni di fatica, con effetti su molteplici comparti dell’indotto turistico e sull’equilibrio economico locale delle regioni meno centrali.
I principali fattori che hanno contribuito al consolidamento della crisi del turismo 2025 sono riconducibili a tre macroaree:
Dinamica |
Impatto sulla domanda |
Inflazione |
Riduzione durata e frequenza dei soggiorni |
Crisi internazionali |
Spostamento verso mete ritenute sicure e meno costose |
Cambiamento nelle aspettative |
Richiesta di servizi innovativi e esperienze autentiche |
Le imprese turistiche, e in particolare le PMI, sono chiamate ad affrontare questa fase attraverso investimenti in innovazione tecnologica e una maggiore attenzione verso la sostenibilità e la personalizzazione dei servizi.
Il Giubileo 2025 avrebbe dovuto rappresentare uno snodo positivo per il comparto romano, con attese di circa 35 milioni di visitatori e ricadute economiche per 17 miliardi di euro. Tuttavia, la realtà raccolta dalle analisi di enti come Federalberghi e Osservatorio Turismo restituisce un quadro diverso:
La diminuzione delle prenotazioni turistiche per l’estate 2025 colpisce in misura particolarmente evidente alcune regioni storicamente forti nella ricettività balneare e culturale. L’Emilia-Romagna, la Puglia e il Sud Italia registrano contrazioni anche a causa della crescente competitività di destinazioni straniere ed extraeuropee (Egitto, Grecia, Spagna). Secondo le rilevazioni delle agenzie di viaggio e delle OTA, la Puglia mantiene una posizione dominante nelle preferenze, mentre Sardegna, Calabria e Sicilia seguono in graduatoria, pur evidenziando segnali di stanchezza nella domanda interna.
I dati di booking anticipato testimoniano un afflusso più prudente rispetto agli scorsi anni. Per il balneare italiano, oltre il 70% delle pratiche risulta prenotato con largo anticipo, spesso prorogando la permanenza media per ottimizzare il budget. Le differenze nei prezzi medi a notte restano marcate tra Nord e Sud. I dati restituiscono la seguente fotografia:
Area |
Calo prenotazioni |
Segmento più colpito |
Emilia-Romagna |
-7% stime OTA |
Turismo balneare |
Puglia |
-5% vs 2024 |
Famiglie e gruppi |
Sud Italia |
-6% stimato |
Incoming domestico |
Si evidenzia inoltre una disomogeneità nelle performance delle prenotazioni tra le destinazioni centrali e le cosiddette "seconde scelte", richiamando l’esigenza di una promozione diversificata e politiche di destagionalizzazione più incisive a sostegno delle economie locali meno presenti sui circuiti mainstream.
L’analisi delle tendenze 2025 mette in luce la dipendenza crescente del comparto turistico italiano dalle presenze straniere, a fronte di una contrazione della domanda interna che rischia di impoverire le microeconomie di molte aree. Nel primo trimestre, la spesa dei viaggiatori stranieri è cresciuta di oltre il 6%, mentre il settore domestico ha visto una diminuzione degli arrivi e delle presenze anche nei periodi tradizionalmente forti come la Pasqua.
I turisti internazionali si concentrano soprattutto su città d’arte, mete collegate dai principali aeroporti internazionali e destinazioni di lusso. Le destinazioni meno centrali soffrono la mancanza di domanda nazionale e la difficoltà a promuoversi su mercati esteri
La permanenza media dei turisti è però in crescita, con un conseguente aumento della spesa per soggiorno che aiuta a sostenere parte dell’indotto. Tuttavia, il rischio è quello di un modello polarizzato, più attento alle esigenze dei visitatori internazionali e meno capace di rispondere ai bisogni dei viaggiatori italiani.
Le trasformazioni emergenti nel settore turistico puntano su innovazione digitale, diversificazione dei prodotti e pratiche sostenibili. Il booking online rappresenta ormai circa il 70% delle prenotazioni totali, mentre cresce la richiesta di esperienze iper-personalizzate attraverso l’impiego di intelligenza artificiale, realtà aumentata e strumenti di pianificazione avanzati.
Il turismo enogastronomico ed esperienziale conosce una crescita costante, spingendo i viaggiatori verso territori meno noti ma dotati di autenticità e offerta culturale locale. Le imprese ricettive investono in soluzioni integrate (hardware/software) che ottimizzano il check-in, la comunicazione e la fidelizzazione degli ospiti, aumentando efficienza e redditività. Pratiche sostenibili come la mobilità elettrica, la valorizzazione del patrimonio locale e la gestione dei flussi turistici rappresentano leve strategiche per rispondere alle nuove aspettative
In questo scenario, le aziende che sapranno integrare innovazione e rispetto per l’identità territoriale potranno intercettare una domanda sempre più attenta e selettiva, conciliando crescita con equilibrio sociale ed economico.