Il settore degli affitti brevi in Italia nel 2025 č caratterizzato da nuovi dati e tendenze. Mercati urbani, regolamentazioni, rendimenti, impatti turistici e prospettive future per un quadro completo del fenomeno.
L’andamento affitti brevi nel contesto italiano per il 2025 è il risultato di una convergenza di fattori normativi, economici e turistici. Dopo una fase di costante crescita trainata da una domanda domestica e internazionale in espansione, il settore delle locazioni a breve termine assiste ad una temporanea battuta d’arresto. Questa dinamica coinvolge sia le principali aree metropolitane sia le località ad alta vocazione turistica.
Secondo le recenti analisi degli operatori di categoria, le nuove disposizioni di legge, la pressione fiscale, il rallentamento dei flussi turistici e l’aumento dei canoni sono tra gli elementi che maggiormente plasmano i trend del mercato. Le statistiche indicano un calo degli annunci disponibili, un assestamento dei canoni e una crescente selezione tra chi resta attivo nel comparto e chi opta per alternative come l’affitto tradizionale o transitorio. L’osservazione privilegiata dei dati permette di comprendere come l’evoluzione degli affitti a breve durata dipenda fortemente dall’equilibrio tra offerta, domanda e adempimenti burocratici.
Le città italiane a maggiore densità turistica e residenziale mostrano differenze significative nell’offerta di case per affitti brevi per brevi soggiorni. Un quadro complesso in cui la saturazione dell’offerta, la diminuzione degli arrivi turistici e le restrizioni regolamentari generano un’azione diretta sulla presenza di annunci e sulle strategie degli operatori.
Da un lato emerge una progressiva concentrazione del mercato, che penalizza il modello “fai da te” e agevola le agenzie specializzate capaci di garantire standard elevati di accoglienza. Dall’altro lato, l’aumento dei costi di gestione e la maggior professionalizzazione della domanda pongono nuove sfide a chi intende operare nel 2025.
Andando allora alla ricerca dell'andamento nelle grandi città, scopriamo che:
Città |
Variazione Annunci 2025 |
Tasso Occupazione |
Milano |
-8% |
4,1% rendimento netto medio |
Roma |
+32% (offerta) |
Calano richiesta e rendimento |
Firenze |
-20% |
69% |
Venezia |
-12% |
-2% |
Le recenti modifiche legislative introdotte con il Codice Identificativo Nazionale (CIN) e i codici regionali (CIR) ridefiniscono l’accesso al mercato degli affitti a breve durata. Dal 2 gennaio 2025 ogni alloggio deve obbligatoriamente possedere un CIN, pena la rimozione dell’annuncio dai principali portali online. Questa previsione legislativa, collegata alle nuove direttive del decreto Anticipi e alle norme regionali, mira a contrastare evasione e abusi, ma produce impatti tangibili su domanda e offerta.
Qual sono allora gli obblighi di sicurezza e nuove regole per proprietari e gestori? Eccoli:
Diventa interessante l'analisi della redditività e della tassazione per i diversi segmenti:
Tipologia |
Rendimento Netto Medio |
Tassazione |
Affitti brevi |
4,1% (Milano), 4-4,3% (altre città principali) |
21% per il primo immobile; dal secondo 26% |
Transitori (oltre 30 gg, max 18 mesi) |
4,3% |
21% |
Tradizionali 4+4 |
4,3% |
21% |
Studenti |
3,9% |
10% se contratto agevolato |
Se a Milano l’affitto ordinario 4+4 offre rendimenti lievemente superiori a quelli a breve durata, la differenza si azzera considerando le spese per l’adeguamento normativo richiesto dalle locazioni brevi. Nei mercati dove i livelli di rischio credito sono più marcati, si verifica un aumento delle richieste di contratti a canone concordato o di durata ridotta. Per molte proprietà, la scelta tra varie soluzioni si gioca su un equilibrio tra impatto fiscale, rischio e ritorno economico netto.
L’equilibrio tra domanda e offerta è fortemente influenzato dai movimenti turistici internazionali e dagli scenari macroeconomici. Il 2024 è stato caratterizzato da una flessione degli arrivi dalla Germania, uno dei mercati di riferimento per l’Italia, a causa di una congiuntura sfavorevole. Analogamente, le turbolenze geopolitiche e la riduzione della domanda dagli Stati Uniti hanno determinato per la stagione invernale 2024-2025 una lieve contrazione (-3%) nei contratti turistici brevi su base nazionale. In buona sostanza: