Cosa cambia per i dipendenti della Pubblica Amministrazione con il nuovo Decreto in via di definizione: le modifiche in vista e i chiarimenti
Cosa prevede il testo della nuova riforma della Pubblica Amministrazione? E’ stata presentata la bozza del decreto sulla Pubblica Amministrazione, che dovrebbe essere confermata dal Consiglio dei ministri questo mese di febbraio.
Diverse le novità in vista, a partire da nuove modalità di selezione e svolgimento dei concorsi pubblici e reclutamento del personale. Vediamo cosa si appresta a cambiare nel dettaglio.
La centralizzazione delle procedure riguarderà tutti i profili comuni alle amministrazioni, compresi i ruoli apicali, come i dirigenti di prima fascia in un ministero o in un ente non economico, insieme ai dirigenti di seconda fascia e le elevate professionalità, cioè le figure specialistiche.
Per l’assunzione di un direttore, un dirigente, un funzionario, ogni singola amministrazione dovrà, dunque, chiedere al Dipartimento della Funzione pubblica di bandire un concorso tramite la Commissione Ripam.
Saranno pubblicati avvisi per reclutare specialisti in psicologia del lavoro e risorse umane proprio per organizzare questi concorsi unici e il 10% delle risorse per le assunzioni derivanti dalle cessazioni di personale, dovrà essere impiegato per la selezione di personale Ecd, vale a dire esperto in comunicazione digitale.
Cambia anche il reclutamento dei dipendenti pubblici direttamente dagli Its, le Academy, gli istituti tecnici superiori. A chi si diploma in queste scuole, potrà essere offerto un contratto da funzionario per tre anni in deroga al titolo di studio. Per accedere a questo ruolo nella Pubblica amministrazione, infatti, serve una laurea.
Chi sarà assunto, avrà tre anni per poterla conseguire attraverso il programma di formazione Pa 110 e lode e, se conseguirà il titolo, potrà ottenere il posto a tempo indeterminato.
La bozza del provvedimento prevede che alla scadenza di un contratto a tempo determinato di 36 mesi, e in presenza di una valutazione positiva del servizio prestato, il rapporto di lavoro si trasformi automaticamente a tempo indeterminato.
Questa novità mira a valorizzare l'esperienza accumulata dai lavoratori precari nella P.A.
Le amministrazioni dovranno, inoltre, destinare alle procedure di mobilità almeno il 5% dei posti messi a bando nel 2025 (si sale al 15% nel 2027), dando la precedenza ai dipendenti provenienti da altre amministrazioni, in posizione di comando o di fuori ruolo, appartenenti alla stessa area funzionale, che presentano domanda di trasferimento. Per le posizioni non coperte, saranno banditi nuovi concorsi.
Un’altra novità riguarda l'armonizzazione dello stipendio accessorio tra i ministeri, le agenzie fiscali e gli enti non economici.
Considerando le diseguaglianze attuali, il processo dovrebbe durare, in realtà, qualche anno.
Il salario accessorio (che altro non è che il riconoscimento di premi nel pubblico impiego) è oggi, infatti, molto diverso.
Secondo i dati pubblicati nel Conto annuale del Tesoro, al Ministero della giustizia vale 646 euro l’anno, alle Infrastrutture si sale a 695 euro, per arrivare a quasi 17 mila euro all’Inps e a 5mila euro all’Agenzia delle Entrate, mentre al Ministero dell’Interno ci si ferma a poco più di mille euro.