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Detassazione tredicesima o bonus di 100-200 a Dicembre sono ancora possibili in manovra Finanziaria 2026

di Marcello Tansini pubblicato il
tredicesima manovra finanziaria 2026

La detassazione della tredicesima o un bonus a dicembre nella Manovra 2026 non sono ancora del tutto tramontanti

Nel testo della Manovra finanziaria 2026, approvato nell’ultimo Consiglio dei Ministri, non sono attualmente presenti misure relative alla detassazione della tredicesima per lavoratori dipendenti e pensionati, né un bonus una tantum destinato a dicembre 2025. Sebbene queste ipotesi fossero oggetto di confronto politico e di dichiarazioni nelle settimane precedenti, la loro assenza conferma un orientamento che privilegia la prudenza in materia di spesa pubblica e fiscalità.

Le ipotesi escluse: come potevano essere la detassazione della tredicesima e il bonus dicembre secondo le anticipazioni

Durante l’iter preparatorio della Legge di Bilancio erano circolate varie opzioni per alleggerire la pressione fiscale sulla tredicesima mensilità e rafforzare il potere d’acquisto delle famiglie nel periodo festivo. Le proposte discusse comprendevano:

  • Esenzione totale dall’IRPEF sulla tredicesima: avrebbe permesso ai beneficiari di ricevere l’intera mensilità aggiuntiva al netto dei soli contributi previdenziali. Ipotizzando varie fasce di reddito, per un lavoratore con una RAL di 20.000 euro il guadagno stimato sarebbe stato di circa 321 euro; per redditi di 35.000 euro, il vantaggio sarebbe arrivato a oltre 850 euro.
  • Imposta sostitutiva agevolata del 10%: sul modello già previsto per i premi di produttività, questa opzione avrebbe determinato una tassazione unica e ridotta sulla gratifica natalizia. In questo scenario, il beneficio netto sarebbe oscillato ad esempio tra circa 180 euro per chi percepisce una RAL di 20.000 euro e quasi 900 euro per posizioni di reddito più elevato.
  • Bonus una tantum di dicembre: tra le misure ventilate e già adottate in passato, si era ipotizzato il ritorno di un incentivo per i lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi, pari a circa 100 euro e destinato a sostenere la spesa durante il mese di dicembre.
L’introduzione di queste soluzioni avrebbe avuto un impatto significativo sui bilanci familiari, soprattutto per le fasce a basso e medio reddito, e avrebbe posto l’accento su una maggiore equità fiscale nelle componenti variabili dello stipendio.

Le motivazioni della mancata introduzione della detassazione e dei bonus nella Manovra 2026

La mancata inclusione di detassazione sulla tredicesima e di bonus di fine anno nella Manovra trova spiegazione principalmente nella mancanza di coperture finanziarie adeguate. Le simulazioni effettuate dalle istituzioni e dalle principali associazioni di categoria hanno evidenziato che:

  • L’azzeramento dell’IRPEF sulla tredicesima mensilità comporterebbe per lo Stato un minore gettito stimato in circa 15 miliardi di euro, una cifra difficile da sostenere in un quadro di limitata riallocazione delle risorse.
  • L’applicazione di una tassa sostitutiva ridotta (10%) determinerebbe comunque un impegno di spesa per le finanze pubbliche tra i 2,5 e i 3 miliardi di euro annui.
Inoltre, il Governo ha destinato le risorse disponibili a priorità ritenute più urgenti quali sanità, sostegno alle famiglie e prosecuzione del taglio del cuneo fiscale: scelte che riflettono la necessità di mantenere un equilibrio sostenibile fra i vincoli di bilancio e le richieste sociali.

Possibili scenari: cosa può cambiare durante il confronto parlamentare e ipotesi di emendamenti su detassazione o bonus una tantum

Non è escluso che la discussione parlamentare possa riaprire il tema delle agevolazioni sulla tredicesima o del bonus di fine anno. La presentazione di emendamenti specifici potrebbe portare all’introduzione di incentivi soprattutto per alcune categorie di beneficiari:

  • Possibilità di un bonus una tantum limitato a lavoratori dipendenti e pensionati con redditi più contenuti, come avvenuto in passato con misure analoghe. Questo tipo di intervento avrebbe un impatto meno oneroso rispetto a una detassazione generalizzata. Potrebbe esserci un bonus di 100-200 euro o anche leggermente superiore una tantum
  • Ulteriori correzioni fiscali per la tredicesima allo studio, con scaglioni differenziati per reddito, potrebbero essere valutate per incrementare la progressività del sistema senza compromettere eccessivamente il gettito fiscale. Ma questa ipotesi è già molto più complesso come risulta irrealistica la detassazione totale anche solo per il 2025 o il 2026
Gli esiti delle trattative dipenderanno sia dalla pressione di gruppi sociali e sindacali, sia dalle disponibilità residue del bilancio pubblico. Come già accaduto negli scorsi anni, l’approvazione di emendamenti dell’ultimo minuto non può essere esclusa, specie alla luce delle esigenze di tutela del potere d’acquisto nelle fasi di maggior consumo come quelle natalizie.