Dal 2026 la rimodulazione delle accise porterà cambiamenti per i prezzi della benzina: dai calcoli pratici agli effetti su benzina e diesel, fino alle criticità sollevate e ai possibili risparmi.
A partire dal 1° gennaio 2026 in Italia cambierà il modo in cui vengono tassati benzina e gasolio, per via di una riforma che interviene sulle accise dei carburanti. L'intento di questa revisione fiscale è quello di correggere una storica differenza di trattamento tra i due carburanti, anticipando quanto inizialmente previsto per il 2030. In un contesto segnato da elevata pressione fiscale sui carburanti, questa novità interessa milioni di automobilisti italiani.
Oggi benzina e gasolio presentano una differente incidenza della componente fiscale che, a fronte della nuova legge di Bilancio 2026, sarà sostanzialmente allineata. Questo allineamento determinerà effetti immediati sul costo del rifornimento, specialmente per chi guida auto alimentate a benzina, con una diminuzione dei prezzi. Ogni cambiamento delle accise comporta inevitabilmente ricadute economiche sia per le famiglie sia per il bilancio statale.
Dal prossimo 1° gennaio le aliquote delle accise su benzina e diesel verranno uniformate a seguito della nuova Manovra, che anticipa il percorso di armonizzazione originariamente previsto dal decreto legislativo di marzo. In termini pratici, sia la benzina sia il gasolio saranno gravati dalla stessa accisa pari a 67,29 centesimi di euro per litro (672,90 euro per mille litri). Questo significa che sulla benzina verranno rimossi 4,05 centesimi per litro rispetto all'attuale tassazione, mentre il gasolio subirà un incremento di pari importo, eliminando così il vantaggio fiscale che caratterizzava il diesel:
Attualmente: la benzina sconta un'accisa di 71,34 centesimi; il gasolio di 63,24 centesimi. Dal 2026: entrambi i carburanti si attesteranno a 67,29 centesimi/litro.
L'aumento per il diesel risponde anche a orientamenti europei che considerano ambientalmente dannosi i sussidi al gasolio, aggiungendo così una motivazione ecologica alla scelta politica italiana. L'intervento del governo si inserisce inoltre in una strategia di revisione dei sussidi fiscali e di aumento del gettito, destinando le maggiori entrate al finanziamento del trasporto pubblico e della riforma fiscale, pur con dubbi sulla reale redistribuzione dei benefici.
L'effetto più tangibile della riduzione delle accise sulla benzina sarà riscontrabile durante il rifornimento. Analizzando dati reali, è possibile stimare il risparmio per chi guida un'auto alimentata a verde. Se attualmente su un litro di benzina gravano 71,34 centesimi di accisa, dal 2026 la quota scenderà a 67,29 centesimi. Considerando anche l'IVA del 22%, il calo alla pompa si attesterà intorno a 4,94 centesimi per litro:
|
Quantità di benzina |
Risparmio stimato (€) |
|
10 litri |
0,40 |
|
20 litri |
0,80 |
|
30 litri |
1,20 |
|
50 litri |
2,00 - 2,47 |
|
60 litri |
2,40 - 2,96 |
Dunque, chi effettua rifornimenti regolari potrà accumulare un risparmio annuale significativo, soprattutto nelle famiglie dove l'auto rappresenta il mezzo principale di trasporto. Considerando che in Italia circolano circa 17 milioni di veicoli a benzina, l'impatto complessivo sulle tasche dei cittadini non è trascurabile.
L'allineamento delle accise porterà a un temporaneo riequilibrio tra i prezzi di benzina e gasolio, ponendo fine a una tendenza storica che vedeva il diesel meno tassato. I dati rilevati dall'Osservatorio prezzi del Mimit riportano nel 2025 una media di 1,692 €/litro per la benzina e 1,621 €/litro per il gasolio. Con la nuova tassazione, le proiezioni stimano:
|
Carburante |
Prezzo attuale medio (€/l) |
Prezzo stimato 2026 (€/l) |
|
Benzina |
1,683 - 1,692 |
1,634 |
|
Gasolio |
1,608 - 1,621 |
1,658 |
Il gasolio rischia, quindi, di divenire più costoso della benzina: secondo le stime, il differenziale sarà di circa 2,4 centesimi a favore della benzina. L'effetto totale sulle abitudini di consumo e sui costi per le famiglie sarà influenzato anche da altri fattori: prezzo del petrolio, margini di distribuzione e pressione competitiva tra operatori:
Le associazioni dei consumatori hanno accolto la modifica delle accise con posizioni contrastanti. Organismi come Codacons e Assoutenti hanno segnalato una serie di criticità: