Il Fisco sarà vincolato a limitare l'aumento del reddito imponibile per il calcolo delle imposte dovute a non oltre il 10% rispetto alla base di riferimento stabilita.
Se c'è una informazione su cui sta concentrando l'attenzione è quanto si potrà sforare il fatturato previsto nel concordato preventivo biennale con l'Agenzia delle entrate. Il concetto di fondo è molto semplice: con la sottoscrizione del concordato, contribuente e fisco concordano il range di fatturato e la conseguente applicazione delle tasse, che sono proporzionali all'importo. Tuttavia non è così semplice riuscire a predisporre un fatturato preventivo che sia accurato. Ecco allora che l'Agenzia delle entrate ammette una percentuale di sforamento, come approfondiamo in questo articolo.
L'Agenzia delle entrate ha l'onere di agevolare l'accesso al concordato preventivo biennale per i soggetti titolari di partita Iva, e a tale scopo, è fondamentale la determinazione del reddito proposto ai contribuenti per il calcolo delle imposte dovute. Sulla base di queste ultime novità, approfondiamo i seguenti aspetti:
Nella fase preparatoria per l'avvio del concordato preventivo biennale, la definizione dei criteri per il calcolo del reddito imponibile dei titolari di partita Iva ammessi allo strumento è un aspetto decisivo.
Il decreto legislativo approvato in Consiglio dei ministri prevede due passaggi operativi: la predisposizione di un decreto del Ministero dell'Economia per stabilire la metodologia per ciascuna attività economica, basata sulla capacità contributiva del contribuente e sull'utilizzo delle informazioni già disponibili all'amministrazione finanziaria. Quindi la definizione, attraverso un provvedimento dell'Agenzia delle entrate, dei dati aggiuntivi che devono essere forniti dai contribuenti.
Durante i lavori delle Commissioni parlamentari competenti di Camera e Senato, è stata avanzata la proposta di limitare al 10% al massimo l'eventuale aumento del reddito e della produzione netta rispetto all'anno di riferimento prescelto come base per la metodologia di calcolo del reddito imponibile.
Un limite uniforme nell'elaborazione della proposta di concordato preventivo biennale, specialmente per quanto riguarda il calcolo del reddito imponibile e delle relative imposte per gli anni 2024 e 2025, potrebbe favorire coloro che hanno nascosto redditi al fisco, compromettendo gli sforzi di contrasto all'evasione fiscale previsti dal nuovo strumento di compliance.
Il limite del 10% viene ora riproposto come una delle possibili novità che potrebbero essere introdotte nella fase di attuazione del concordato preventivo biennale.
Il fisco sarà allora vincolato a limitare l'aumento del reddito imponibile per il calcolo delle imposte dovute a non oltre il 10% rispetto alla base di riferimento stabilita.
Questi vincoli potrebbero essere superati in situazioni in cui è ragionevole presumere un aumento del reddito superiore al 10%, come nel caso di nuove assunzioni o altre circostanze che portano a un incremento significativo delle entrate.
Questo solleva nuovamente il dibattito sul rischio che il concordato preventivo biennale possa trasformarsi da uno strumento di contrasto all'evasione fiscale a una misura che agevola i contribuenti che, in passato, hanno occultato redditi al fisco.