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Direttiva case green approvata, come cambiano regole su caldaie e ristrutturazioni

di Marianna Quatraro pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
Direttiva casa green

Quali sono le novità previste per la ristrutturazioni, la qualificazione energetica e le caldaie con l'approvazione ufficiale della direttiva casa green

La Direttiva EPBD (Energy Performance of Building Directive), comunemente nota come Direttiva Case Green, rappresenta un importante passo avanti nella strategia europea per la transizione ecologica nel settore edilizio. Questo provvedimento è parte integrante del pacchetto di riforme Fit for 55, che mira a ridurre le emissioni di gas serra nell'Unione Europea.

L'obiettivo principale della Direttiva è quello di rendere l'industria edile più sostenibile ed efficiente dal punto di vista energetico, considerando che gli edifici nell'Unione Europea sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra legate all'energia.

Il Piano Nazionale di Ristrutturazione, la chiave dell'implementazione

Uno degli aspetti più significativi della Direttiva casa green  approvata è l'alleggerimento del testo originale dell'UE riguardo all'obbligo di ristrutturazione ecologica degli immobili. Se inizialmente la proposta prevedeva requisiti minimi da raggiungere per ogni singolo edificio, con il nuovo accordo sono stati stabiliti obiettivi nazionali, lasciando ai singoli Paesi membri la possibilità di definire autonomamente un piano nazionale di ristrutturazione.

Questo approccio più flessibile consente agli Stati di adattare le misure alle proprie specificità, tenendo conto del patrimonio immobiliare esistente, delle condizioni economiche e delle peculiarità climatiche locali. Ogni Stato membro dovrà quindi elaborare un proprio piano nazionale dettagliato per implementare le misure necessarie al raggiungimento degli obiettivi comuni.

Tempistiche e obiettivi del piano di ristrutturazione

Il piano nazionale di ristrutturazione dovrà essere presentato da ciascuno Stato membro entro il 31 dicembre 2025 e prevedere:

  • Una rassegna dettagliata del parco immobiliare nazionale
  • Una tabella di marcia con obiettivi specifici e indicatori di progresso
  • Una valutazione delle politiche e delle misure di supporto
  • Un'analisi del fabbisogno di investimenti necessari
  • Le fonti di finanziamento previste
  • Soglie specifiche per le emissioni di gas serra e il consumo energetico degli edifici
  • Una traiettoria nazionale per la ristrutturazione del parco immobiliare residenziale
  • Una stima affidabile del risparmio energetico atteso
Questi piani saranno poi sottoposti alla valutazione della Commissione Europea, che verificherà se sono sufficientemente ambiziosi e se le politiche e le risorse previste sono adeguate agli obiettivi.

Nuove scadenze per gli obblighi di efficientamento energetico

La Direttiva Case Green ha stabilito nuove scadenze e target per l'efficientamento energetico degli edifici europei, suddivisi tra edifici residenziali e non residenziali:

Per gli edifici residenziali

Secondo quanto stabilito dalla Direttiva, gli edifici residenziali più inquinanti dovranno:

  • Ridurre il consumo medio di energia primaria del 16% entro il 2030
  • Ridurre il consumo medio di energia primaria del 20-22% entro il 2035

Per gli edifici non residenziali

Gli edifici non residenziali dovranno:
  • Ridurre le emissioni inquinanti del 16% entro il 2030
  • Ridurre le emissioni inquinanti del 26% entro il 2033

Per i nuovi edifici

La Direttiva prevede anche requisiti specifici per le nuove costruzioni:
  • Dal 2030 tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere costruiti a emissioni zero
  • Dal 2028 gli edifici pubblici dovranno essere costruiti a emissioni zero
Per i nuovi edifici pubblici e per gli edifici residenziali di grandi dimensioni è stato inoltre introdotto l'obbligo di installazione di pannelli fotovoltaici.

Cambiamenti significativi per le caldaie e sistemi di riscaldamento

La Direttiva Case Green introduce importanti novità anche per quanto riguarda i sistemi di riscaldamento, in particolare per le caldaie a gas. Si tratta di un cambio di paradigma che mira a ridurre progressivamente l'utilizzo di combustibili fossili negli edifici residenziali e non residenziali.

Stop agli incentivi per le caldaie a combustibili fossili

La Direttiva prevede che, a partire dal 1° gennaio del 2025, non saranno più disponibili bonus e agevolazioni per l'installazione di caldaie alimentate esclusivamente a gas. Rimarranno invece incentivabili i sistemi ibridi, come quelli che combinano caldaie a gas e pompe di calore.

Verso l'eliminazione delle caldaie a gas

L'obiettivo europeo è quello di eliminare gradualmente le caldaie a combustibili fossili, con l'eliminazione completa prevista entro il 2040. Questa misura è parte della strategia più ampia per ridurre le emissioni domestiche, che incidono per il 36% sull'immissione di gas serra nell'atmosfera.

Gli Stati membri dovranno elaborare piani dettagliati per questa transizione nel settore del riscaldamento e del raffreddamento, che dovrà essere graduale ma costante, per permettere sia all'industria che ai consumatori di adattarsi ai nuovi standard.

Il potenziale impatto economico e sociale della Direttiva

L'implementazione della Direttiva Case Green avrà un impatto significativo sull'economia e sulla società, con potenziali benefici ma anche sfide da affrontare.

Opportunità per l'economia e l'occupazione

Secondo uno studio pubblicato da Nomisma per ROCKWOOL, grazie agli incentivi fiscali per l'edilizia (come Superbonus, Ecobonus e Bonus Casa) l'Italia ha già ottenuto un risparmio energetico dell'8,9%, a fronte dell'obiettivo di riduzione fissato al 16% dall'UE.

La filiera delle costruzioni e delle attività immobiliari rappresenta attualmente oltre il 20% del PIL italiano e dà lavoro, tra diretti e indiretti, a oltre 2 milioni di persone. L'implementazione della Direttiva potrebbe quindi rappresentare un'importante occasione di sviluppo economico e creazione di nuovi posti di lavoro nel settore dell'edilizia sostenibile, dell'efficienza energetica e delle energie rinnovabili.

Sfide finanziarie e sociali

D'altra parte, l'adeguamento del patrimonio immobiliare agli standard richiesti dalla Direttiva comporterà investimenti significativi. Per completare il percorso di efficientamento energetico in Italia, secondo le stime di Nomisma, sarà necessario un investimento di circa 83,4 miliardi di euro nei prossimi cinque anni.

Questo solleva questioni importanti riguardo a chi sosterrà questi costi. La Direttiva prevede che gli Stati membri implementino misure di supporto finanziario, in particolare per le famiglie vulnerabili, ma sarà necessario un mix equilibrato di incentivi pubblici e investimenti privati per rendere la transizione sostenibile anche dal punto di vista economico e sociale.

Esclusioni e deroghe previste dalla Direttiva

La Direttiva Case Green prevede alcune esenzioni per specifiche categorie di edifici, che non saranno soggetti agli obblighi di efficientamento energetico. Queste esclusioni tengono conto di vari fattori, come il valore storico-culturale, la dimensione o l'utilizzo degli immobili.

Categorie di edifici esclusi

Sono esenti dagli obblighi previsti dalla Direttiva i seguenti immobili:

  • Edifici vincolati e protetti per il loro particolare valore architettonico o storico
  • Immobili storici
  • Edifici temporanei
  • Chiese e luoghi di culto
  • Abitazioni indipendenti con superficie inferiore a 50 m²
  • Case vacanza, ovvero seconde case occupate per meno di 4 mesi all'anno
È prevista anche la possibilità di esentare l'edilizia sociale pubblica, qualora i lavori di riqualificazione comportassero aumenti degli affitti sproporzionati rispetto al risparmio conseguibile nelle bollette energetiche.

Ulteriori possibilità di deroga

Gli Stati membri potranno richiedere alla Commissione Europea ulteriori deroghe, tenendo conto di specifiche situazioni nazionali, come:

  • Problemi tecnici particolari legati alla tipologia costruttiva prevalente
  • Mancanza di manodopera qualificata o di materiali
  • Costi eccessivi per determinati tipi di intervento
Queste deroghe dovranno essere adeguatamente motivate e non dovranno compromettere il raggiungimento degli obiettivi generali della Direttiva.
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