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Se il Caf sbaglia 730 2025 e ci sono errori, chi paga multe e cosa si deve fare per difendersi

di Marianna Quatraro pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
Errore Caf compilazione 730 2024

Errore Caf su compilazione 730 2025 e dichiarazione dei redditi. Chi paga e cosa succede

La dichiarazione dei redditi rappresenta un momento importante per ogni contribuente, ma può anche essere fonte di preoccupazioni, specialmente quando si verificano errori. Dal 15 aprile 2025 è possibile accedere alla dichiarazione precompilata sul portale dell'Agenzia delle Entrate, mentre dal 2 maggio è consentito modificare e inviare il modello. La scadenza ultima per l'invio del 730 precompilato è fissata al 23 luglio 2025. Ma cosa succede se nel modello 730 vengono riscontrati errori? Chi è responsabile tra il contribuente e il CAF che ha assistito nella presentazione della dichiarazione? Vediamo insieme come comportarsi e quali sono le tutele previste dalla normativa vigente.

Errori nel 730 2025, distinzione delle responsabilità tra CAF e contribuente

Quando si parla di errori nella dichiarazione dei redditi, è fondamentale distinguere le diverse tipologie di responsabilità tra il contribuente e il CAF o il professionista che ha fornito assistenza fiscale.

L'Agenzia delle Entrate ha chiarito che l'errore è di responsabilità del contribuente in alcuni casi specifici:

  • Quando il contribuente si accorge di aver omesso documenti che comportano il pagamento di imposte maggiori (ad esempio una Certificazione Unica non presentata)
  • Quando non ha inserito spese che darebbero diritto a maggiori detrazioni e a un rimborso più elevato
  • Quando ha fornito informazioni errate che il CAF non poteva verificare
Se il contribuente decide di accettare la dichiarazione precompilata senza modifiche, non verrà effettuato alcun controllo formale nei suoi confronti ed eventuali rimborsi arriveranno più velocemente. Se invece modifica personalmente online la dichiarazione precompilata, sarà lui stesso a rispondere di eventuali errori in caso di controlli.

Diversa è la situazione per chi presenta il 730 tramite CAF o altri intermediari abilitati. In questo caso, i controlli documentali vengono effettuati nei confronti dell'intermediario e non del contribuente, con precise responsabilità da parte del professionista.

Responsabilità del CAF e obbligo del visto di conformità

Il CAF o il professionista abilitato che presta assistenza fiscale ha precisi obblighi di controllo e verifica. In particolare, deve:

  • Verificare la documentazione presentata dal contribuente
  • Controllare la correttezza delle certificazioni consegnate
  • Verificare l'ammontare dei redditi dichiarati
  • Apporre il visto di conformità, che attesta la corrispondenza tra i dati esposti nella dichiarazione e la documentazione fornita
Il visto di conformità rappresenta una certificazione della regolarità formale della dichiarazione. Quando il CAF appone il visto, assume la responsabilità della correttezza delle informazioni riportate in relazione alla documentazione esibita dal contribuente.

Va precisato che il rilascio del visto di conformità, come stabilito dall'art. 2 del DM n. 164 del 31 maggio 1999, implica solo "il riscontro della corrispondenza dei dati esposti nella dichiarazione alle risultanze della relativa documentazione e alle disposizioni che disciplinano gli oneri deducibili e detraibili, le detrazioni e i crediti d'imposta, lo scomputo delle ritenute d'acconto".

Se il CAF sbaglia, conseguenze e responsabilità

Nel caso in cui il CAF commetta errori nell'elaborazione del 730, le sanzioni per visto di conformità infedele sono a carico dell'intermediario e non del contribuente. Tuttavia, è importante sottolineare che, anche se il CAF sbaglia, il contribuente dovrà comunque pagare le maggiori imposte dovute.

La normativa attuale prevede che il CAF o il professionista che ha apposto un visto di conformità infedele debba versare una sanzione pari al 30% della maggiore imposta riscontrata al contribuente. Questa percentuale può essere ridotta ai sensi dell'art. 13 del D.Lgs. n. 472/1997 (ravvedimento operoso).

Alcuni esempi pratici possono chiarire meglio le diverse responsabilità:

  • Se il contribuente dichiara al CAF un importo errato del canone di locazione di un immobile di sua proprietà, e l'Agenzia delle Entrate rileva l'errore, questo sarà contestato solo al contribuente
  • Se il contribuente dimentica di consegnare al CAF un modello CU correttivo ricevuto dal datore di lavoro, la responsabilità ricade esclusivamente sul contribuente
  • Se il contribuente autocertifica erroneamente lo status di un familiare come fiscalmente a carico, l'errore sarà imputato al contribuente stesso

Come difendersi in caso di errori nel 730 2025

Quando si scopre un errore nella dichiarazione dei redditi, è possibile intervenire per correggerlo. Le modalità dipendono dal tipo di errore e dalle conseguenze fiscali:

Modello 730 rettificativo

Se il contribuente riscontra errori commessi dal soggetto che ha prestato l'assistenza fiscale, deve comunicarglielo il prima possibile per permettere l'elaborazione di un modello 730 rettificativo. Questo modello serve per correggere errori formali o di calcolo che non modificano la situazione fiscale del contribuente.

Modello 730 integrativo

Se invece il contribuente si accorge di non aver fornito tutti gli elementi da indicare nella dichiarazione, le modalità di integrazione variano a seconda che le modifiche comportino o meno una situazione più favorevole:

A. Integrazione che comporta un maggiore credito, un minor debito o un'imposta invariata

In questo caso, il contribuente può:


  • Presentare entro il 25 ottobre 2025 un nuovo modello 730 completo, indicando il codice 1 nella casella "730 integrativo" del frontespizio. Questo va presentato a un CAF o a un professionista abilitato, anche se il modello originario era stato presentato tramite il sostituto d'imposta

  • In alternativa, presentare un modello Redditi Persone Fisiche 2025, richiedendo l'eventuale rimborso della differenza a credito
B. Integrazione in relazione esclusivamente ai dati del sostituto d'imposta

Se l'errore riguarda solo i dati per identificare il sostituto che effettuerà il conguaglio, il contribuente può presentare entro il 25 ottobre 2025 un nuovo modello 730 indicando il codice 2 nella casella "730 integrativo".

C. Integrazione che riguarda sia i dati del sostituto sia altri dati della dichiarazione

In questo caso, se le modifiche comportano un maggior credito o un minor debito, il contribuente può presentare entro il 25 ottobre 2025 un nuovo modello 730 indicando il codice 3 nella casella "730 integrativo".

D. Integrazione che comporta un minor credito o un maggior debito

Se l'integrazione comporta un minor credito o un maggior debito, il contribuente deve utilizzare il modello Redditi Persone Fisiche 2025, che può essere presentato:


  • Entro il 15 ottobre 2025 (correttiva nei termini), pagando contestualmente il tributo dovuto, gli interessi e la sanzione ridotta secondo il ravvedimento operoso

  • Entro il termine previsto per la presentazione del modello Redditi relativo all'anno successivo

  • Entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione

Le tutele previste per i contribuenti

A protezione dei contribuenti che si affidano ai CAF o a professionisti abilitati per la presentazione della dichiarazione dei redditi, la normativa prevede alcune tutele importanti:

Polizza assicurativa obbligatoria

La tutela più importante per i contribuenti è rappresentata dalla polizza assicurativa che CAF e commercialisti sono obbligati a stipulare. Questa polizza di responsabilità civile serve a coprire eventuali danni causati da errori professionali. Per ottenere il risarcimento tramite l'assicurazione, è necessario che l'errore venga riconosciuto dall'intermediario.

Procedura per ottenere un risarcimento

In caso di errori che causano danni economici, il contribuente può seguire questi passaggi:


  1. Contattare il responsabile del CAF o il professionista per cercare un accordo amichevole

  2. Se non si ottiene risposta, inviare una diffida ad adempiere tramite raccomandata o PEC

  3. In caso di risposta negativa, valutare la possibilità di una causa legale presso il Giudice di Pace (per importi inferiori a 5.000 euro) o il Tribunale ordinario (per importi superiori)
È importante conservare prove scritte di tutte le comunicazioni con il CAF o il professionista, preferibilmente tramite email o PEC, per poter dimostrare eventuali responsabilità in caso di controversie.
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