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Export aziende italiane, forte ripresa a settembre dopo crollo agosto: i prodotti e settori trainanti

di Marcello Tansini pubblicato il
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Dopo il brusco calo di agosto, l’export delle aziende italiane registra una forte ripresa a settembre 2025. Analisi dei dati Istat, mercati e settori trainanti, dinamiche regionali e nuove sfide per il Made in Italy.

Nel mese di settembre 2025 il commercio verso l'estero delle aziende italiane ha registrato un andamento positivo, evidenziando un inatteso rafforzamento delle esportazioni dopo la battuta d’arresto osservata ad agosto. L’incremento dell’export, misurato dalle statistiche ufficiali, testimonia la capacità del tessuto imprenditoriale di reagire prontamente alle condizioni avverse del mercato globale. Questa tendenza, sostenuta principalmente dalle vendite verso i mercati extra UE, rappresenta un fattore chiave per la ripresa economica e sottolinea la resilienza delle aziende italiane nell’attuale scenario internazionale.

I dati Istat: la crescita dell’export italiano nel contesto internazionale

Secondo i più recenti dati diffusi da Istat, a settembre 2025 le esportazioni italiane sono cresciute del 2,6% rispetto al mese precedente, mentre le importazioni hanno registrato un aumento del 4,1%. Sul piano tendenziale, il valore dell’export mostra un incremento del 10,5% rispetto allo stesso mese del 2024, con una progressione sostenuta anche in termini di volume (+7,9%). Queste cifre riflettono una domanda estera più solida, segnalando una fase di espansione degli scambi commerciali.

  • Export verso UE: +10,2% su base annua
  • Export verso extra UE: +10,9% su base annua
  • Import totale: +9,9% in valore, +11,9% in volume
I flussi dell’import, trainati in particolare dai mercati extra UE, evidenziano una domanda interna più robusta e il contributo positivo di diverse filiere produttive. Risulta interessante osservare come l’Italia, nei primi nove mesi, abbia superato la performance di altre economie manifatturiere europee, con una crescita aggregata dell’export del 3,5%, sostenuta sia dai Paesi UE (+4,5%) che da quelli extra UE (+2,4%). Negli Stati Uniti si registra una delle crescite più significative a livello globale.

L’andamento congiunturale suggerisce che la ripresa settembrina non si limita a specifici comparti ma interessa un ampio ventaglio di settori, evidenziando la capacità del made in Italy di adattarsi rapidamente ai mutamenti dei mercati internazionali.

Mercati di destinazione: performance differenziate tra UE, extra UE e focus sulla ripresa negli Stati Uniti

L’evoluzione delle esportazioni italiane a settembre 2025 si caratterizza per una netta differenziazione tra aree geografiche. Le vendite extra UE, con un incremento del 6,4% su base mensile, hanno fornito la spinta decisiva alla ripresa, mentre il mercato UE ha mostrato una flessione (-0,8%) rispetto al mese precedente.

Su base annua la crescita resta omogenea, grazie agli effetti del rimbalzo dopo i cali estivi e al consolidamento dei rapporti con i principali partner internazionali. In particolare, si segnala l’eccezionale crescita delle esportazioni verso gli Stati Uniti, che su settembre 2024 segnano +34,7%, trainate anche da forniture della cantieristica e beni strumentali ad alto valore aggiunto. Questo recupero, dopo il crollo di agosto dovuto all’entrata in vigore dei nuovi dazi statunitensi, evidenzia la capacità adattativa delle imprese italiane e il loro dinamismo competitivo, pur nel perdurare di barriere tariffarie e incertezze regolatorie.

Area geografica Crescita annua export (set. 2025 vs 2024)
UE +10,2%
Extra UE +10,9%
USA +34,7%
OPEC +24,2%
Svizzera +10,4%
  • Gli Stati Uniti rappresentano il principale mercato extra UE di sbocco, sia in termini di crescita assoluta che percentuale.
  • Restano invece negative le dinamiche con la Turchia (-32,8%) e con alcune economie emergenti sudamericane.
Nel comparto agroalimentare si evidenzia una situazione più complessa: gli effetti dei dazi USA rappresentano un freno, con un calo dell’export nel settore dell’11% a settembre e -1,2% nei primi nove mesi. Nonostante questa difficoltà, le performance aggregate restano solide grazie alle buone risultanze degli altri comparti e mercati.

I settori trainanti dell’export italiano: farmaceutica, mezzi di trasporto, metalli e agroalimentare

La crescita delle esportazioni a settembre 2025 si deve in modo trasversale a numerosi comparti. Le statistiche ufficiali mostrano incrementi particolarmente elevati nei seguenti settori chiave:

  • Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici: +39,4% su base annua
  • Mezzi di trasporto diversi da autoveicoli: +29,6% annuo
  • Metalli di base e prodotti in metallo: +19,0% annuo
  • Prodotti alimentari, bevande e tabacco: +6,9% annuo
Nel solo terzo trimestre, la farmaceutica emerge come motore principale della crescita, grazie all'aumento della domanda internazionale e alla capacità di garantire forniture continue. Il settore dei mezzi di trasporto è sostenuto da commesse rilevanti nella cantieristica, che hanno avuto un impatto decisivo soprattutto sul mercato statunitense.

Tabella dei settori principali e relative crescite annuali:

Settore Settembre 2025 vs 2024
Farmaceutica +39,4%
Mezzi di trasporto* +29,6%
Metalli +19,0%
Agroalimentare +6,9%

* esclusi autoveicoli

  • In calo invece l’export relativo ad articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, strumenti medici e prodotti chimici.
  • I valori medi unitari in aumento segnalano il contributo dei prezzi, con una difesa dei margini soprattutto per le PMI.
La capacità delle aziende italiane di puntare su settori ad alto valore aggiunto e innovazione, come la farmaceutica, risulta decisiva per mantenere competitività e crescita nei mercati internazionali.

Dinamiche regionali: differenze territoriali nell’export tra Nord, Centro, Sud e Isole

L’analisi territoriale delle esportazioni mette in luce differenze significative tra le principali aree del paese. Nel secondo trimestre 2025 si osservano evidenti contrasti tra le regioni settentrionali e quelle meridionali:

  • Centro Italia: +4,6% rispetto allo stesso periodo 2024
  • Nord-Ovest: +2,1%
  • Nord-Est: -2,4%
  • Sud e Isole: -14,4%
La crescita semestrale, sostenuta dalle regioni centrali (+10,7%), si deve principalmente alle eccellenti performance di Lazio e Toscana. Abruzzo (+10,1%) e Friuli-Venezia Giulia (+6,6%) figurano tra gli altri territori con le migliori variazioni positive, mentre i cali più marcati si riscontrano in Sardegna (-17,3%), Campania (-15,5%) e Sicilia (-11,2%).

Nella graduatoria provinciale, si evidenziano le performance di Firenze, Roma, Trieste e Milano. Gli incrementi regionali sono stati trainati dalle esportazioni farmaceutiche (dal Lazio e dalla Toscana verso gli USA e la Spagna), dai metalli (Friuli-Germania), nonché dagli autoveicoli e dalla componentistica, il cui contributo resta tuttavia altamente differenziato per territorio.

Le sfide dell’export: dazi, volatilità dei mercati e prospettive future per le aziende italiane

Nonostante la ripresa registrata a settembre 2025, le imprese italiane rimangono esposte a diverse sfide di medio periodo. Tra queste, la pressione dei nuovi dazi soprattutto sul settore agroalimentare – con perdite rilevanti verso gli USA – e la volatilità delle condizioni economiche internazionali. Le difficoltà nel settore dell’automotive, insieme ai rischi legati ai prezzi delle materie prime energetiche, rappresentano ulteriori criticità, mentre diventa sempre più determinante la gestione dei rischi regolatori e valutari.

Il saldo commerciale positivo, pur in riduzione rispetto al passato, indica che il contributo delle esportazioni resta determinante per la crescita economica. La strategia di diversificazione geografica e settoriale, sostenuta dalle misure del Ministero degli Esteri (in sinergia con ICE, SIMEST, SACE, CDP), si rivela un asset indispensabile per affrontare turbolenze e cambi normativi.

Le 3 principali sfide attuali:

  • Dazi USA: penalizzano la filiera agroalimentare e riducono l’avanzo commerciale del settore verso il mercato nordamericano
  • Prezzi materie prime ed energia: influiscono su competitività e margini, specie per i comparti meno strutturati
  • Innovazione: resta la leva chiave per proteggere i risultati ottenuti nei settori a maggior valore aggiunto
Nell’attuale scenario internazionale, la capacità delle aziende italiane di consolidare le posizioni acquisite e gestire efficacemente rischi e volatilità sarà centrale per perseguire una crescita sostenibile dell’export nei prossimi mesi.