Dopo il brusco calo di agosto, l’export delle aziende italiane registra una forte ripresa a settembre 2025. Analisi dei dati Istat, mercati e settori trainanti, dinamiche regionali e nuove sfide per il Made in Italy.
Nel mese di settembre 2025 il commercio verso l'estero delle aziende italiane ha registrato un andamento positivo, evidenziando un inatteso rafforzamento delle esportazioni dopo la battuta d’arresto osservata ad agosto. L’incremento dell’export, misurato dalle statistiche ufficiali, testimonia la capacità del tessuto imprenditoriale di reagire prontamente alle condizioni avverse del mercato globale. Questa tendenza, sostenuta principalmente dalle vendite verso i mercati extra UE, rappresenta un fattore chiave per la ripresa economica e sottolinea la resilienza delle aziende italiane nell’attuale scenario internazionale.
Secondo i più recenti dati diffusi da Istat, a settembre 2025 le esportazioni italiane sono cresciute del 2,6% rispetto al mese precedente, mentre le importazioni hanno registrato un aumento del 4,1%. Sul piano tendenziale, il valore dell’export mostra un incremento del 10,5% rispetto allo stesso mese del 2024, con una progressione sostenuta anche in termini di volume (+7,9%). Queste cifre riflettono una domanda estera più solida, segnalando una fase di espansione degli scambi commerciali.
L’andamento congiunturale suggerisce che la ripresa settembrina non si limita a specifici comparti ma interessa un ampio ventaglio di settori, evidenziando la capacità del made in Italy di adattarsi rapidamente ai mutamenti dei mercati internazionali.
L’evoluzione delle esportazioni italiane a settembre 2025 si caratterizza per una netta differenziazione tra aree geografiche. Le vendite extra UE, con un incremento del 6,4% su base mensile, hanno fornito la spinta decisiva alla ripresa, mentre il mercato UE ha mostrato una flessione (-0,8%) rispetto al mese precedente.
Su base annua la crescita resta omogenea, grazie agli effetti del rimbalzo dopo i cali estivi e al consolidamento dei rapporti con i principali partner internazionali. In particolare, si segnala l’eccezionale crescita delle esportazioni verso gli Stati Uniti, che su settembre 2024 segnano +34,7%, trainate anche da forniture della cantieristica e beni strumentali ad alto valore aggiunto. Questo recupero, dopo il crollo di agosto dovuto all’entrata in vigore dei nuovi dazi statunitensi, evidenzia la capacità adattativa delle imprese italiane e il loro dinamismo competitivo, pur nel perdurare di barriere tariffarie e incertezze regolatorie.
| Area geografica | Crescita annua export (set. 2025 vs 2024) |
| UE | +10,2% |
| Extra UE | +10,9% |
| USA | +34,7% |
| OPEC | +24,2% |
| Svizzera | +10,4% |
La crescita delle esportazioni a settembre 2025 si deve in modo trasversale a numerosi comparti. Le statistiche ufficiali mostrano incrementi particolarmente elevati nei seguenti settori chiave:
Tabella dei settori principali e relative crescite annuali:
| Settore | Settembre 2025 vs 2024 |
| Farmaceutica | +39,4% |
| Mezzi di trasporto* | +29,6% |
| Metalli | +19,0% |
| Agroalimentare | +6,9% |
* esclusi autoveicoli
L’analisi territoriale delle esportazioni mette in luce differenze significative tra le principali aree del paese. Nel secondo trimestre 2025 si osservano evidenti contrasti tra le regioni settentrionali e quelle meridionali:
Nella graduatoria provinciale, si evidenziano le performance di Firenze, Roma, Trieste e Milano. Gli incrementi regionali sono stati trainati dalle esportazioni farmaceutiche (dal Lazio e dalla Toscana verso gli USA e la Spagna), dai metalli (Friuli-Germania), nonché dagli autoveicoli e dalla componentistica, il cui contributo resta tuttavia altamente differenziato per territorio.
Nonostante la ripresa registrata a settembre 2025, le imprese italiane rimangono esposte a diverse sfide di medio periodo. Tra queste, la pressione dei nuovi dazi soprattutto sul settore agroalimentare – con perdite rilevanti verso gli USA – e la volatilità delle condizioni economiche internazionali. Le difficoltà nel settore dell’automotive, insieme ai rischi legati ai prezzi delle materie prime energetiche, rappresentano ulteriori criticità, mentre diventa sempre più determinante la gestione dei rischi regolatori e valutari.
Il saldo commerciale positivo, pur in riduzione rispetto al passato, indica che il contributo delle esportazioni resta determinante per la crescita economica. La strategia di diversificazione geografica e settoriale, sostenuta dalle misure del Ministero degli Esteri (in sinergia con ICE, SIMEST, SACE, CDP), si rivela un asset indispensabile per affrontare turbolenze e cambi normativi.
Le 3 principali sfide attuali: