Nel terzo trimestre del 2025, l’economia tedesca ha sorpreso analisti e osservatori mantenendo un livello invariato rispetto ai tre mesi precedenti. Questo periodo di stabilità confermato dai dati dell’Ufficio federale di statistica evidenzia una persistente fase di stallo, interrompendo il fragile tentativo di ripresa dopo la lieve contrazione registrata nel secondo trimestre.
La performance piatta rafforza il quadro di un ciclo economico che continua a essere segnato da molte incertezze, evidenziando un contesto di crescita moderata che pesa sull’intera area euro.
L’importanza di questi sviluppi va ben oltre i confini tedeschi: le dinamiche interne tedesche hanno effetti diretti sulla domanda europea, influenzando Paesi partner, scambi e prospettive nell’intera zona euro.
Analisi delle cause: cosa ha frenato la crescita economica della Germania?
La mancata crescita su base trimestrale va ricercata in una combinazione di fattori che nei mesi estivi hanno caratterizzato la congiuntura nazionale. La debolezza delle esportazioni emerge come principale elemento di rallentamento, riflettendo sia una minore domanda proveniente dai mercati extra-europei che l’impatto prolungato delle tensioni geopolitiche sull’intero settore manifatturiero tedesco. In particolare:
- Settore automobilistico e meccanico: hanno sofferto per una domanda esterna incerta e per costi crescenti delle materie prime;
- Mercato energetico e costi di approvvigionamento elevati, legati in parte agli sviluppi internazionali, hanno inciso negativamente sulla competitività industriale;
- Nonostante un leggero miglioramento degli investimenti fissi, la propensione ad esportare è calata sensibilmente rispetto ai livelli pre-pandemici.
Dal lato interno,
la dinamica dei consumi ha evidenziato segnali di debolezza. I consumi privati hanno registrato il primo arretramento da quasi due anni, con una contrazione riconducibile alla
minore spesa delle famiglie per servizi come ristorazione e turismo, probabilmente legata a una minore fiducia nel futuro e a redditi reali ancora compressi dall’inflazione persistente. Al contempo, la spesa pubblica risulta in lieve aumento, sostenuta da misure di supporto e una maggiore attività dello Stato in settori come la sanità e il welfare.
Il rallentamento non è un fenomeno isolato, ma si collega ad una serie di criticità strutturali: una popolazione in invecchiamento, la necessità di investire in trasformazione digitale e sostenibilità, oltre alle incertezze legate ai rapporti commerciali tradizionali, in particolare con le economie asiatiche e statunitensi. La combinazione di questi elementi contribuisce a spiegare la fase di stagnazione della locomotiva europea.
Investimenti, consumi e scambi: tendenze e numeri della congiuntura tedesca
La diffusione dei dati ufficiali resi noti da Destatis permette di disegnare un quadro preciso della situazione macroeconomica in Germania: su base trimestrale il prodotto interno lordo è rimasto stabile (0,0%), mentre su base annua la crescita è risultata modesta (+0,3%). Guardando alle singole componenti:
- Consumi privati: hanno subito una diminuzione dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, fenomeno non riscontrato da fine 2023. A pesare, soprattutto, la contrazione delle spese per servizi e attività ricreative;
- Spesa pubblica: al contrario dei privati, il settore statale ha fatto segnare un incremento dello 0,8%, dovuto all’incremento degli interventi governativi in settori chiave;
- Investimenti fissi lordi: sono leggermente tornati a crescere, +0,3%, grazie al comparto delle attrezzature e alla domanda di macchinari, utensili e veicoli. Da rimarcare l’aumento dell’1,1% nelle nuove immatricolazioni di veicoli commerciali;
- Costruzioni (-0,5%): settore che invece prosegue nella fase di debolezza, in linea con le difficoltà del mercato immobiliare nazionale;
- Esportazioni: hanno costituito la variabile più problematica, come evidenziato dal calo rispetto al trimestre precedente, con effetti a catena su comparti industriali e sulla bilancia commerciale.
Di seguito, un riepilogo sintetico in tabella delle principali tendenze registrate nel trimestre:
| Voci |
Variazione III trim. 2025 (%) |
| Consumi privati |
-0,3 |
| Spesa pubblica |
+0,8 |
| Investimenti fissi lordi |
+0,3 |
| Investimenti in attrezzature |
+1,1 |
| Investimenti in costruzioni |
-0,5 |
| Esportazioni |
In diminuzione |
La combinazione di debolezza del commercio estero e rallentamento dei consumi rimarca la necessità per il sistema tedesco di un rilancio strutturale e di interventi incisivi tanto sul fronte interno quanto nelle politiche di internazionalizzazione.
Implicazioni per l’Eurozona e per l’Italia: quali ricadute sono attese?
La stabilità del PIL tedesco non rappresenta soltanto una questione nazionale, ma riverbera le proprie conseguenze su tutta l’Eurozona. Il legame stretto tra l’economia tedesca e i partner europei fa sì che ogni variazione nell’andamento della Germania si rifletta su scambi commerciali, occupazione e stabilità macroeconomica.
Analizzando le ricadute italiane, si evidenziano alcuni punti:
- Export italiano verso la Germania: rappresenta uno dei principali sbocchi per prodotti manifatturieri, meccanici, automobilistici e agroalimentari. Una domanda tedesca stagnante può ridurre i volumi di export delle imprese italiane, impattando specialmente PMI e filiere integrate;
- Effetti sulle catene del valore: molte aziende con sede in Italia operano come fornitori di componentistica per l’industria tedesca, in particolare nei settori auto, chimica e meccanica. Un rallentamento tedesco rischia di generare ripercussioni su ordini, produzione e occupazione nel nostro Paese;
- Stabilità finanziaria: il clima di incertezza sulle prospettive tedesche può influenzare la propensione degli investitori internazionali verso titoli e asset dell’area euro, incidendo sulla volatilità dei mercati e sulle condizioni di accesso al credito;
- Politiche fiscali e monetarie: le istituzioni europee, in particolare la Banca Centrale Europea, continueranno a monitorare gli sviluppi intervenendo dove necessario su tassi e condizioni per arginare effetti di contagio e sostenere la domanda interna.
Va inoltre sottolineato che l’Eurozona nel suo complesso dipende dall’andamento della “locomotiva tedesca”: un suo rallentamento può generare un effetto domino, aggravando le difficoltà di altre economie già esposte a rischi di stagnazione. Da ciò deriva la centralità delle strategie di politica economica che ciascun Paese dovrà adottare per diversificare mercati di sbocco e rafforzare filiere produttive locali.