Per comprendere la potenza evocativa della Fiat Campagnola occorre tornare indietro nel tempo, al 1951, anno in cui la casa torinese lanciava un fuoristrada spartano.
Certe auto non spariscono mai davvero. Restano impresse nella memoria collettiva, nei paesaggi di ieri e nell'immaginario di oggi, in attesa di una nuova forma. È il caso della Fiat Campagnola, uno dei veicoli storici del Novecento italiano, protagonista delle strade polverose e dei percorsi militari. Oggi, in un'epoca in cui i suv dominano il mercato e le case automobilistiche riscoprono la forza delle loro radici, l'idea di una nuova Campagnola è una possibilità industriale e commerciale. Le suggestioni di designer e le evoluzioni tecniche offerte dalla piattaforma Stellantis accendono la speranza di riportare in vita, in chiave moderna, una leggenda della mobilità italiana.
Con il passare degli anni e l'arrivo di nuovi modelli, la Campagnola venne accantonata, fino alla fine della produzione nel 1987. Ma il suo spirito non è mai stato dimenticato. In molte regioni italiane, e anche all'estero, numerosi esemplari continuano a circolare, restaurati e mantenuti con cura da appassionati che ne conoscono la storia. A distanza di quasi quarant'anni dalla fine della produzione, il nome Campagnola continua ad avere un'aura di autenticità, resistenza e orgoglio meccanico, qualcosa che pochi altri veicoli possono vantare.
A riaccendere l'interesse intorno al nome Campagnola è stato di recente un progetto firmato dal designer Tommaso D'Amico, che ha immaginato una reinterpretazione moderna dell'icona torinese. Chiamata Fiat Campagnola City, la proposta coniuga linee squadrate e funzionali ispirate all'originale con dettagli estetici aggiornati, come gruppi ottici Led, superfici pulite e plastiche protettive per l'uso fuoristradistico. Si tratta di un concept che aggiornar al linguaggio contemporaneo l'identità storica del modello.
Secondo il rendering, l'ipotetica nuova Campagnola potrebbe essere dotata di motorizzazione benzina 2.0 turbo da 250 CV con trazione integrale permanente e assetto rialzato. A fianco di questa versione endotermica, sono ipotizzate anche configurazioni ibride plug-in e elettriche, coerenti con le strategie di elettrificazione adottate da Stellantis per tutto il portafoglio marchi.
La carrozzeria, configurabile con tetto rigido o in tela, come l'originale, si presenta pensata sia per gli spostamenti cittadini sia per le gite fuori porta o per gli impieghi in zone rurali e di montagna. In sostanza, un suv compatto ma muscoloso, capace di muoversi tra le strade strette dei centri storici e i sentieri sterrati delle campagne italiane.
L'ispirazione alla traversata Algeri-Città del Capo del 1951 è chiara, come testimoniato anche dal nome alternativo del progetto, Campagnola ALGER. Un richiamo storico che suggella l'idea di un ritorno non casuale, ma legato all'eredità di mobilità estrema e spirito d'avventura che la Campagnola ha rappresentato fin dalle sue origini.
Al di là del fascino evocativo e della bellezza stilistica del concept, resta da chiedersi se Fiat produrrà davvero una nuova Campagnola. Per ora, la casa torinese non ha rilasciato dichiarazioni in merito, ma gli indizi e le possibilità non mancano. Stellantis, di cui Fiat fa parte, dispone oggi di piattaforme tecniche, motorizzazioni e architetture modulari in grado di ospitare un veicolo del genere con costi contenuti e alta efficienza produttiva.
Oggi più che mai, il segmento dei suv compatti è in forte espansione, e la domanda di veicoli versatili, dall'anima outdoor ma funzionali all'uso cittadino, è in crescita. In un mercato che valorizza l'autenticità, il design robusto e la memoria industriale, un'auto come la Campagnola avrebbe tutte le carte in regola per ritagliarsi uno spazio competitivo. Fiat, dopo aver rilanciato con successo modelli iconici completerebbe la trilogia della memoria popolare automobilistica proprio con il ritorno della Campagnola.