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Come funziona la nuova app per bloccare i minorenni sui social network e siti adulti al via da luglio

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Dal quadro normativo alla sperimentazion

La novità di questa applicazione è la verifica della maggiore età dell'utente senza rendere visibili dati identificativi.

Da luglio 2025 l'Unione europea avvia l'utilizzo di una nuova applicazione per la verifica dell'età digitale, pensata per impedire ai minorenni di accedere a piattaforme social, come TikTok, Instagram, Facebook, e a siti per adulti. La vicepresidente della Commissione per il digitale, Henna Virkkunen, ha spiegato che la nuova app punta a trovare un equilibrio tra diritto alla protezione dei dati personali e necessità di introdurre filtri efficaci contro i contenuti dannosi. Il progetto è stato sviluppato come una soluzione open source e white-label, ossia un software base modificabile dai singoli Stati membri per integrarsi con le rispettive strategie digitali.

Non si tratta quindi solo di un'app, ma dell'inizio di una nuova infrastruttura pubblica digitale, che prevede già nel 2026 il lancio dell'EU Digital Identity Wallet, un portafoglio di identità digitale che comprenderà anche funzionalità di verifica dell'età. Il primo obiettivo è bloccare l'accesso dei minori a contenuti inappropriati online.

  • Come funziona il sistema di prova dell'età senza identificazione
  • Dal quadro normativo alla sperimentazione Agcom

Come funziona il sistema di prova dell'età senza identificazione

La novità di questa applicazione è la verifica della maggiore età dell'utente senza rendere visibili dati identificativi. In concreto, il meccanismo prevede che l'utente richieda un certificato digitale che attesti il solo fatto di avere più di 18 anni, rilasciato da un fornitore di identità digitale accreditato. Questo certificato, o attestazione, viene poi conservato in locale sul dispositivo dell'utente tramite l'applicazione stessa. Quando l'utente accede a un sito o una piattaforma soggetta a verifica il sito genera una richiesta di verifica dell'età sotto forma di QR code o link. In quel momento, l'utente può inviare, senza passaggi intermedi, la propria prova dell'età tramite l'app, che risponderà al sito indicando solo se l'età è sufficiente per procedere.

Questo sistema impedisce la raccolta o la trasmissione di nome, documento o data di nascita, e riduce il rischio di profilazione o abusi. I fornitori di identità coinvolti dovranno essere accreditati a livello europeo, e potranno essere sia pubblici che privati, sempre nel rispetto delle regole del GDPR. L'app è pensata per funzionare su tutti i dispositivi connessi a internet, ed è integrabile con i sistemi di parental control e con future misure legislative sulla cosiddetta età della maggiore età digitale.

Dal quadro normativo alla sperimentazione Agcom

La fase di sperimentazione è già cominciata, e l'Italia è tra i Paesi coinvolti, grazie alla selezione di Agcom come coordinatore nazionale per la verifica dell'efficacia dell'applicazione. La Commissione europea ha affidato all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni l'incarico di testare la soluzione all'interno di una rete europea ristretta di Digital Services Coordinators, allo scopo di valutare l'adozione armonizzata dello strumento nei diversi ordinamenti.

In Italia, l'applicazione potrebbe essere integrata con la già esistente App IO, o essere distribuita come software autonomo ma interconnesso con i sistemi pubblici di identità. Il quadro normativo nazionale resta in via di definizione, ma il fatto che Agcom abbia da poco pubblicato le prime regole tecniche italiane sulla verifica dell'età fa presumere l'aderenza tra le linee guida comunitarie e il modello italiano. In parallelo la Commissione ha avviato azioni di controllo su piattaforme per adulti, accusate di non adottare meccanismi sufficienti per impedire l'accesso ai minori, e ha chiesto a Meta e TikTok chiarimenti su come vengono gestite le architetture persuasive nei confronti degli adolescenti.

L'app non sostituirà le attuali misure di controllo parentale, ma sarà complementare, una garanzia minima obbligatoria per tutte le piattaforme con contenuti potenzialmente nocivi.

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