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Geely Galaxy Starshine 6, sembra una Mercedes ma costa come una Dacia. Arriverà in Italia?

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Geely Galaxy Starshine 6

L'auto misura 4,81 metri in lunghezza, 1,88 metri in larghezza e quasi 1,50 metri in altezza, numeri che la collocano in un segmento D tradizionale, con un passo di 2,76 metri

Quando la Geely Galaxy Starshine 6 è stata presentata in patria, la prima reazione del pubblico non è stata tanto legata al fatto che si trattasse di una nuova ibrida plug-in, quanto al suo stile frontale, giudicato da molti una citazione quasi diretta della griglia Panamericana delle Mercedes-AMG. L'effetto ottico è amplificato da prese d'aria pronunciate e da fari affilati, che combinano suggestioni provenienti dall'industria tedesca e richiami al design giapponese di Infiniti.

In una Cina dove i riferimenti estetici occidentali sono spesso percepiti come segni di status, l'assonanza con un marchio premium europeo diventa subito un'arma commerciale. Eppure la vera notizia è il listino: la Starshine 6, lanciata con prezzi ufficiali compresi tra 85.800 e 118.800 yuan e con sconti che l'hanno spinta fino a 79.800 yuan (poco più di 11.000 dollari al cambio), si posiziona nel cuore del mercato mainstream.

L'auto misura 4,81 metri in lunghezza, 1,88 metri in larghezza e quasi 1,50 metri in altezza, numeri che la collocano in un segmento D tradizionale, con un passo di 2,76 metri pensato per ospitare cinque adulti senza sacrifici in termini di abitabilità. La piattaforma su cui nasce è la GEA (Global Intelligent New Energy Architecture), l'ultima generazione modulare che Geely ha sviluppato per la gamma Galaxy, già utilizzata in altri modelli.

La scheda tecnica rivela un assetto anteriore con schema McPherson e un posteriore a ponte torcente, una soluzione meno raffinata rispetto ai multilink delle berline premium europee, ma scelta con chiarezza per contenere i costi e massimizzare la robustezza meccanica. Questa impostazione conferma come Geely abbia deciso di puntare su un equilibrio pragmatico: proporzioni e carrozzeria da “grande berlina” unite a un telaio economico che consente margini di prezzo aggressivi.

Il cuore ibrido e le due varianti di batteria

Sotto al cofano pulsa un sistema EM-i 2.0, che combina un motore benzina 1.5 aspirato da 110 cavalli a un'unità elettrica anteriore collegata a una trasmissione DHT dedicata. La scelta di offrire due opzioni di batteria al litio ferro fosfato risponde a precise strategie di marketing: con 8,5 kWh si possono percorrere circa 60 km in elettrico, mentre la versione da 17 kWh garantisce fino a 125 km secondo i cicli di omologazione cinesi.

I consumi dichiarati in modalità ibrida si fermano a 2,8 litri ogni 100 km, un valore record che però andrà verificato alla prova dei cicli WLTP europei, notoriamente più severi. Con queste caratteristiche la Starshine 6 si posiziona come alternativa alle BYD Qin Plus e BYD Seal 06, dirette rivali sul mercato interno, inaugurando un duello tutto cinese nel segmento delle plug-in compatte e medie.

Entrando in abitacolo si percepisce immediatamente il contrasto tra la sobrietà della meccanica e l'abbondanza tecnologica. Il conducente ha davanti un quadro digitale da 10,25 pollici, mentre al centro domina un display verticale da 14,6 pollici che gestisce ogni funzione. La piattaforma software è il Flyme Auto OS, sviluppato da Meizu (anch'essa controllata da Geely), che integra connettività locale e sistemi proprietari come HiCar e CarLink. Mancano invece riferimenti ad Apple CarPlay e Android Auto, che in Europa rappresentano uno standard imprescindibile.

Altri dettagli confermano la vocazione high-tech: la ricarica wireless a 50 watt, il riconoscimento vocale connesso ai servizi cloud e un impianto di assistenza alla guida G-Pilot H3 che si affida a 11 telecamere, 3 radar a onde millimetriche e 12 sensori a ultrasuoni, governati dal chip Horizon J6M capace di 128 TOPS di potenza computazionale. Funzioni come la navigazione autonoma su autostrada e persino in contesto urbano sono già operative in Cina, ma in Europa dovrebbero affrontare un severo iter di omologazione e adeguamento normativo.

Prezzo reale o illusione da cambio

Il paragone con una Dacia Sandero non regge se lo si trasporta di peso dall'ambito cinese a quello europeo. In Italia, infatti, la vettura romena più economica parte da 13.950 euro chiavi in mano. Applicare lo stesso ragionamento alla Starshine 6 significa dimenticare le variabili che trasformano un prezzo domestico in uno di esportazione: ci sono dazi doganali al 10% sulle plug-in, c'è l'IVA al 22%, ci sono i costi di trasporto, le spese di rete vendita e gli inevitabili adattamenti tecnici.

Se sommiamo questi fattori, il listino ipotetico italiano si sposterebbe verosimilmente su una forchetta che parte da 25-28 mila euro e si estende fino a 35 mila per le versioni più ricche. Rimane un posizionamento competitivo rispetto a molte berline tradizionali, ma lontano dalla suggestione dei 12 mila euro equivalenti dichiarati in patria.

Il gruppo Geely ha già annunciato la propria intenzione di entrare nel mercato italiano grazie all'accordo con Jameel Motors, distributore incaricato di lanciare i primi due modelli a partire dal 2025: un SUV ibrido plug-in di nuova generazione e il crossover elettrico EX5. La Starshine 6 non figura nella lista dei debutti iniziali e, considerando la scarsa popolarità delle berline tre volumi in Italia rispetto ai SUV e ai crossover, non sembra essere tra le priorità.

È possibile che, se i volumi e la rete di assistenza cresceranno, Geely decida di ampliare la gamma con una proposta come la Starshine 6, ma allo stato attuale non ci sono comunicazioni ufficiali né tempistiche concrete. L'eventuale importazione dipenderà anche dall'accoglienza che i primi modelli riceveranno nel nostro Paese e dalla capacità di posizionarsi come marchio credibile in un panorama dominato da brand europei consolidati.