Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Quali sono le materie prime su cui investire nel medio-lungo termine per forte uso e scarsa reperibilità

di Marcello Tansini pubblicato il
Quali sono le materie prime

In un mercato globale segnato da domanda crescente e scarsità di risorse, la scelta delle materie prime su cui investire assume un ruolo strategico. Analisi dei trend, rischi, strumenti e politiche europee guidano verso investimenti mirati e consapevoli.

L'interesse verso le materie prime come strumento di diversificazione è cresciuto in seguito alle recenti instabilità economiche e geopolitiche. Questo mercato rappresenta un'opportunità per chi desidera affiancare asset tangibili ad azioni e obbligazioni, sfruttando specifiche dinamiche di domanda e offerta che ne guidano le valutazioni. Gli investitori considerano queste risorse come un'opzione per preservare il valore reale del proprio patrimonio, poiché spesso godono di una correlazione positiva con l'inflazione e mostrano una reattività diversa rispetto ai principali mercati finanziari.

Nel contesto globale attuale, la transizione energetica, l'accelerazione dei processi produttivi e le pressioni su disponibilità e logistica stanno ridefinendo il concetto stesso di "materie prime su cui investire". Da un lato, la crescita della domanda proviene dai nuovi paradigmi industriali collegati all'elettrificazione e alla digitalizzazione; dall'altro, il rischio di scarsità rende più strategico l'approvvigionamento di risorse considerate per la sicurezza economica e industriale. Questo nuovo scenario impone agli operatori di valutare non solo il potenziale rendimento ma anche la sostenibilità e la resilienza delle singole materie prime.

Secondo le ultime iniziative dell'Unione Europea, tra cui il Critical Raw Materials Act, si assiste a una ridefinizione delle strategie comunitarie per ridurre la dipendenza dalle importazioni di risorse chiave. L'obiettivo è costruire un sistema più autonomo e flessibile, che consenta alle economie di affrontare le sfide della transizione verde e digitalizzazione senza esporsi eccessivamente a shock esterni.

Caratteristiche delle materie prime: scarsità, domanda e utilizzi industriali

Le materie prime rappresentano la base su cui si fondano numerosi processi industriali. Esse si suddividono in due grandi categorie: le "hard commodities", che includono metalli e risorse energetiche, e le "soft commodities", legate all'agricoltura e all'allevamento. Ciò che accomuna queste risorse è la scarsità progressiva di alcune di esse, fenomeno accentuato da fattori climatici, geopolitici e dai limiti naturali di estrazione e produzione.

Uno degli aspetti distintivi per selezionare le materie prime più promettenti per investimenti a medio-lungo termine è la combinazione tra forte utilizzo e difficile reperibilità. Metalli rari come platino, litio, cobalto, nichel e grafite risultano fondamentali nella fabbricazione di batterie, veicoli elettrici, dispositivi elettronici e tecnologie verdi. La crescente domanda di questi materiali, specialmente per il settore della mobilità elettrica e della transizione energetica, ha contribuito a rafforzarne la rilevanza industriale e la pressione sui prezzi.

L'offerta di molte materie prime è sottoposta a limiti strutturali. Il caso del litio è emblematico: la maggior parte della produzione mondiale proviene da pochi Paesi, con livelli di concentrazione che espongono a rischi di interruzione. Similmente, per il tungsteno e il magnesio, fondamentali in settori come difesa e aerospazio, la disponibilità europea rimane vincolata a strategie di estrazione e lavorazione ancora in fase di sviluppo. Accanto alle risorse tecnologiche, anche alcuni metalli preziosi (oro, palladio, platino), spesso considerati beni rifugio, presentano dinamiche di domanda che ne favoriscono la stabilità di valore.

Non va trascurato il comparto agricolo, in cui materie come grano, cacao e caffè continuano a rappresentare asset importanti nell'ambito della diversificazione, sebbene soggetti a una marcata stagionalità e a variabili climatiche. Le aziende e i governi sono sempre più attenti al tema della sicurezza degli approvvigionamenti, dimostrando come la scelta delle materie prime oggetto di investimento richieda oggi competenze avanzate nell'analisi dei mercati globali.

Materie prime su cui investire nel medio-lungo termine: focus su uso intenso e difficile reperibilità

Quando si valuta su quali materie prime orientare investimenti a orizzonte pluriennale, l'attenzione si concentra su risorse caratterizzate da elevata domanda, impiego trasversale nei settori strategici e vincoli di offerta. Il litio, ad esempio, viene identificato come uno degli elementi chiave per la produzione di batterie destinate ai veicoli elettrici e per lo stoccaggio di energia. L'intenso uso industriale di questa materia prima, unitamente alla sua concentrazione geografica, ne sostiene una crescita di prezzo superiore alla media rispetto ad altri materiali.

Oltre al litio, meritano attenzione:

  • Nichel: largamente impiegato nell'industria delle batterie e dell'acciaio inossidabile, la cui disponibilità è soggetta a restrizioni produttive e a dinamiche speculative.
  • Grafite e cobalto: fondamentali nella catena produttiva delle tecnologie elettroniche e nella componentistica avanzata. La domanda in aumento è sostenuta dalla corsa all'innovazione in mobilità elettrica e informatica.
  • Platino e palladio: utilizzati sia nell'industria automobilistica (catalizzatori) che in dispositivi medici e settori high-tech, sono accomunati da esigue riserve produttive e da costi di estrazione crescenti.
  • Magnesio e tungsteno: materiali essenziali per la difesa e l'aerospaziale, la reperibilità nella sola UE è ancora limitata, con una forte dipendenza da fornitori extraeuropei.
A questi si aggiungono altri metalli industriali come il rame, la cui presenza capillare nell'edilizia e nell'energia sostenibile lo rende particolarmente esposto alle oscillazioni della domanda mondiale. Una selezione equilibrata di materie prime su cui investire deve pertanto tener conto non solo dei trend di consumo e innovazione, ma anche delle potenziali interruzioni lungo le filiere produttive, determinanti per la valorizzazione nell'arco temporale considerato.

Prospettive e rischi di mercato: volatilità, fattori geopolitici e transizione energetica

Gli investimenti in materie prime presentano una serie di rischi e opportunità strettamente legati a dinamiche macroeconomiche e geopolitiche. Uno degli aspetti principali è la volatilità dei prezzi, influenzata da eventi climatici, instabilità politica nei Paesi produttori e strategie speculative. L'interruzione temporanea delle forniture, come accaduto in seguito alla guerra in Ucraina, ha dimostrato l'impatto immediato su quotazioni e disponibilità.

Le tensioni commerciali tra grandi economie possono modificare l'equilibrio globale della domanda e dell'offerta, intaccando la redditività degli investimenti. In parallelo, la transizione energetica pone nuove sfide: mentre alcuni materiali connessi ai combustibili fossili mostrano segnali di declino strutturale della domanda, quelli necessari all'elettrificazione (tra cui litio, cobalto e nichel) sono destinati a vedere rafforzata la propria centralità nei portafogli degli investitori.

L'inflazione e le politiche monetarie internazionali rappresentano ulteriori variabili da monitorare, poiché condizionano sia l'appetibilità delle materie prime sia l'accessibilità finanziaria agli strumenti di investimento collegati. Gli operatori devono dunque adottare strategie avanzate di gestione del rischio, monitorando costantemente i dati macroeconomici e le scelte dei grandi player finanziari.

Strumenti e modalità per investire in materie prime nel lungo periodo

Oggi il mercato mette a disposizione vari strumenti per accedere al comparto delle materie prime. Tra i più diffusi si annoverano gli ETF ed ETC, che offrono ampie possibilità di esposizione sia a panieri tematici sia a singole risorse. Gli ETF replicano l'andamento di specifici indici, come il Bloomberg Commodity Index o l'UBS CMCI, consentendo anche agli investitori privati di accedere a un portafoglio diversificato, con costi di gestione contenuti e alta trasparenza. In pratica:

  • ETF (Exchange Traded Funds): consentono un investimento passivo associato a interi settori o ad una selezione di materiali selezionati in base a criteri di liquidità e rilevanza economica.
  • ETC (Exchange Traded Commodities): strumenti simili agli ETF ma focalizzati su materie prime specifiche o basket ristretti, spesso utilizzati per strategie tattiche su trend emergenti.
  • Fondi d'investimento specializzati: propongono una selezione attiva di commodity, integrando analisi macroeconomica e gestione attiva del rischio.
  • Acquisto fisico diretto: praticabile per oro e argento, ma meno accessibile e con costi più elevati rispetto agli strumenti finanziari derivati.

Ruolo delle materie prime critiche nell'economia europea: strategie e progetti UE

Le politiche comunitarie, con il recente Critical Raw Materials Act, pongono una rinnovata attenzione sulle materie prime critiche per l'industria europea. Queste comprendono litio, nichel, cobalto, grafite, magnesio e tungsteno, cui sono dedicati oltre 47 progetti strategici nell'UE, distribuiti fra estrazione, lavorazione, riciclo e sostituzione. L'intento è raggiungere una maggiore autonomia entro il 2030, riducendo la vulnerabilità dell'economia europea rispetto a paesi terzi e incentivando investimenti in ricerca e sviluppo di nuove tecnologie di sfruttamento e trasformazione.

Il rafforzamento di queste catene del valore è accompagnato da misure normative e da incentivi all'innovazione, sancendo una visione europea orientata a una maggiore resilienza e sicurezza economica per il prossimo decennio.