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Giochi d'azzardo: le regole per casin, scommesse, slot machine in vigore dal 13 novembre 2025 con nuove normative

di Marcello Tansini pubblicato il
Nuove normative gioco

Nuove regole rivoluzionano il gioco d'azzardo in Italia dal 13 novembre 2025: il settore affronta cambiamenti su concessioni, licenze, tassazione e prevenzione della ludopatia.

Il settore del gioco d'azzardo in Italia è entrato in una fase decisiva di riordino e revisione normativa dal 13 novembre 2025. Con la pubblicazione delle nuove regole, sono stati ridefiniti accesso, concessioni, responsabilità delle società e obblighi verso i giocatori. In un contesto di raccolta in continua crescita e dinamiche regolatorie europee, il legislatore italiano si propone di aumentare la tutela dei consumatori e la trasparenza, pur conservando la sostenibilità economica del comparto.

La riforma del gioco d'azzardo mira a bilanciare gli interessi economici dello Stato, la lotta alle dipendenze e il contrasto alle attività illegali, accompagnando sia gli operatori sia i cittadini verso un panorama più chiaro e protetto.

L'evoluzione normativa: rinvii, decreti e incertezze sul riordino del settore

L'iter che ha condotto all'attuale impostazione normativa è stato complesso e articolato. In Italia, il settore dei giochi è caratterizzato storicamente da una regolamentazione frammentata, con continue interferenze tra Stato, Regioni ed enti locali e un'assenza cronica di un testo unico. Nel corso degli ultimi quindici anni, la crescita della raccolta - passata da 35 a 150 miliardi di euro annui - ha spinto il legislatore ad adottare varie misure per conciliare la crescita economica con la tutela degli utenti. Tuttavia, una serie di rinvii e proroghe ha generato incertezza per operatori e consumatori:

  • Nel 2024, la Legge di Bilancio ha abrogato l'Osservatorio nazionale sul fenomeno e ridotto drasticamente il fondo dedicato alla prevenzione della ludopatia, sollevando critiche da parte delle associazioni anti-dipendenza e degli enti locali.
  • L'11 marzo 2024 è stato approvato il decreto legislativo (DL 41/2024) per il riordino dei giochi a distanza, definendo principi generali e tutelando il gioco online, ma lasciando in sospeso molti nodi fiscali e della distribuzione fisica.
  • Il 9 aprile 2025, un nuovo DDL ha disposto la proroga della delega fiscale al 31 dicembre 2025, posticipando di fatto il completamento della riforma anche per il gioco fisico. Lo scenario rimane incerto, con numerosi punti ancora sotto confronto tra i diversi livelli istituzionali.
In questo contesto di prolungata instabilità normativa, si sono moltiplicati i casi di difficoltà interpretative, oltre ad un aumento dei contenziosi. Secondo esponenti del mondo politico e vari osservatori, la mancata chiarezza non ha ridotto né il gioco patologico né quello illegale, confermando la necessità di un riassetto organico e uniforme del comparto per garantire certezza giuridica e condizioni più eque sia per le aziende sia per i cittadini.

Nuove regole per concessioni e licenze: costi, requisiti e impatto sugli operatori

Dal 13 novembre 2025, il rilascio e il rinnovo delle concessioni per il gioco d'azzardo sono regolati da requisiti molto più stringenti. L'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) ha fissato nuove condizioni economiche e tecniche che hanno inciso in modo significativo sulla platea degli operatori. Il costo di concessione per una licenza online è stato fissato a 7 milioni di euro per nove anni, una cifra che ha comportato un processo severo di selezione. I requisiti di ammissione prevedono inoltre:

  • Sede legale all'interno dello Spazio Economico Europeo;
  • Esperienza documentata di almeno due anni nei servizi digitali;
  • Fatturato minimo specifico di 3 milioni di euro negli ultimi due esercizi;
  • Garanzie bancarie riconosciute e trasparenza totale sulla compagine proprietaria.
Queste condizioni hanno determinato una contrazione degli operatori, favorendo aziende solide e strutturate e rendendo il settore meno accessibile a PMI e nuovi entranti. Alcuni esperti, come Renato Baldo, vedono in questa concentrazione la possibilità di maggiore professionalità e tutela del giocatore, ma il rischio è di perdere innovazione e dinamicità, elementi tradizionalmente garantiti dalla presenza dei piccoli operatori.

Il divieto del modello white-label e la selezione degli operatori

Un altro cambiamento profondo riguarda il divieto del modello "white-label" - prassi che permetteva a diversi brand di agire sotto un'unica licenza. Da novembre 2025, ogni operatore può agire solo tramite un sito ufficiale riconosciuto da ADM. Questa disposizione ha portato alla chiusura immediata di centinaia di siti secondari, con la finalità di garantire un mercato più trasparente e meglio regolato.

Obblighi di trasparenza, responsabilità e sicurezza

Le nuove norme impongono livelli elevati di trasparenza e responsabilità aziendale. Gli operatori devono rispettare protocolli avanzati anti-riciclaggio e garantire che tutti i titolari effettivi siano privi di precedenti penali. La verifica KYC (Know Your Customer) è obbligatoria. Inoltre, tutte le piattaforme devono aderire ai più recenti standard del GDPR e a misure di protezione dei dati personali. La vigilanza su questi standard è affidata direttamente a ADM, che ha attivato sistemi di intelligenza artificiale per monitorare transazioni sospette e comportamenti anomali dei giocatori.

Aspetti fiscali e nuovi oneri per casinò, scommesse e slot machine

Sotto il profilo fiscale, la riforma inasprisce le condizioni per le società titolari di piattaforme di gioco. Sono state definite nuove aliquote sul GGR (Gross Gaming Revenue):

Tipologia di gioco

Aliquota GGR

Scommesse sportive

24,5%

Casinò online e giochi di abilità

25,5%

A questi importi si aggiunge un canone concessorio pari al 3% della NGR (Net Gaming Revenue) e l'obbligo normativo di destinare almeno lo 0,2% dei ricavi a iniziative per il gioco responsabile e la prevenzione delle dipendenze. Restano in vigore il divieto di pubblicità e sponsorizzazioni dirette e, per alcuni giochi come slot e bingo, ulteriori aumenti di canone e oneri annuali previsti dalla legge di bilancio 2025.

L'introduzione di queste nuove misure, secondo molti operatori, complica l'accesso soprattutto per le imprese di dimensioni ridotte e impone la ricerca di nuove strategie di marketing e affiliazione, a discapito delle attività promozionali di massa. Vi è anche il rischio, segnalato da alcune associazioni, di un aggravio dei costi sociali e sanitari indiretti, non compensati a sufficienza dal gettito fiscale assicurato allo Stato.

Prevenzione della ludopatia: fondi, strumenti e misure di tutela per i giocatori

La tutela dalla dipendenza è uno degli aspetti più controversi dell'attuale disegno normativo. La sostituzione dell'Osservatorio nazionale con il nuovo Fondo per le Dipendenze Patologiche, gestito dal Ministero della Salute, e il taglio delle risorse dedicate alla prevenzione del gioco patologico, hanno suscitato forti critiche da parte di associazioni e operatori del settore sanitario. Sebbene il nuovo fondo ammonti a 94 milioni di euro annui per tutte le dipendenze, soltanto il 34,25% sarà destinato a piani regionali per la ludopatia, con un calo importante rispetto alle risorse precedenti.

Le misure previste per la tutela dei giocatori sono:

  • Sistemi di autoesclusione flessibili, con possibilità di sospendersi temporaneamente dal gioco per durate variabili dai 7 ai 270 giorni;
  • Controlli rafforzati per l'identificazione dell'utente e il tracciamento delle transazioni;
  • Campagne informative finanziate dagli stessi operatori su rischi e modalità di accesso ai servizi di cura;
  • Sorveglianza digitale estesa ai social network e alle nuove piattaforme, in collaborazione con AGCOM;
  • Possibilità per enti regionali e locali di promuovere piani di intervento mirati, seppur con risorse ridotte.
Nonostante queste innovazioni, le organizzazioni attive nel campo della prevenzione evidenziano che solo una minoranza di giocatori problematici accede a servizi di cura, anche per ragioni di stigma o carenza di comunicazione. Secondo l'Istituto Superiore di Sanità, sono 1,5 milioni gli italiani con disturbi collegati all'azzardo. In molti casi le famiglie, e non solo i singoli individui, subiscono effetti negativi significativi.

Un ulteriore elemento di preoccupazione riguarda la progressiva eliminazione dei cosiddetti “distanziometri” e delle restrizioni sugli orari di apertura, che nelle precedenti legislazioni avevano permesso agli enti locali di arginare la diffusione e la pervasività dell'offerta, specialmente in prossimità di scuole e presidi sanitari.