Nuove regole rivoluzionano il gioco d'azzardo in Italia dal 13 novembre 2025: il settore affronta cambiamenti su concessioni, licenze, tassazione e prevenzione della ludopatia.
Il settore del gioco d'azzardo in Italia è entrato in una fase decisiva di riordino e revisione normativa dal 13 novembre 2025. Con la pubblicazione delle nuove regole, sono stati ridefiniti accesso, concessioni, responsabilità delle società e obblighi verso i giocatori. In un contesto di raccolta in continua crescita e dinamiche regolatorie europee, il legislatore italiano si propone di aumentare la tutela dei consumatori e la trasparenza, pur conservando la sostenibilità economica del comparto.
La riforma del gioco d'azzardo mira a bilanciare gli interessi economici dello Stato, la lotta alle dipendenze e il contrasto alle attività illegali, accompagnando sia gli operatori sia i cittadini verso un panorama più chiaro e protetto.
L'iter che ha condotto all'attuale impostazione normativa è stato complesso e articolato. In Italia, il settore dei giochi è caratterizzato storicamente da una regolamentazione frammentata, con continue interferenze tra Stato, Regioni ed enti locali e un'assenza cronica di un testo unico. Nel corso degli ultimi quindici anni, la crescita della raccolta - passata da 35 a 150 miliardi di euro annui - ha spinto il legislatore ad adottare varie misure per conciliare la crescita economica con la tutela degli utenti. Tuttavia, una serie di rinvii e proroghe ha generato incertezza per operatori e consumatori:
Dal 13 novembre 2025, il rilascio e il rinnovo delle concessioni per il gioco d'azzardo sono regolati da requisiti molto più stringenti. L'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) ha fissato nuove condizioni economiche e tecniche che hanno inciso in modo significativo sulla platea degli operatori. Il costo di concessione per una licenza online è stato fissato a 7 milioni di euro per nove anni, una cifra che ha comportato un processo severo di selezione. I requisiti di ammissione prevedono inoltre:
Un altro cambiamento profondo riguarda il divieto del modello "white-label" - prassi che permetteva a diversi brand di agire sotto un'unica licenza. Da novembre 2025, ogni operatore può agire solo tramite un sito ufficiale riconosciuto da ADM. Questa disposizione ha portato alla chiusura immediata di centinaia di siti secondari, con la finalità di garantire un mercato più trasparente e meglio regolato.
Le nuove norme impongono livelli elevati di trasparenza e responsabilità aziendale. Gli operatori devono rispettare protocolli avanzati anti-riciclaggio e garantire che tutti i titolari effettivi siano privi di precedenti penali. La verifica KYC (Know Your Customer) è obbligatoria. Inoltre, tutte le piattaforme devono aderire ai più recenti standard del GDPR e a misure di protezione dei dati personali. La vigilanza su questi standard è affidata direttamente a ADM, che ha attivato sistemi di intelligenza artificiale per monitorare transazioni sospette e comportamenti anomali dei giocatori.
Sotto il profilo fiscale, la riforma inasprisce le condizioni per le società titolari di piattaforme di gioco. Sono state definite nuove aliquote sul GGR (Gross Gaming Revenue):
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Tipologia di gioco |
Aliquota GGR |
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Scommesse sportive |
24,5% |
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Casinò online e giochi di abilità |
25,5% |
A questi importi si aggiunge un canone concessorio pari al 3% della NGR (Net Gaming Revenue) e l'obbligo normativo di destinare almeno lo 0,2% dei ricavi a iniziative per il gioco responsabile e la prevenzione delle dipendenze. Restano in vigore il divieto di pubblicità e sponsorizzazioni dirette e, per alcuni giochi come slot e bingo, ulteriori aumenti di canone e oneri annuali previsti dalla legge di bilancio 2025.
L'introduzione di queste nuove misure, secondo molti operatori, complica l'accesso soprattutto per le imprese di dimensioni ridotte e impone la ricerca di nuove strategie di marketing e affiliazione, a discapito delle attività promozionali di massa. Vi è anche il rischio, segnalato da alcune associazioni, di un aggravio dei costi sociali e sanitari indiretti, non compensati a sufficienza dal gettito fiscale assicurato allo Stato.
La tutela dalla dipendenza è uno degli aspetti più controversi dell'attuale disegno normativo. La sostituzione dell'Osservatorio nazionale con il nuovo Fondo per le Dipendenze Patologiche, gestito dal Ministero della Salute, e il taglio delle risorse dedicate alla prevenzione del gioco patologico, hanno suscitato forti critiche da parte di associazioni e operatori del settore sanitario. Sebbene il nuovo fondo ammonti a 94 milioni di euro annui per tutte le dipendenze, soltanto il 34,25% sarà destinato a piani regionali per la ludopatia, con un calo importante rispetto alle risorse precedenti.
Le misure previste per la tutela dei giocatori sono:
Un ulteriore elemento di preoccupazione riguarda la progressiva eliminazione dei cosiddetti “distanziometri” e delle restrizioni sugli orari di apertura, che nelle precedenti legislazioni avevano permesso agli enti locali di arginare la diffusione e la pervasività dell'offerta, specialmente in prossimità di scuole e presidi sanitari.