Dopo i recenti ribassi, l'oro torna sotto i riflettori: tra nuove previsioni per il 2025-2026, volatilit nei mercati, analisi di banche ed esperti, ruolo di banche centrali, ETF e prospettive d'investimento.
Il settore dei metalli preziosi si trova oggi al centro dell'attenzione degli investitori, dopo una fase di correzione che ha smorzato l'entusiasmo suscitato nel primo semestre del 2025. I più recenti cali del prezzo e le conseguenti prese di profitto registrate a livello globale hanno contribuito a ridefinire le aspettative, fornendo nuovi punti di partenza per analisi e strategie di accumulo. Se da un lato il valore dell'oro aveva superato i suoi massimi storici, toccando livelli record, dall'altro la successiva fase ribassista evidenzia come la volatilità sia ancora un elemento chiave del comparto.
Gli osservatori confermano che, nonostante la debolezza temporanea, la domanda di riserva proveniente da investitori istituzionali e banche centrali resta sostenuta, influenzando la traiettoria a medio e lungo termine. Analizzare attentamente questa nuova fase di consolidamento permette di comprendere al meglio le future prospettive e le opportunità legate all'oro fino al 2026.
Nelle ultime settimane il metallo prezioso è stato protagonista di oscillazioni generate da una serie di fattori macroeconomici e geopolitici. Il forte rialzo riportato nell'arco di pochi mesi aveva portato l'oro sopra quota 4.250 dollari l'oncia, aggiornando diversi record storici nel primo semestre 2025. Questo movimento è stato alimentato in larga parte dalla crescita della domanda da parte di operatori istituzionali, in particolare delle banche centrali che, specie nei paesi emergenti, hanno progressivamente accresciuto la quota di oro detenuta come riserva strategica.
La successiva correzione, partita dopo un'accelerazione forse eccessiva delle quotazioni, ha trovato linfa nella pubblicazione di dati macroeconomici statunitensi e nelle aspettative rispetto alle future mosse della Federal Reserve. L'ennesimo rinvio di decisioni nette sui tassi e la forza momentanea del dollaro hanno contribuito a rafforzare la tendenza al ribasso, sollecitando prese di profitto e spostando temporaneamente il focus su asset alternativi.
Anche il miglioramento del sentiment nei rapporti commerciali tra Stati Uniti e Cina ha contribuito a ridurre la pressione sulla domanda di oro come bene rifugio. Di conseguenza, l'oro è sceso verso l'area di 3.800-3.950 dollari l'oncia, livelli considerati dagli esperti come potenziali punti di ingresso per strategie di accumulo a medio termine:
Le nuove proiezioni degli analisti e delle principali banche d'affari riflettono, per l'orizzonte 2025-2026, un quadro caratterizzato da volatilità, ma con una tendenza di fondo impostata al rialzo. Gli esperti segnalano come la correzione in atto, benché fisiologica dopo i forti guadagni registrati, non abbia intaccato la solidità dei fattori strutturali che sostengono la domanda di investimento nell'oro.
Il trend dei tassi di interesse statunitensi, la tenuta dei fondamentali macroeconomici mondiali e il ruolo delle banche centrali nell'amministrazione delle riserve auree restano centrali nel delineare il perimetro delle stime future. Il rafforzamento del dollaro, la crescita più debole delle principali economie avanzate e le incertezze geopolitiche sono variabili che contribuiscono a mantenere alta la volatilità, ma allo stesso tempo offrono spazio a nuovi rally nelle fasi di turbolenza dei mercati finanziari.
Le previsioni sull'oro orientano verso una lenta ripresa delle quotazioni già dal secondo semestre del 2025, con possibili accelerazioni a partire dall'inizio del nuovo anno se dovessero concretizzarsi nuovi tagli ai tassi negli Stati Uniti e un ulteriore rafforzamento della domanda istituzionale.
A delineare le traiettorie di prezzo concorrono diversi centri studi e istituzioni finanziarie internazionali, le cui stime si articolano su intervalli e scenari di volatilità differenti:
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Fonte |
2025 (USD/oz) |
2026 (USD/oz) |
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Goldman Sachs |
3.300 - 3.520 |
4.000 (fino a 5.000 in caso di stress) |
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UBS |
3.800 - 4.200 |
3.900 - 4.200 |
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LongForecast |
n.d. |
3.496 - 5.080 |
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WalletInvestor |
n.d. |
3.492 - 3.839 |
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CoinCodex |
n.d. |
3.580 - 4.679 |
La convergenza delle stime sulle traiettorie rialziste viene rafforzata dalla coerenza delle proiezioni tra diverse fonti. Goldman Sachs individua anche scenari “tail-risk” in cui fattori straordinari potrebbero spingere il prezzo ben oltre i livelli base. UBS sottolinea la forza della domanda da ETF e banche centrali, con revisioni al rialzo rispetto alle precedenti proiezioni. WalletInvestor e CoinCodex suggeriscono un percorso di crescita più graduale, ma mai inverso.
Gli scenari di crescita differiscono in base a diversi elementi di rischio e di opportunità:
Alla base delle stime emergono alcuni driver strutturali che guidano la performance dell'oro:
Nonostante il quadro di medio periodo resti impostato sulla crescita, esistono rischi che possono sollecitare correzioni nel breve e raffreddare le stime più ottimistiche. Tra gli ostacoli si segnalano:
Il percorso di trasformazione seguito dal metallo giallo negli ultimi anni, da bene ciclico a asset strategico, trova oggi conferma nelle scelte degli investitori orientati alla protezione del capitale in uno scenario ancora segnato da forti incertezze. Gli approcci di asset allocation che includono oro fisico, ETF o strumenti correlati si dimostrano efficaci nella gestione dei rischi sistemici.
Nell'orizzonte del 2026, secondo le più attendibili analisi, la possibilità di assistere a nuovi massimi appare concreta soprattutto se dovessero prevalere gli scenari di stress dei mercati finanziari globali o se la domanda istituzionale dovesse mantenersi elevata. In tale contesto, il metallo prezioso rappresenta uno strumento capace di preservare il valore reale del patrimonio, concorrendo a mantenere stabile il portafoglio in contesti volatilità e offrendo benefici anche in termini di diversificazione geografica e valutaria.
Tra le strategie disponibili: l'acquisto programmato di oro fisico, investimenti in ETF replicanti, la selezione di strumenti a leva per chi possiede tolleranza al rischio. Valutare l'andamento degli indicatori macro e mantenere la flessibilità operativa permette di sfruttare a pieno le opportunità offerte dal metallo prezioso lungo tutto il 2026.