Il 2025 si apre con importanti novità normative che toccano diversi aspetti della vita quotidiana, dai trasporti al commercio, fino ai consumi.
Il 2025 porta con sé cambiamenti che coinvolgono diversi aspetti della vita quotidiana, dai trasporti alle abitudini di consumo. Mentre alcune misure, come i rimborsi automatici per i treni regionali, sono un passo in avanti nella tutela dei cittadini, altre, come le nuove regole sul mercato dell’usato e il fenomeno della shrinkflation, si inseriscono in un quadro di incertezze. Vediamo meglio:
Il meccanismo sarà automatizzato grazie a nuove piattaforme digitali che collegano i sistemi di bigliettazione alle aziende ferroviarie. L’obiettivo è eliminare procedure macchinose e garantire trasparenza e rapidità nei rimborsi. Restano alcune incertezze legate alla gestione dei rimborsi per abbonati e biglietti acquistati in contanti.
Con l’introduzione della nuova legge dell’Unione europea, il mercato dell’usato tra privati potrebbe subire un duro colpo. La normativa, entrata in vigore a inizio 2025, regolamenta le transazioni private attraverso un maggiore controllo e tracciabilità. Secondo le nuove disposizioni, i venditori privati sono obbligati a registrare le loro vendite su piattaforme digitali certificate, specificando dettagli come il prezzo e la natura del prodotto.
Se da un lato queste regole vogliono combattere l’evasione fiscale e garantire maggiore sicurezza nelle transazioni, dall’altro rischiano di scoraggiare molte persone dal vendere o acquistare beni usati. Gli esperti temono che i nuovi obblighi possano aumentare i costi di gestione e ridurre l’accessibilità del mercato e faovorire piattaforme commerciali già consolidate. Questo scenario potrebbe minare i principi di economia circolare per promuovere una cultura della sostenibilità e del riuso.
Il fenomeno della shrinkflation sta diventando sempre più evidente sugli scaffali dei supermercati ed è una delle strategie più controverse adottate dalle aziende per far fronte all’aumento dei costi di produzione. Ridurre la quantità di prodotto nelle confezioni senza modificare il prezzo, o addirittura aumentandolo, è una pratica che solleva questioni etiche e di trasparenza verso i consumatori.
Ad esempio, una confezione di pasta che prima conteneva 500 grammi ora ne contiene solo 450, ma il prezzo rimane invariato o aumenta. Questo stratagemma, sebbene legale, inganna spesso i consumatori che non notano immediatamente il cambiamento. Le associazioni di tutela dei diritti dei consumatori stanno chiedendo una maggiore chiarezza nelle etichette, con l’obbligo di evidenziare eventuali riduzioni di quantità. Per proteggersi, i consumatori dovrebbero abituarsi a confrontare i prezzi per unità di misura anziché per confezione, diventando più consapevoli nelle loro decisioni di acquisto.