Il diritto del lavoro rappresenta un settore peculiare della giurisprudenza, incentrato sulla tutela dei rapporti tra lavoratori, aziende ed enti previdenziali. Il confronto con scenari complessi, con licenziamenti, controversie salariali, sicurezza, discriminazioni e obblighi contrattuali, impone la valutazione ponderata delle spese legali, inclusi compensi, spese vive e oneri aggiuntivi.
L'avvocato specializzato in diritto del lavoro si occupa di gestire tutte le problematiche correlate ai rapporti tra datori di lavoro, lavoratori subordinati, collaboratori e talvolta enti previdenziali.
Questa figura giuridica assiste sia singoli lavoratori, sia sindacati, aziende individuali o società in ambiti che spaziano dalla redazione dei contratti, gestione licenziamenti, contestazioni disciplinari, riconoscimento diritti salariali e trasferimenti, fino ad affrontare situazioni di mobbing o discriminazione. Tra le attività più frequenti si segnalano:
- Consulenza preventiva su contratti individuali, patti di non concorrenza, inquadramento contrattuale;
- Assistenza nella risoluzione stragiudiziale (accordi, mediazioni);
- Redazione di lettere o ricorsi per contestazione disciplinare o licenziamento;
- Gestione di vertenze salariali e conteggi TFR;
- Tutela per infortuni sul lavoro, malattie professionali, demansionamento e sicurezza;
- Difesa in giudizio davanti al Giudice del Lavoro.
Come si determinano tariffe e compensi: criteri e normativa vigente
Il costo dell’assistenza legale di un avvocato del lavoro varia in funzione di parametri formali e sostanziali ed è risultato di un accordo tra avvocato e assistito: da qui scaturisce la
necessità di un preventivo scritto che dettagli criteri e voci di spesa. In caso di mancanza d’intesa, si fa riferimento ai
parametri forensi ministeriali aggiornati, che distinguono tra attività stragiudiziali, giudiziali, valore e complessità della pratica.
Per riassumere:
- i compensi orari: oscillano tipicamente tra 70 e 200 euro l’ora.
- i compensi forfettari: importo fisso per incarichi specifici.
- il compenso sul risultato: percentuale variabile sull’importo conseguito.
I parametri riconoscono voci per
spese generali obbligatorie (15%) e oneri fiscali (CPA 4%). L’avvocato ha l’obbligo di specificare ogni voce del preventivo e di differenziare tra propri onorari e spese vive (costi di notifica, bolli, CTU, etc.).
Le principali tipologie di pratiche e tariffe medie 2025
Le principali pratiche di cui si occupa un avvocato del lavoro sono di diverse tipologie e implicano costi differenti:
Servizio |
Fascia di prezzo tipica (€) |
Consulenza stragiudiziale |
70 – 300 (ora/sessione) |
Parere scritto su contratto / situazione |
150 – 500 |
Redazione lettera/contestazione |
100 – 350 |
Assistenza transazione / mediazione |
400 – 2.500 |
Gestione vertenziali salariali (TFR, stipendi, bonus) |
200 – 700 |
Causa in Tribunale (valore fino a 26.000 €) |
3.500 – 6.000* |
Causa in Tribunale (oltre 26.000 €) |
6.000 – 15.000* |
La differenza dei prezzi dipende da elementi come presenza di urgenza, necessità di consulenze tecniche, o all’avvio di trattative supplementari. Anche la località e la reputazione del professionista possono incidere sulle tariffe.
In generale, il costo medio per una consulenza semplice parte da 70-100 euro, anche in modalità online, e può salire fino a 250-300 euro per incontri complessi. Un parere dettagliato su questioni contrattuali, licenziamenti, patto di non concorrenza o problematiche salariali normalmente prevede un range dai 150 ai 500 euro.
Per pratiche di valore compreso tra 5.200 e 26.000 euro fissano una media di 1.985 euro per attività stragiudiziale complessa, mentre per valori superiori la soglia può raggiungere oltre 4.000 euro. Tali importi sono soggetti a maggiorazioni in funzione di urgenza e difficoltà.
Il costo medio di una causa in ambito lavoristico dipende dalla complessità, dal numero di fasi processuali e dal valore economico della controversia. Una vertenza tipica in Tribunale comporta:
- Fase di studio e predisposizione degli atti (ricorsi/citazioni)
- Partecipazione alle udienze
- Istruttoria e discussione in aula
- Redazione atti finali e memorie
Sulla base dei parametri forensi aggiornati, il
compenso medio per vertenze fra 5.200 e 26.000 euro si attesta intorno ai 5.077 euro, cui si sommano:
- 15% spese generali obbligatorie;
- 4% di CPA;
- IVA ove dovuta;
- spese vive (contributo unificato, notifiche, CTU ecc.) variabili.
Per controversie dal valore superiore, la parcella può raggiungere anche 14.000 euro e oltre.
Fattori che influenzano il costo di un avvocato del lavoro
Diversi elementi incidono sulla composizione della parcella:
- Complessità della materia (molteplicità delle questioni tecniche, urgenza, presenza di più parti coinvolte);
- Esperienza del professionista (un avvocato con lunga anzianità e reputazione consolidata può richiedere onorari superiori);
- Durata e numero di fasi del procedimento;
- Valore economico della controversia;
- Necessità di ricorrere a consulenti, periti tecnici, traduzioni giurate;
- Zona geografica e dimensione dello studio legale;
- Eventuali accordi di pagamento agevolato o formule personalizzate.
Spese aggiuntive e modalità di pagamento: acconti, anticipi e saldo
Oltre all’onorario riferito alle prestazioni professionali, la
parcella può contenere spese vive (contributo unificato, notifiche, cancelleria, CTU), diritti di segreteria, bolli ed eventuali costi di trasferte. Normalmente viene richiesto un acconto iniziale dopo la firma della lettera di incarico, seguito da uno o più saldi intermedi e il pagamento finale.
- Acconto: copre l’avvio della pratica e i primi atti;
- Saldo: dovuto a conclusione del mandato o della singola fase processuale;
- Possibilità di rateizzazione o pagamenti intermedi, su accordo scritto.
Il cliente, anche in caso di esito sfavorevole della causa, è tenuto al compenso concordato. Gli accordi possono prevedere la suddivisione della spesa nel tempo o clausole relative all’andamento del processo, sempre secondo la normativa vigente.
FAQ sui costi dell’avvocato del lavoro: risposte ai dubbi più comuni
- È obbligatorio un preventivo scritto?
Sì, la normativa attuale lo impone per garantire trasparenza e tutela reciproca.
- L’onorario comprende le spese vive?
No, solitamente sono conteggiate a parte e dettagliate nel preventivo.
- Quanto costa una consulenza online?
I costi partono da circa 50 euro per consulenze semplici.
- Cosa fare se la parcella appare troppo alta?
È possibile rivolgersi al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati per un parere di congruità.
- Si può pagare in più soluzioni?
Sì, spesso viene prevista rateizzazione, previo accordo.