Il rapporto Agenas offre una panoramica dettagliata delle performance dei pronto soccorso italiani e mette in luce eccellenze e criticità.
Il nuovo rapporto Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) ha fornito un quadro dettagliato della situazione dei pronto soccorso italiani. L’obiettivo dello studio è di analizzare la qualità del servizio, identificando le eccellenze e le aree critiche, in un contesto in cui i pronto soccorso sono un punto nevralgico del sistema sanitario nazionale. Gli indicatori principali utilizzati includono i tempi di attesa per il ricovero o la dimissione, nonché la percentuale di abbandoni da parte dei pazienti a causa di attese troppo lunghe. Vediamo quindi;
Altre eccellenze sono il Brotzu di Cagliari e l’Ospedale di Perugia, entrambi con attese prolungate inesistenti. Anche il Policlinico di Milano e il Policlinico di Pavia mostrano performance di alto livello, confermando la capacità di gestire un flusso costante di pazienti senza compromettere l’efficienza.
In netta contrapposizione, alcune strutture del Centro-Sud si trovano ad affrontare difficoltà notevoli. Il Policlinico Tor Vergata di Roma registra un dato allarmante: il 12,3% dei pazienti ha atteso oltre 48 ore prima di essere dimesso o ricoverato. Altre strutture critiche includono il Cardarelli di Napoli, con una percentuale di attese prolungate pari al 9,1%, e il San Camillo di Roma al 7%. Anche l’Ospedale Cervello di Palermo e l’Ospedale di Cosenza si collocano tra i pronto soccorso con tempi di attesa più lunghi, rispettivamente con il 5,3% e il 5%.
Un dato preoccupante riguarda anche il tasso di abbandono, che è una spia dell’insoddisfazione dei pazienti. L’Ospedale Cervello di Palermo detiene il primato negativo con un tasso di abbandono del 24%, seguito dall’Ospedale dei Colli di Napoli al 19,6% e dal Civico Benfratelli di Palermo con il 18,9%. Tra gli ospedali universitari, il G. Martino di Messina registra un tasso di abbandono significativo, pari al 17,4%, mentre il Policlinico Tor Vergata di Roma si attesta al 15,7%.
Il rapporto Agenas sottolinea un marcato divario tra Nord e Sud Italia, non solo in termini di efficienza ma anche di risorse disponibili. Le strutture del Nord, come quelle del Veneto e della Lombardia, si distinguono per una gestione organizzativa ottimale, supportata da risorse adeguate e da una pianificazione sanitaria efficace. Al contrario, nel Sud, la mancanza di personale medico e infermieristico, unita a infrastrutture spesso inadeguate, contribuisce a rendere i pronto soccorso meno performanti.
I principali fattori che incidono sulla qualità del servizio includono la carenza di personale, che aumenta i tempi di attesa, e l’elevato numero di accessi impropri, spesso dovuti all’assenza di filtri efficaci da parte dei medici di base e delle guardie mediche. Inoltre, la mancanza di posti letto nelle strutture ospedaliere aggrava la situazione, ritardando il trasferimento dei pazienti dai pronto soccorso ai reparti di degenza.
Per affrontare queste criticità, l’Agenas suggerisce una serie di interventi, tra cui il potenziamento del personale sanitario, l’incremento delle risorse tecnologiche e l’introduzione di strumenti di triage più efficienti.