Diventano più importanti le responsabilità degli infermieri che operano nei pronto soccorso dopo la recente nuova sentenza della Cassazione: cosa prevede
Quali sono le responsabilità degli infermieri di Triage al Pronto Soccorso? Sono tanti e diversi i motivi per cui ci si reca al pronto soccorso, che in ambulanza o con i propri mezzi. Una volta giunti, si deve effettuare l’accettazione o triage, fase durante la quale ogni paziente riceve un determinato numero associato ad un codice di coloro differente in base all’urgenza del caso.
Si passa dal bianco per i casi decisamente poco urgenti e differibili al rosso, che indica i casi più gravi e urgenti da trattare. Vediamo qual è nel dettaglio il ruolo degli infermieri in questa fase di visita di un paziente e cosa ha decretato una recente sentenza della Cassazione.
Per i giudici, dunque, gli infermieri in pronto soccorso hanno sempre la responsabilità di valutare la gravità dei pazienti, rifacendosi alle linee guida di riferimento costituite dalla Conferenza Stato-Regioni il 25 ottobre del 2001.
Il documento ha sottolineato come il triage deve essere svolto da un infermiere esperto e specificamente formato, capace di leggere e valutare i segni e i sintomi del paziente per identificare condizioni potenzialmente pericolose per la vita.
Lo stesso infermiere deve poi assegnare un codice di gravità per stabilire la priorità di accesso alla visita medica in base a:
La recente sentenza deriva da un caso in cui i giudici hanno riconosciuto la responsabilità penale di un infermiere per il decesso di un paziente in crisi asmatica, lasciato in attesa al Pronto soccorso per oltre 45 minuti, senza un adeguato monitoraggio e senza l’allerta tempestiva al medico di turno.
L’uomo aveva riferito al personale del triage di avere difficoltà respiratorie. Nonostante ciò, gli era stato assegnato un codice verde e non era stato eseguito alcun ulteriore controllo successivo alla prima rilevazione dei parametri vitali.
L’infermiere aveva sin dall’inizio rilevato una respirazione difficoltosa e rumorosa, ma non aveva considerato l’aggravarsi delle condizioni o valutato altri fattori di rischio, come una possibile allergia.
Secondo la Corte di Cassazione, il comportamento dell’infermiere ha violato le linee guida per il triage, che impongono il monitoraggio continuo dello stato del paziente e la rivalutazione della situazione in caso di peggioramento.
L’errore è stato ritenuto determinante, perché l’intervento medico, sollecitato adeguatamente dall’infermiere, avrebbe potuto salvare la vita dell’uomo.
La sentenza della Cassazione risulta importante e da rispettare per garantire la sicurezza dei pazienti, sottolineando che, anche nei casi di assegnazione del codice verde, non si deve mai abbassare la guardia e l’infermieri ha sempre il dovere di vigilanza, perché le condizioni reali di un paziente possono essere ben diverse dalle prime riscontrate e i sintomi possono cambiare ed anche evolversi.