Stellantis affronta una trasformazione globale: tra l'influenza crescente delle aziende cinesi, nuove strategie industriali, alleanze innovative e sfide rilevanti per l'industria italiana, cambiano l'identità e le prospettive del gruppo.
L'industria automotive sta attraversando una profonda trasformazione caratterizzata da una crescente connessione tra produttori europei e cinesi. In questo scenario, il gruppo Stellantis si distingue per le sue scelte, che vanno dall'espansione sui mercati asiatici alle collaborazioni con società d'eccellenza nel campo della tecnologia elettrica e della mobilità autonoma. L'attenzione sulle recenti decisioni strategiche riflette la volontà dell'azienda di ridefinire il suo ruolo globale e di consolidare la posizione competitiva in un contesto segnato da rapidi cambiamenti tecnologici, pressioni concorrenziali e nuove aspettative sociali sulla transizione verso veicoli a basse emissioni.
Stellantis, realtà nata dall'unione di PSA e FCA, negli ultimi anni ha adottato un approccio strutturato verso la ridefinizione dei confini produttivi e commerciali, avvalendosi di partnership mirate con alcuni tra i principali player cinesi.
Un elemento centrale di questa strategia è rappresentato dall'ingresso in Leapmotor, azienda fondata nel 2015 a Hangzhou e ormai tra i protagonisti della mobilità elettrica in Cina e in Europa. Attraverso l'acquisizione di una quota di circa il 20% e la nascita della joint venture "Leapmotor International", Stellantis ha puntato su soluzioni innovative e a basso costo per il mercato europeo, con benefici reciproci in termini di ricerca, sviluppo e commercializzazione.
La crescita esponenziale di Leapmotor si riflette sia nel valore delle azioni, più che raddoppiato nel giro di pochi mesi, sia nell'esplosione delle immatricolazioni in Europa. L'offerta di modelli city car compatti dai prezzi accessibili ha incontrato il favore di un pubblico alle prese con il rialzo dei costi nell'ambito dei veicoli a trazione elettrica, dimostrando l'efficacia dell'integrazione tra le competenze ingegneristiche europee e la tecnologia cinese.
La collaborazione si estende anche a Jeep, iconico marchio nell'universo SUV e fuoristrada. Sono previsti veicoli sviluppati insieme a Dongfeng Motor, società cinese già partner di Stellantis per Peugeot e Citroën. L'obiettivo è unire la tradizione stilistica di Jeep con l'avanzata tecnologia elettrica cinese, proiettando il marchio verso una nuova era di competitività globale e tracciando la rotta per futuri successi nei segmenti a più alta crescita.
Nel settore della mobilità autonoma, la cooperazione con Pony.ai, società leader nell'intelligenza artificiale applicata ai trasporti, punta a inserire robotaxi e soluzioni di trasporto autonomo sulle strade europee a partire dal 2026, con una sinergia destinata a modellare nuove esperienze di viaggio urbane e commerciali.
Le scelte strategiche di Stellantis orientano le dinamiche occupazionali e industriali in Italia. Il trasferimento di competenze e produzione verso la Cina e altri Paesi europei ha generato una serie di polemiche sia tra i lavoratori sia nell'opinione pubblica, alimentate dal rischio percepito di una progressiva marginalizzazione dei poli produttivi nazionali.
Negli ultimi anni sono aumentate le interruzioni temporanee nelle fabbriche di Cassino e Pomigliano, a fronte della riduzione della domanda e delle riorganizzazioni di filiera. Il rallentamento di alcuni progetti, come la sospensione della gigafactory di Termoli, sottolinea la complessità dell'equilibrio tra innovazione, sostenibilità e tutela delle eccellenze manifatturiere italiane.
Il ricorso alla manodopera specializzata cinese, soprattutto nelle fasi di costruzione e avviamento di nuovi impianti all'estero, è stato interpretato da parte delle sigle sindacali e dei media come un segnale di debolezza competitiva dell'Europa. Allo stesso tempo, i finanziamenti destinati a progetti transnazionali hanno sollevato interrogativi sulla destinazione effettiva delle risorse europee in un quadro sempre più globalizzato.
Nonostante il clima di incertezza, alcune fonti sottolineano come il mantenimento delle attività di ricerca e sviluppo in Europa e la prospettiva di nuove professionalità collegate alle tecnologie del futuro possano trasformare questa fase critica in un'opportunità per rilanciare la filiera automobilistica.
Nell'ambito della trasformazione digitale e della mobilità intelligente, Stellantis rappresenta un pioniere grazie al sodalizio con Pony.ai. L'obiettivo di questa partnership è lo sviluppo di servizi di trasporto automatizzato e soluzioni urbane di nuova generazione. Il programma si concentra inizialmente sui veicoli commerciali leggeri, segmento in cui l'azienda mantiene da tempo una leadership riconosciuta.
Le prospettive delineate prevedono la diffusione di robotaxi sulle strade di numerose città europee a partire dal 2026. Dopo le fasi di prova e validazione tecnica, la collaborazione mira a scalare rapidamente il modello su larga scala, sfruttando l'infrastruttura e il portafoglio di marchi presenti nel continente.
I dati confermano che la guida autonoma sta già trasformando l'industria in Cina e che le soluzioni offerte da Pony.ai - dal “Virtual Driver” ai sistemi avanzati di sensoristica e intelligenza artificiale - puntano a innalzare gli standard di sicurezza e qualità del trasporto.
La visione è quella di trasformare il concetto di mobilità urbana, rendendo il trasporto più accessibile e all'avanguardia, combinando le eccellenze europee in termini di servizi urbani con l'innovazione tecnologica generata in Asia.
Il recente annuncio della realizzazione di una gigafactory di batterie a Saragozza, in collaborazione con CATL, ha innescato reazioni contrastanti e acceso il dibattito sulla sovranità industriale europea nel settore automotive.
La futura fabbrica, realizzata con il contributo di circa 2.000 operai cinesi appositamente trasferiti per la costruzione e la messa in opera dell'impianto, riflette la mancanza di manodopera europea specializzata nel comparto delle batterie. Una volta ultimati i lavori, si prevede che la produzione venga gestita principalmente da personale spagnolo. Il sito avrà il compito di assicurare la fornitura di batterie LFP (litio-ferro-fosfato) destinate alle prossime generazioni di veicoli elettrici del gruppo.
Dal punto di vista finanziario, il progetto supererà i 4 miliardi di euro di investimento, una parte dei quali sostenuta da fondi europei. Il trasferimento di know-how, la condivisione di risorse e l'interesse strategico della Cina hanno suscitato reazioni nel mondo politico e industriale, tra chi evidenzia la necessità di accelerare la transizione verde e chi teme la perdita di autonomia tecnologica europea:
Punti di forza della gigafactory |
Punti critici sollevati |
Partnership con uno specialista mondiale delle batterie |
Ricorso a manodopera straniera per la costruzione |
Maggiore indipendenza europea nell'approvvigionamento batterie |
Dipendenza crescente dalla tecnologia cinese |
Creazione di 3.000 posti di lavoro locali a regime |
Discussioni sull'allocazione dei fondi UE |
La fabbrica di Saragozza assume un peso specifico nell'ambito della transizione energetica, rappresentando un banco di prova per la collaborazione tra aziende occidentali e fornitori cinesi in vista delle sfide imposte dalla concorrenza asiatica e dai regolamenti UE sempre più stringenti sui target ambientali.