La Manovra Finanziaria 2026 si presenta con una dotazione di 18,7 miliardi di euro, in un contesto segnato da forte attenzione alla sostenibilità della finanza pubblica e dalla necessità di non aggravare il deficit. Il governo ha dichiarato una linea di continuità con le precedenti manovre, orientandosi su interventi specifici per famiglie, lavoratori e imprese.
Le risorse previste per quest’anno sono destinate in particolare a sostenere il ceto medio e le famiglie, mediante un pacchetto di misure fiscali e sociali che, tuttavia, non riesce a includere molte delle innovazioni annunciate nei mesi precedenti.
Le principali misure approvate nella Manovra 2026
Nel testo definitivo della Manovra 2026 trovano spazio interventi mirati di carattere fiscale e sociale. Le novità riguardano principalmente la riduzione dell’aliquota IRPEF per il secondo scaglione di reddito, la conferma della nuova rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali, un potenziamento dei bonus per le famiglie, misure ponte sul fronte delle pensioni e il mantenimento di sgravi per i lavoratori e le imprese. Tra gli elementi rilevanti spiccano:
- Riduzione dell’aliquota IRPEF dal 35% al 33% per i redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro, con benefici progressivi fino a 440 euro annui per i contribuenti interessati.
- Potenziamento del bonus mamme, che aumenta da 40 a 60 euro mensili per le lavoratrici con almeno due figli.
- Esclusione della prima casa dal calcolo dell’ISEE in presenza di parametri specifici.
- Nuova edizione della rottamazione delle cartelle con modalità più severe rispetto alle precedenti, consentendo un pagamento dilazionato fino a 9 anni per i soggetti in regola con la dichiarazione dei redditi.
- Rifinanziamento dei bonus casa e proroga dei principali strumenti a sostegno delle ristrutturazioni e dell’efficientamento energetico.
- Incremento del fondo sanitario nazionale, con una destinazione principale verso il rinnovo dei contratti, la prevenzione, l’assistenza domiciliare e il potenziamento del personale.
- Misure premiali sul lavoro: detassazione dei premi di produttività, flat tax al 5% sugli incrementi contrattuali e aumento della soglia esentasse dei buoni pasto elettronici.
Le novità sulle pensioni: aumento età pensionabile e misure ponte
Dal 2027, l’età pensionabile salirà gradualmente da 67 a 67 anni e 3 mesi, per poi arrivare a 67 anni e 5 mesi dal 2029, secondo lo schema previsto dalla riforma Fornero e dagli adeguamenti ISTAT. L’intervento si sviluppa gradualmente: un mese in più nel 2027, altri due nel 2028. Sono, però, previste
deroghe per i lavori usuranti e per il personale della scuola dell’infanzia, che potranno continuare a usufruire delle vecchie regole di accesso.
Restano in vigore le misure di uscite anticipata di Ape Sociale, Opzione Donna e Quota 103. Viene, inoltre, confermato un aumento delle pensioni minime di circa 20 euro al mese, misura giudicata non sufficiente dai sindacati e dalle associazioni di categoria, e rimane il sistema selettivo di rivalutazione su base inflazionistica per gli assegni più elevati.
Interventi per lavoratori e imprese: premi, bonus e sgravi
Il capitolo lavoro e imprese della manovra prevede misure per sostenere la produttività e favorire la competitività, con un’attenzione particolare ai lavoratori dipendenti. In particolare:
- Detassazione dei premi di produttività, con riduzione dell’imposta sostitutiva dal 5% all’1% e innalzamento della soglia massima da 3.000 a 5.000 euro.
- Aumento della soglia esentasse dei buoni pasto elettronici, che passa da 8 a 10 euro al giorno, lasciando invariata quella per i buoni cartacei (4 euro), con l’intento di favorire l’adozione di strumenti digitali.
- Superdeduzione fino al 130% per il costo del lavoro in caso di nuove assunzioni di soggetti svantaggiati.
- Proseguimento del credito d’imposta per gli investimenti nelle Zone Economiche Speciali e nelle Zone Logistiche Semplificate, pur con risorse giudicate modeste dagli operatori.
Le misure annunciate ma assenti dal testo finale
Nonostante le numerose promesse e anticipazioni dei mesi scorsi, diverse misure fortemente auspicate non sono confluite nella Legge di Bilancio 2026 definitiva. Fra le
misure annunciate che mancano nella manovra finanziaria 2026 si segnalano:
- Detassazione della tredicesima mensilità per lavoratori dipendenti e pensionati, ipotesi più volte rilanciata ma non realizzata per limiti di copertura finanziaria.
- Adeguamento automatico dei contratti per mancato rinnovo, una proposta di agganciare aumenti retributivi all’inflazione nel caso di stallo delle trattative, rimossa per vincoli di bilancio.
- Potenziamento delle pensioni anticipate: la riforma attesa, che avrebbe reso più agevole il ricorso alla pensione con quota 41 o opzione donna estesa, o uscita anticipata a 64 anni di età usando il Tfr, è rimasta fuori dal testo.
- Nuovo piano casa strutturale, promesso dalla presidente del Consiglio e pensato per favorire i giovani, non finanziato a causa di stanziamenti giudicati insufficienti rispetto alle necessità.
- Detrazioni per i libri scolastici, proposta introdotta in bozza per sostenere le famiglie, eliminata per mancanza di risorse.
- Tassazione agevolata sui rendimenti dei fondi pensione, altra misura considerata in diverse fasi ma non inserita per esigenze di copertura e per mantenere la sostenibilità dei conti pubblici.
- Aumento della soglia esentasse dei fringe benefit, che era stato annunciato da mille a 2mila euro per i lavoratori dipendenti senza figli e da 2mila a 4mila euro per chi ha figli a carico.
Mancano novità interessanti ed eclatanti per le Partite iva, fuori da ogni genere di intervento di sostegno, aiuto e aumenti
Manca nella nuova Manovra Finanziaria anche il blocco dell'aumento dell'età per andare in pensione a partire dal primo gennaio 2027.
A queste mancanze si aggiunge l’assenza di vari altri progetti sperimentali, come il rafforzamento del quoziente familiare, nuovi sgravi sul welfare contrattuale e riforme strutturali sul mercato del lavoro. Si tratta di esclusioni che hanno provocato reazioni negative sia tra le parti sociali che tra le associazioni di categoria.
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