Il Governo guidato da Giorgia Meloni ha deciso di affidare ad Amazon Business gli acquisti della pubblica amministrazione: accordi, limiti di spesa e le tipologie di beni coinvolti cambiano la gestione delle forniture di Stato.
La pubblica amministrazione italiana ha storicamente prediletto strumenti e piattaforme di approvvigionamento tradizionali, tutelando il tessuto commerciale locale e mantenendo canali consolidati nel tempo. Tuttavia, la decisione della Presidenza del Consiglio, sotto la guida di Giorgia Meloni, di includere Amazon Business tra le modalità ufficiali di acquisto rappresenta un significativo segnale di cambiamento nelle strategie di gestione degli acquisti pubblici.
La nuova delibera, firmata da Gabriella Salone, coordinatrice dell’ufficio gare e contratti di Palazzo Chigi, segna una risposta concreta alle esigenze di razionalizzazione e ottimizzazione della spesa pubblica. Se da un lato l’impiego della piattaforma di e-commerce promette tempi di consegna più rapidi, maggiore concorrenzialità dei prezzi e una più ampia varietà di scelta, dall’altro apre il dibattito su possibili ripercussioni socio-economiche: la presenza di multinazionali nella fornitura di beni alla pubblica amministrazione desta infatti alcune preoccupazioni, soprattutto tra i sostenitori del commercio locale.
Con questa iniziativa, la Presidenza del Consiglio affianca Amazon Business ai canali già consolidati, scegliendo di diversificare gli strumenti a propria disposizione. L’adesione a un operatore privato di tali dimensioni rappresenta una svolta significativa, capace di stimolare riflessioni su trasparenza, efficienza procedurale e gestione delle risorse pubbliche in un quadro normativo che resta ben ancorato agli obblighi dettati dal Codice dei contratti pubblici.
L’accordo siglato tra la Presidenza del Consiglio e Amazon Business risulta peculiare sia per la struttura contrattuale che per le novità procedurali introdotte. Dal punto di vista finanziario, il tetto massimo di spesa fissato è pari a 135 mila euro oltre IVA, distribuiti nell’arco temporale di tre anni: nel dettaglio, 90 mila euro sono riservati al primo biennio, con la possibilità di attivare una proroga opzionale di ulteriori 45 mila euro per l’anno seguente.
Il contratto si distingue dai precedenti schemi utilizzati all’interno della pubblica amministrazione per almeno due motivi sostanziali. Innanzitutto, la Presidenza del Consiglio ha accettato integralmente le condizioni predisposte dal fornitore: ciò significa che nessuna delle clausole contrattuali, delle condizioni generali e dei termini di utilizzo è stata oggetto di negoziazione o di particolare personalizzazione, ma semplicemente sottoscritta così come proposta dal colosso dell’e-commerce.
“I termini e le condizioni di utilizzo della Piattaforma Amazon Business sono predeterminate unilateralmente dal fornitore, avendo la Presidenza del Consiglio dei ministri la sola possibilità di aderire alle stesse”, recita la delibera dirigenziale, attestando una deroga alle prassi standard secondo cui la PA impone criteri contrattuali a tutela del proprio interesse istituzionale.
Ulteriore novità rispetto ai dispositivi normativi ordinari - richiamati ad esempio dal d.lgs. n. 36/2023 (art. 53 comma 4) - è rappresentata dalla scelta di non richiedere la cauzione definitiva. Tale opzione è stata giustificata dal basso rischio d’inadempimento associato ad Amazon, la cui solidità finanziaria e organizzativa è stata valutata tale da non rendere necessaria l’esigibilità di un deposito cauzionale.
Si delinea, quindi, uno scenario in cui rigore contabile e fiducia nelle capacità operative del fornitore convivono, pur restando all’interno dei margini consentiti dalla disciplina sugli appalti pubblici e delle vigenti direttive in materia di trasparenza e affidabilità nella gestione dei contratti della pubblica amministrazione.
| Spesa massima autorizzata | 135.000 € + IVA (triennale) |
| Ripartizione temporale | 90.000 € + IVA (primi due anni) +45.000 € + IVA (eventuale terzo anno) |
| Condizioni contrattuali | Accettazione integrale delle clausole Amazon |
| Cauzione definitiva | Non richiesta |
La valutazione di questi elementi, in ottica di trasparenza e tracciabilità, conferma l’obiettivo di ottimizzare procedure e tempi di approvvigionamento, con la PA che, seppur aderendo a condizioni non negoziate, mantiene l’impegno al rispetto degli standard di legalità e di prudenza amministrativa.
L’inserimento di Amazon Business fra i canali ufficiali per l’acquisizione di beni risponde a esigenze precise, orientate alla modernizzazione dei processi pubblici e alla semplificazione gestionale dei flussi di materiale destinato agli uffici istituzionali. Il paniere di prodotti acquistabili è ampio e trasversale, rispecchiando la pluralità delle necessità operative di Palazzo Chigi.
Secondo la delibera ufficiale, tra le principali categorie merceologiche rientrano:
La scelta dei prodotti ricade su quelli che risultano strettamente funzionali al corretto svolgimento delle attività amministrative, come previsto dalle regole sull’economicità e sul buon andamento dell’azione pubblica. Il coordinamento tra uffici interni garantisce la stretta corrispondenza tra richieste, quantità ordinate e controllo della spesa, anche grazie agli strumenti di monitoraggio già implementati con Amazon Business.
Di seguito, una tabella riepilogativa delle principali categorie di beni acquistati:
| Categoria merceologica | Esempi di prodotti |
| Materiale di consumo | Toner, carta, cartucce, cancelleria |
| Arredi per ufficio | Scrivanie, sedie, armadi |
| Dispositivi informatici | Computer, stampanti, periferiche |
| Audio/video/fotografia | Videocamere, microfoni, apparecchi ottici |
| Libri e pubblicazioni | Testi scientifici, manuali, riviste |
| Elettrodomestici | Forni, frigoriferi, piccoli dispositivi per l’ufficio |
Oltre all’aspetto logistico e contabile, l’approvvigionamento tramite piattaforme come quella scelta dall’esecutivo punta anche alla trasparenza delle operazioni e al rispetto dei principi di tracciabilità, economicità e controllo della spesa pubblica. Il ricorso al nuovo canale vuole assicurare continuità di servizio, aggiornamento tecnologico e, non meno rilevante, costi competitivi rispetto ai canali di fornitura tradizionali.
La flessibilità garantita dall’accordo consente una puntuale risposta alle esigenze sia ordinarie sia straordinarie, nel pieno rispetto delle normative in materia di appalti e dell’attenzione all’uso responsabile delle risorse pubbliche.