Quali sono le soluzioni possibili nel caso in cui la pensione di invalidità venga diminuita o revocata dall’Inps e i casi specifici
La pensione di invalidità è una prestazione assistenziale riconosciuta dall’Inps ai soggetti a cui viene riconosciuta una percentuale invalidante allo svolgimento dell'attività lavorativa o di quelle quotidiane tra il 74 e il 99%, il cui importo viene inizialmente determinato in base a specifiche regole definite dalla legge e può variare nel corso del tempo per diversi motivi, legati sia a modifiche normative che a cambiamenti nelle condizioni personali ed economiche del beneficiario.
La pensione di invalidità può essere rivista sia al rialzo, per l'adeguamento annuale degli importi all’inflazione dovuto alla rivalutazione, che al ribasso e anche le periodiche revisioni dell'invalidità effettuate dalle commissioni mediche dell'Inps possono influire sulle somme da erogare.
Il termine è perentorio: se trascorrono più di sei mesi non è più possibile opporsi alla decisione. E', però, prima necessario valutare attentamente i documenti medici che danno diritto a ricevere la prestazione.
Se, infatti, con il passare del tempo si sono registrati miglioramenti delle condizioni di salute, è previsto dalla legge che l'importo riconosciuto di pensione di invalidità si riduca o che venga del tutto revocato.
In ogni caso, il ricorso contro la riduzione o la revoca della pensione di invalidità deve essere presentato all'Inps, direttamente o tramite patronati o altri soggetti abilitati, per un ricorso amministrativo, o al Tribunale competente, nel caso in cui si tratti di un ricorso giudiziario.
La pensione di invalidità può essere diminuita o revocata in diversi casi, a partire dalla mancata presentazione dell’apposita comunicazione dei redditi percepiti all’Inps o all’Agenzia delle Entrate, perché il riconoscimento degli importi dovuti dipende proprio dal reddito percepito dal soggetto interessato.
Un altro caso in cui può essere revocato il trattamento è quello che si verifica quando il soggetto che la percepisce non si presenta alla visita di revisione.
In tal caso, la prestazione economica viene bloccata dal primo giorno del mese successivo a quello della convocazione e l’interessato riceve anche l'invito a presentare entro 90 giorni all'Inps la giustificazione dell'assenza.
L'Istituto di previdenza ha, infatti, l’obbligo di verificare periodicamente la permanenza delle condizioni patologiche contenute nel verbale sanitario di accertamento dell'invalidità civile e se, al termine della visita, ritiene che la situazione sia migliorata, per esempio a seguito dell'innesto di una protesi innovativa o di un trapianto ben riuscito, lo stesso Inps può ridurre o cancellare l'invalidità.
Ricordiamo che, con il nuovo Decreto Disabilità, sono state riviste le modalità di revisione delle prestazioni assistenziali, in modo da rendere il procedimento più rapido.
Scatta, infine, la revoca del pagamento della pensione di reversibilità anche quando il soggetto beneficiario si trasferisce all’estero.