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Influenza, 800mila a letto e aumenteranno nei prossimi giorni: conseguenze in aziende e uffici

di Marcello Tansini pubblicato il
influenza e ripercussioni su lavoro e uf

Con l'arrivo della variante K, l'influenza sta mettendo a letto oltre 800mila italiani e cresce l'allarme per nuove ondate. Le ripercussioni sul lavoro, soprattutto in determinati settori e reparti, come i magazzini, si stanno facendo sentire in un periodo come quello natalizio e di fine anno gią di per sč fitto di scadenze

Sull’intero territorio nazionale si registra un accentuato incremento delle sindromi respiratorie acute, confermato dai più recenti rapporti dell’Istituto Superiore di Sanità. Solo negli ultimi sette giorni, oltre 816mila persone sono rimaste a letto a causa della circolazione virale. Le statistiche sottolineano quasi 100mila nuovi casi in più rispetto alla settimana precedente, testimoniando il pieno sviluppo della stagione influenzale. Tale andamento, impattando direttamente sulla vita quotidiana e lavorativa, vede la fascia pediatrica e le regioni del Sud maggiormente colpite. La rapida escalation dei contagi richiama l’attenzione sulla necessità di un monitoraggio attento e risposte efficaci sia dal punto di vista sanitario che sociale.

Epidemiologia e diffusione: il nuovo scenario dell'influenza con la variante K

Secondo i dati epidemiologici aggiornati, oltre il 40% dei casi è riconducibile a virus influenzali, con preponderanza della variante K del virus A/H3N2. Questa variante, identificata nel subclade 2a.3a.1, si distingue per una particolare capacità di diffusione e trasmissibilità: più della metà dei contagi analizzati negli ultimi rapporti virologici sono attribuiti a questo ceppo. L’Istituto Superiore di Sanità e l’Organizzazione Mondiale della Sanità rilevano che, sebbene questa mutazione si diffonda rapidamente anche grazie a un vantaggio evolutivo, non sono stati osservati quadri clinici più gravi rispetto alle stagioni precedenti.
L’incidenza tocca valori più elevati nella fascia di età tra 0 e 4 anni (42 casi ogni 1000 assistiti), circa tre volte la media nazionale. Dal punto di vista territoriale, Sud, isole e specifiche aree come Sardegna, Campania e Sicilia presentano i tassi di crescita più alti, con un passaggio repentino da livelli di diffusione moderata a massimi livelli d’intensità. La variante K ha anche mostrato alcune mutazioni che le consentono di eludere parzialmente l’immunità residua, aggravando la pressione soprattutto nei soggetti meno esposti negli anni precedenti. I dati RespiVirNet riportano inoltre che i vaccini attualmente disponibili mantengono un’efficace protezione contro le complicanze severe, pur rimanendo da definire in modo preciso la loro efficacia nell’arginare del tutto la sintomatologia legata al nuovo ceppo.

Impatti dell'ondata influenzale su aziende, uffici e produttività

L’incremento degli episodi influenzali in Italia ha causato una diffusa assenza dai luoghi di lavoro, con gravi ripercussioni per il tessuto produttivo. La cifra degli 800mila ammalati nella sola ultima settimana evidenzia l’impatto sulle aziende, uffici pubblici e privati, costringendo numerose realtà a riorganizzare turnazioni e processi gestionali per fronteggiare improvvisi vuoti d’organico.
L’incremento delle assenze colpisce maggiormente i settori che richiedono lavoro in presenza e mansioni non delocalizzabili, aggravando le difficoltà già note in periodi ad elevato tasso di malattia stagionale. Si osservano:

  • Diminuzione della produttività dovuta al rallentamento delle attività quotidiane
  • Maggior pressione su chi resta operativo, con conseguente aumento dello stress e del rischio di errore
  • Costi aggiuntivi per le imprese legati a sostituzioni temporanee e gestione delle pratiche di assenza
  • Effetti a catena sul sistema sanitario per le richieste di certificati, consulenze e accessi ai servizi medici
L’impatto si moltiplica nelle famiglie, dove l’assenza di genitori o caregiver per malattia propria o dei figli comporta ulteriori disagi organizzativi. Gli enti pubblici sono chiamati a valutare piani straordinari per assicurare la continuità dei servizi essenziali, mentre molte aziende stanno rafforzando le procedure di smart working dove possibile. Anche il settore della sanità risente di questa pressione con un incremento della domanda di prestazioni legate a quadri influenzali, con conseguente sovraccarico dei servizi ambulatoriali e dei pronto soccorso.

Sintomi, complicanze e categorie a rischio: focus su bambini e anziani

L’infezione attualmente dominante presenta sintomi tipici dell’influenza, con intensità spesso superiore a quella di stagioni precedenti. Febbre elevata, spossatezza marcata, forti dolori muscolari, brividi, mal di gola e congestione nasale caratterizzano la sintomatologia. Nei bambini piccoli non sono rari vomito e diarrea. Secondo gli esperti, una particolare vigilanza è richiesta per i soggetti pediatrici, spesso più suscettibili a complicanze:
 

  • Otiti e sinusiti
  • Bronchiti e polmoniti
  • Esacerbazioni di patologie croniche sottostanti
Le persone anziane, i soggetti immunocompromessi, le donne in gravidanza e chi convive con patologie croniche (cardiache, respiratorie, diabetiche) risultano maggiormente esposti al rischio di aggravamento clinico. Il picco di ospedalizzazioni e complicanze interessa soprattutto questi gruppi, che rientrano nelle categorie a cui la prevenzione e l’assistenza devono essere prioritariamente rivolte, anche in linea con le disposizioni del Ministero della Salute (Circolare annuale sulla prevenzione della influenza 2025-2026). Nel caso dei più piccoli la durata del malessere può superare i 5 giorni, con sintomi respiratori residui anche per diverse settimane. Il consulto del pediatra si conferma indispensabile in presenza di sintomi persistenti.