Il Terzo Settore italiano si distingue per una crescita costante, innovazione sociale e un ruolo chiave nel sistema economico. Evoluzione normativa, impatto su PIL, volontariato, digitalizzazione.
Gli enti del Terzo Settore sono caratterizzati da una notevole flessibilità e capacità di adattamento, qualità che permettono loro di affrontare rapidamente cambiamenti sociali e nuove emergenze. Il loro operato si fonda su valori di solidarietà, partecipazione e responsabilità collettiva, rafforzando la coesione sociale attraverso il coinvolgimento sia di volontari sia di professionisti.
Anche grazie a questa dinamica, la presenza di tali realtà riduce disuguaglianze e sostiene le fasce più vulnerabili della popolazione. Non si sostituiscono alle istituzioni pubbliche, ma le integrano offrendo servizi fondamentali, ampliando i presidi di welfare sui territori. Oggi il Terzo Settore viene riconosciuto come una forza viva e strategica per una società più equa, inclusiva e attenta ai bisogni di ogni cittadino.
L'espressione Terzo Settore ha assunto portata giuridica nel corso degli ultimi decenni, segnando una progressiva istituzionalizzazione e riconoscimento normativo. Già dagli anni '80 del Novecento, ci si riferiva in Italia a un insieme eterogeneo di enti privati impegnati nel perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, ma è soltanto con la legge delega 106 del 2016 e il successivo Decreto Legislativo 117/2017 (Codice del Terzo Settore) che questo comparto trova un preciso inquadramento giuridico.
Il Codice ha introdotto la qualifica di ente del Terzo Settore (ETS), aggregando sotto un unico quadro normativo associazioni, fondazioni, imprese sociali e altre forme organizzative, purché iscritte nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) e orientate a finalità di interesse generale.
Una delle innovazioni più significative è stata l'obbligatorietà per gli ETS della copertura assicurativa per i volontari, disciplinata anche dal DM del 6 ottobre 2021, e l'estensione della trasparenza amministrativa: redazione di bilanci sociali e adozione di norme di governance adeguate. La riforma ha così reso il comparto più coeso e riconoscibile, favorendo l'interazione tra enti, pubbliche amministrazioni e cittadini. L'evoluzione normativa ha inoltre promosso una maggiore sinergia tra profit e non profit, in ottica di sussidiarietà e collaborazione strutturata, consolidando la centralità delle realtà non lucrative nei sistemi di welfare e innovazione sociale del Paese.
Il quadro normativo definisce in modo puntuale quali attività e quali soggetti possono qualificarsi come appartenenti a questa area. Secondo l'articolo 5 del Codice del Terzo Settore, un ETS può operare nei seguenti ambiti, tra i più rilevanti:
L'apporto degli enti senza finalità lucrative rappresenta una leva strategica nel tessuto italiano. Secondo dati attuali, il settore raggruppa circa 350.000 imprese sociali, impiegando un complesso di oltre cinque milioni tra dipendenti e volontari. La rilevanza economica si riflette nella quota di PIL prodotta: circa il 4,5%, frutto di servizi capillari e diffusione territoriale.
Il comparto mostra un tasso di crescita del 10% annuo, evidenziando dinamismo e capacità di attrarre nuove forze, specie giovani.
Una panoramica degli indicatori può essere rappresentata nella seguente tabella:
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Indicatore |
Valore attuale |
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Numero ETS registrati |
Oltre 360.000 |
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Persone coinvolte (dipendenti + volontari) |
Circa 5 milioni |
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Quota PIL nazionale |
4,5% |
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Crescita annua |
10% |
L'impatto sociale va ben oltre i numeri: il settore contribuisce in modo sostanziale a ridurre le disuguaglianze, rafforzare la protezione delle fasce deboli e garantire l'innovazione dei servizi, con benefici concreti per l'intera collettività.
Il dialogo e la sinergia tra istituzioni, imprese e mondo non profit rappresentano oggi una chiave per lo sviluppo di forme innovative di welfare e inclusione. La stessa evoluzione normativa ha favorito la crescita di partnership pubblico-privato che superano la tradizionale contrapposizione tra profit e non profit.
L'apporto degli ETS risulta decisivo: attraverso la capacità di rispondere a bisogni emergenti e la propensione a sperimentare, contribuiscono alla costruzione di soluzioni partecipate e condivise. I modelli più efficaci prevedono:
Alla base della capacità di cambiamento di queste organizzazioni si colloca il volontariato, definito dal dono di tempo, competenze e risorse. Secondo le ultime rilevazioni, oltre 4,6 milioni di persone in Italia si dedicano all'attività volontaria, generando valore aggiunto non solo in termini di servizi erogati, ma anche di coesione sociale, inclusività e partecipazione civica.
L'apporto dei volontari va oltre la semplice manodopera: rappresenta un'espressione di cittadinanza attiva, infondendo energia e significato a molti progetti, in un'ottica di empowerment diffuso. Il dono, nella sua accezione più ampia - economica, di beni materiali o relazionale - costituisce il motore per la realizzazione di iniziative solidali e l'aggregazione di comunità partecipative.
L'obbligatorietà della copertura assicurativa per i volontari, introdotta dal Codice del Terzo Settore e precisata dal DM 6 ottobre 2021, garantisce tutele aggiuntive per i cittadini impegnati, incentivando forme innovative di impegno civico.
La capacità di comunicare efficacemente missione, valori e attività si è affermata come uno degli elementi più strategici per queste organizzazioni.
La crescente complessità sociale e la necessità di rendicontare l'impatto generato hanno reso indispensabile l'adozione di strumenti di trasparenza, accountability e partecipazione digitale.
Oggi l'89% degli ETS dispone di un sito web istituzionale, e l'utilizzo dei social media - Facebook (95%), Instagram (85%), YouTube, LinkedIn - permette una relazione diretta con stakeholders, donatori, beneficiari e opinione pubblica.
La digitalizzazione favorisce la differenziazione delle strategie di raccolta fondi, l'organizzazione di eventi, campagne e la realizzazione di attività di advocacy. L'utilizzo dell'intelligenza artificiale, dell'email marketing e di database complessi offre agli enti nuove opportunità di amplificare la propria presenza, monitorare l'impatto e migliorare le relazioni. Restano tuttavia spazi di miglioramento, in particolare per la diffusione della cultura SEO e per la costruzione di narrazioni responsabili, inclusive e aderenti ai valori associativi. Una comunicazione etica e trasparente si riflette in relazioni durature e contribuisce all'autorevolezza e affidabilità del settore.