Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Povertà in Italia, i nuovi dati e statistiche della Caritas 2025. Sorprendenti e disarmanti

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Inuovi dati Caritas 2025

Ogni anno il silenzio cresce attorno a chi chiede aiuto. Eppure, il 2024 si è trasformato in un grido: 277.775 persone hanno varcato la soglia dei Centri Caritas.

Ci sono giorni in cui la parola povertà pesa come piombo nel petto. È negli sguardi bassi che s'incrociano per strada, sulle mani callose che stringono borse di plastica, negli occhi impauriti che si rifugiano all'ombra dei portici.

I dati, spesso, sono solo cifre: 5,6 milioni, il 9,7% degli italiani. Ma dietro ogni numero c'è il battito di una vita vissuta al margine, il respiro affannato di chi si sente invisibile. In questo intreccio intimo di vissuti, la povertà si fa vicina, palpabile, chiedendo a ognuno di noi di guardarne il volto umano, spesso sorprendentemente simile al nostro.

L’aumento sorprendente della povertà: i nuovi dati Caritas 2025

Ogni anno il silenzio cresce attorno a chi chiede aiuto. Eppure, il 2024 si è trasformato in un grido: 277.775 persone hanno varcato la soglia dei Centri Caritas, un esercito silenzioso, figlio di dieci anni di crisi che hanno lasciato ferite profonde: +62,6% di richieste rispetto al 2014, con ondate più alte nei territori che si credevano più al sicuro dalle tempeste sociali. Il Nord, in passato terra promessa, ha visto crescere del 77% le domande d'aiuto. Quello che più inquieta è la cronicità che questi numeri raccontano: non più emergenza, ma condizione che si annida, si fa casa, abitudine amara.

  • Persone assistite 2024: 277.775
  • Aumento rispetto al 2014: +62,6%
  • Incidenza Nord Italia: +77%
  • Aumento Mezzogiorno: +64,7%

Un’Italia in difficoltà: povertà assoluta e rischio esclusione sociale

Alla parola "difficoltà", la mente corre a mattine fatte di conti e carte da bollo, a sere in cui la parola "domani" è una minaccia. Il 23,1% degli italiani è ora a rischio povertà o esclusione sociale: quasi un quarto, mentre il dato europeo si ferma al 21%. Quasi 5,7 milioni di italiani vivono nella povertà che Istat chiama "assoluta", condizione in cui non si accede neppure ai beni essenziali. Ogni percentuale dietro una storia. Un padre. Un'anziana. Un bambino che non sa perché la cena manca più spesso.

Povertà assoluta (Italia)

5,6 milioni di persone

Popolazione senza risorse sufficienti (%)

9,7%

A rischio povertà o esclusione (%)

23,1%

L’invisibile labirinto dei working poor: quando lavorare non basta più

Anche il sudore può diventare vano. Il 30% degli occupati non arriva a fine mese. È questa la beffa: il lavoro non è più scudo. Si chiamano "working poor", lavoratori impoveriti da stipendi che si sgretolano davanti agli aumenti insopportabili e alle spese impreviste. Li incontro ogni giorno: uomini e donne che si vergognano a domandare, che sentono sulle spalle il peso di un sistema che promette, ma più spesso tradisce.

  • Lavoratori in difficoltà (working poor): 30% tra gli assistiti
  • Percentuale 35-54enni: supera il 30%

Anziani fragili: il raddoppio degli over 65 nella spirale della povertà

C'è una fragilità che non fa rumore. Quella delle mani segnate dagli anni che in silenzio si arrendono davanti a nuove povertà. Dal 7,7% nel 2015 al 14,3% nel 2024: è raddoppiata la presenza degli over 65 tra le persone che si rivolgono alla Caritas. Un italiano assistito su 4 oggi è anziano. Dietro questa statistica si cela la paura che la vecchiaia possa non essere riposo, ma resistenza. Un tempo da vivere in attesa, tra medicine negate e bollette insopportabili, i ricordi di una sicurezza promessa che si scioglie nell'incertezza quotidiana.

Le nuove famiglie vulnerabili: figli, origini e mutamenti sociali

E il volto delle famiglie ad essere cambiato prima di tutto. Il 63,4% degli assistiti ha bambini da accudire: giorni scanditi dal pensiero fisso di una cena che deve bastare per tutti. Il tessuto sociale è mutato, si è fatto più multiculturale: il 56,2% degli assistiti è straniero, il 42,1% italiano. Arrivano da 180 paesi, eppure il bisogno è lo stesso: dignità, una casa, la speranza in qualcosa di più. L'immagine di una madre che stringe il figlio in attesa di un pacco viveri è la sintesi di tutto quello che la povertà, inflessibile, chiede in cambio dei suoi favori: la pace dei sogni.

Famiglie con figli (tra assistiti)

63,4%

Stranieri tra gli assistiti

56,2%

Italiani tra gli assistiti

42,1%

Fragilità educativa: il peso dell’istruzione nel destino economico

La povertà è più intensa quando manca l'istruzione: il 13% delle famiglie con basso titolo di studio si trova tra i nuovi poveri; solo il 4,6% tra chi ha almeno un diploma. La diseguaglianza si trasforma così in spirale, avvitando il destino delle generazioni. Il sapere, destino arduo da conquistare.

  • Povertà in famiglie con basso titolo di studio: 13%
  • Povertà in famiglie con almeno un diploma: 4,6%

Vite precarie: il dramma della casa tra deprivazione e esclusione abitativa

Ogni casa è più di quattro mura. È rifugio, è identità. Eppure il 33% degli assistiti Caritas confessa almeno una forma di disagio abitativo: il 22,7% vive l'esclusione estrema, tra dormitori e condizioni insicure; il 10,3% lotta per pagare affitti o bollette. Secondo Istat il 5,6% degli italiani vive in deprivazione abitativa; tra i più vulnerabili, questo dato quasi raddoppia, segno di una crisi che non concede tregua. Le storie si rincorrono, narrando sogni di normalità che svaniscono dietro porte che non si aprono più.

Salute negata: rinunce, attese e vulnerabilità sanitarie

Quasi il 10% della popolazione, sono stati costretti a rinunciare a prestazioni mediche essenziali: costi e attese, spesso troppo lunghi, pesano come macigni. Nel vortice di queste condizioni, il 15,7% degli assistiti Caritas è segnato da una vulnerabilità sanitaria. La salute, diritto costituzionale, si rivela privilegio negato tra attese che diventano sentenze e richieste che si perdono nell’indifferenza di sistemi ridotti all’osso.

Caro vita e salari in calo: perché il potere d’acquisto si sgretola

Anche se l’inflazione è scesa (+1%) rispetto agli anni passati, il potere d’acquisto si è eroso: dal 2019 al 2024 le retribuzioni reali hanno perso il 4,4%; rispetto al 2008, il calo è dell’8,7%, dato più cupo tra i paesi del G20. I prezzi si impennano: alimentari +2,4%, istruzione +2,9%, energia +12,7%. Ogni pasto, ogni bolletta costringe a scelte impossibili.