Titoli di Stato e Buoni postali finalmente fuori dal calcolo dell’Isee: la premier Meloni firma il Dpcm. Ecco i prossimi passaggi e cosa cambia davvero
Quando saranno realmente esclusi i Titoli di Stato dal calcolo dell’Isee? Si va verso l'ufficialità dell'esclusione dall'Isee di titoli di Stato, buoni e libretti postali fino a 50.000 euro. La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha, infatti, firmato un DPCM che attuerà finalmente quanto già riportato nella Manovra Finanziaria 2024. Vediamo quando sarà realmente operativa la misura.
L’esclusione riguarda specificatamente BoT, CTz, BTp, CcT, buoni fruttiferi e libretti di risparmio postale.
Ciò significa che per chi aggiorna l’Isee in questi giorni, sia i Titoli di Stato che i Buoni fruttiferi postali di cui è titolare continuano ad essere considerati.
L’operatività della decisione scatterà solo dopo ulteriori tre passaggi che prevedono:
Come tempistiche, possiamo dire che, presumibilmente, la novità sarà in vigore tra 20 giorni, al massimo un mese.
Precisiamo che per i nuclei familiari composti da persone con disabilità o non autosufficienti il Dpcm esclude dal calcolo del reddito di ogni componente anche tutti i trattamenti assistenziali, previdenziali e le indennità, comprese le carte di debito percepite per la disabilità riconosciuta.
L'eliminazione dei Titoli di Stato e dei Buoni fruttiferi postali di valore entro i 50mila euro dal calcolo Isee era già stata approvata lo scorso anno ma non è mai diventata operativa. Per tutto l'anno, infatti, coloro che hanno fatto l'Isee si sono visti considerare anche tali prodotti finanziari.
Lo stesso discorso vale per chi ha già aggiornato l'Isee a inizio gennaio. Per questi ultimi soggetti, se titolari di Titoli di Stato o Buoni postali, è bene sapere che dal momento in cui sarà realmente ufficiale la misura, sarà necessario ricalcolare il proprio Isee per averne il valore aggiornato.
Nella maggior parte dei casi risulterà decisamente più basso permettendo pertanto di accedere a bonus e agevolazioni prima non spettanti o alle stesse di cui già si usufruisce ma in misura maggiore.
Chiariamo, infine, che per chi aggiornerà l’Isee dopo averlo già fatto a gennaio, come previsto dalla legge vigente dal 2023, i Caf possono chiedere un compenso fino a 25 euro. Solo il primo modello è, infatti, gratuito.