Quali sono le soluzioni per pagare meno tasse nel 2025 per i cittadini e le aziende con le ultime novità e modifiche fiscali al via: i chiarimenti
Come fare a pagare meno tasse nel 2025 dopo le modifiche fiscali al via? Sono diverse le nuove misure fiscali entrate in vigore dal primo gennaio e che contribuiranno a modificare gli stipendi e le pensioni degli italiani.
Alla luce di tali novità approvate, ci si chiede allora se e quali sono le soluzioni per cercare di pagare meno tasse.
Per risparmiare sulle tasse, molti normalmente ricorrono alle detrazioni fiscali, ma, considerando che sono state modificate quest'anno diventando molto meno convenienti per tantissimi, meglio sarebbe ricorrere alle deduzioni.
Queste ultime permettono, infatti, di ridurre direttamente il reddito imponibile su cui poi vengono calcolate le imposte.
Si possono, per esempio, dedurre i contributi previdenziali e assistenziali, assegni periodici corrisposti all’ex coniuge, i contributi e i premi derivanti da forme pensionistiche complementari e individuali, i contributi versati ai fondi integrativi del Servizio Sanitario Nazionale, le spese mediche e di assistenza specifica per le persone con disabilità.
Ma anche:
Per esempio, ricevendo buoni carburanti o buoni pasto, che si possono usare anche per fare la spesa, si possono ottenere diversi vantaggi. Lo stesso discorso vale comunque per tutti gli altri fringe benefit che per legge possono essere riconosciuti ai lavoratori fino a mille euro e fino a 2mila euro per i dipendenti con figli.
Si possono pagare meno tasse anche nel caso in cui si ricevano premi produttività. E’ stata, infatti, ancora confermata per tutto il 2025 la tassazione ridotta dal 10 al 5% sui primi 3 mila euro per i dipendenti che percepiscono un reddito inferiore a 80mila euro.
Un’altra soluzione per pagare meno tasse nel 2025 è quella di investire in Titoli di Stato, come i Btp, o in Buoni fruttiferi postali.
Si tratta di una scelta che permette quest’anno di poter usufruire di agevolazioni fiscali, considerando che tali prodotti finanziari sono stati esclusi dal calcolo ai fini dell’Isee.
Ciò significa che con un valore più basso, non si abbassano le tasse ma possono aumentare le agevolazioni e i bonus di cui usufruire
A volte valutare l’adesione al regime forfettario delle Partite Iva può risultare decisamente positivo per pagare meno tasse, considerando le aliquote uniche agevolate al 5% prima e al 15% poi se si soddisfano determinate condizioni, al posto della tassazione ordinaria Irpef che viene applicata non solo alle Partite Iva ordinarie, appunto, ma anche ai lavoratori dipendenti.
Cambia anche l’Ires, che diventa premiale e prevede una riduzione dell'imposta di 4 punti, che passa così dal 24% al 20% per le imprese che investono e assumono, ma solo se si soddisfano specifiche condizioni, che sono nel dettaglio:
D’ora in poi, invece, non concorrono più a formare il reddito da lavoro autonomo e si tratta di una novità valida anche per le Partite Iva in regime forfettario.
Ciò significa che i rimborsi non sono più considerati come parte del reddito professionale, purché siano giustificati da costi effettivamente sostenuti dal professionista e addebitati al committente in modo dettagliato.
A contribuire a ridurre il pagamento delle tasse ci sono anche altri regimi fiscali agevolati, come la cedolare secca per i proprietari di seconde case e oltre che decidono di affittarle, che prevede il pagamento di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali (per la parte derivante dal reddito dell’immobile), o il regime forfettario al 15% per le aziende inquadrate come start up, o la costituzione di Srl.
Quest’ultima tipologia di società è l’unica che può ridurre il proprio carico fiscale fino al 70%, diventando quella che paga meno tasse. Il regime fiscale prevede l’applicazione dell’lres e dell’Irap, ma anche la possibilità di dedurre le spese aziendali.