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Juventus offerta ufficiale Tether per comprarla tutta, ma ci sono anche gli Arabi e fondi USA

di Marcello Tansini pubblicato il
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Tether lancia un'offerta ufficiale per l'acquisizione totale della Juventus, sfidando l'interesse degli investitori arabi. Analisi dei dettagli economici, strategici e delle possibili reazioni di Exor e della famiglia Agnelli.

Un’offerta che fa discutere: il recente scenario dell’alta finanza e dello sport italiano è stato scosso dalla notizia di una proposta d’acquisto formulata da Tether, società di punta nel mondo delle criptovalute, per acquisire la totalità delle quote della Juventus di uno dei club più celebri della Serie A. Ma non mancano sullo sfondo anche i soliti Arabi e dei fondi privati di investimento statunitensi

L'offerta ufficiale di Tether per l'acquisizione della Juventus

Il gruppo alle spalle di USDT ha ufficializzato l’intenzione di acquisire la quota di maggioranza assoluta del club bianconero detenuta da Exor, la holding della famiglia Agnelli. Nella documentazione trasmessa a Exor e, per trasparenza, al consiglio di amministrazione della società calcistica, Tether si è impegnata con una proposta vincolante interamente in denaro, stimando la valutazione totale della Juventus a circa 1,1 miliardi di euro.

Elemento distintivo dell’offerta è la rapidità richiesta per una risposta: Exor ha ricevuto una scadenza molto stringente (entro il 22 dicembre, alle ore 18:00) per valutare e controfirmare la proposta, pena la decadenza automatica della stessa. Paolo Ardoino, CEO di Tether Holdings, ha dichiarato che l’obiettivo dell’operazione si inserisce in “una visione di lungo termine, mirata a riportare la squadra ai vertici nazionali e internazionali”. Tether ha inoltre precisato che l’operazione sarebbe interamente finanziata da risorse proprie, senza ricorrere a indebitamento ulteriore.

La società interessata detiene già circa l’11,5% delle azioni della squadra e si è posta come partner strategico in ambito innovazione, promettendo investimenti suppletivi fino a 1 miliardo di euro per rafforzare l’organico sportivo e sviluppare progetti infrastrutturali. L’offerta è stata presentata in un clima di grandi cambiamenti nel calcio europeo, dove l’integrazione di capitali esteri si è rivelata spesso decisiva per le strategie di crescita di top club. Tuttavia, a fronte di dichiarazioni di trasparenza e di una visione di lungo periodo, l’acquisizione resta subordinata all’accettazione da parte di Exor e alle necessarie autorizzazioni regolamentari.

Dettagli finanziari e strategici della proposta

Il piano definito da Tether si articola su diversi livelli:

  • Prezzo per azione: la proposta formalizzata riconosce un premio del 20% rispetto alle quotazioni di borsa, fissando il valore a 2,66 euro per ogni azione oggetto di acquisto.
  • Valutazione complessiva: la società sportiva viene stimata complessivamente 1,1 miliardi di euro, cifra che si allinea agli standard dei grandi deal europei.
  • Struttura dell’operazione: l’offerta prevede l’acquisizione del 65,4% di Exor, accompagnata da un’offerta pubblica residuale per le restanti quote allo stesso prezzo e vincolata da rapidità esecutiva.
Il progetto prevede inoltre un investimento aggiuntivo di 1 miliardo per rafforzare la squadra in termini tecnici e strutturali. Questa iniezione di capitale sarebbe utilizzata, secondo quanto dichiarato, tanto per il mercato acquisti quanto per iniziative di sviluppo e innovazione legate al brand Juventus, che resta una delle icone culturali nazionali.

L’aspetto strategico del deal pone l’accento su sostenibilità e governance: da un lato, Tether si impegna a fornire solidità finanziaria pluriennale; dall’altro, mira a garantire continuità tecnica e gestionale, valorizzando il DNA storicamente vincente del club. Tutte queste condizioni poggiano sull’intento dichiarato di escludere forme di indebitamento o ricorso a fondi esterni, favorendo invece la stabilità a lungo termine attraverso un controllo diretto del capitale da parte di Tether Investments.

Chi è Tether: storia, attività e dirigenti

Tether nasce nel 2014 da un’idea di Giancarlo Devasini e Paolo Ardoino, due imprenditori italiani divenuti protagonisti della scena internazionale nel settore delle stablecoin. Il core business di questa realtà è centrato sull’emissione di monete digitali a valore stabile, ancorate soprattutto al dollaro statunitense. La USDT, la stablecoin principale di Tether, rappresenta la criptovaluta più scambiata globalmente e viene utilizzata in particolare nei mercati finanziari per assicurare liquidità e protezione dalla volatilità tipica degli asset digitali.

La leadership di Giancarlo Devasini, presidente e fondatore, e Paolo Ardoino, CEO, ha consentito all’azienda di superare i 100 miliardi di dollari di capitalizzazione e raggiungere oltre 400 milioni di utenti. Devasini, ex medico convertitosi alla finanza digitale, e Ardoino, con un background da esperto di investimenti, hanno conduzione congiunta di società collegate come Bitfinex e hanno consolidato relazioni sia in campo finanziario che sportivo, come testimonia l’ingresso nel capitale della squadra torinese.

Pur in presenza di perplessità sollevate da alcune agenzie di rating circa la solidità delle riserve monetarie, la società si è imposta nel tempo come player centrale nello sviluppo dell’ecosistema cripto. Tether non è quotata in borsa e ha sede legale nel paese di El Salvador, noto per le politiche pro-crypto e per normative innovative in materia di valute digitali. Oltre alla gestione di USDT, ha ampliato le operazioni su più fronti, consolidando un’identità innovativa nel panorama fintech globale.

La posizione di Exor e della famiglia Agnelli sulla cessione

A fronte delle indiscrezioni mediatiche e dei rumors crescenti, la holding di controllo della società calcistica, tramite comunicazioni ufficiali e portavoce, ha dichiarato esplicitamente di non contemplare la vendita della quota di maggioranza in mano alla proprietà storica.

La posizione degli Agnelli – e nello specifico di John Elkann, rappresentante apicale di Exor – si fonda sulla volontà di garantire continuità tecnica, stabilità gestionale e tutela della reputazione sportiva. Diverse note ufficiali fanno riferimento all’assenza di negoziazioni, con smentite categoriche sia circa trattative con Tether che in merito a possibili partnership con grandi operatori finanziari esteri, arabi o americani. L’obiettivo dichiarato è rassicurare il mercato sulla solidità della governance e sulla permanenza del club in ambito italiano ed europeo sotto la bandiera Agnelli.

Nonostante le offerte e gli interessi ricevuti, la linea della holding resta quella di non prendere in considerazione proposte di cessione e di difendere il controllo strategico dell’entità sportiva. Una linea coerente con la storia della proprietà, che associa l’identità del club al patrimonio di famiglia e alle scelte di investimento a medio e lungo termine.

Rumors, investitori arabi e scenari futuri per la Juventus

La notizia della proposta da parte di Tether ha generato interesse e speculazioni sugli scenari futuri del club. Numerose sono state le ipotesi relative a possibili offerte alternative da parte di fondi sovrani o gruppi imprenditoriali arabi, tra cui è circolato il nome di importanti stakeholder legati al Middle East e, in particolare, a figure di spicco come il principe saudita Mohammed Bin Salman.

In questo contesto, il club è stato oggetto di attenzione anche da parte di investitori statunitensi e fondi privati, a testimonianza di quanto il marchio sia ritenuto ancora di valore nel panorama globale. Tuttavia, le dichiarazioni ufficiali smentiscono trattative in corso con soggetti diversi da Tether, e anche Exor nega di aver aperto a trattative di partnership o cessione.

Il futuro, dunque, si presenta ancora incerto: la presenza di Tether come azionista di minoranza, la resistenza degli attuali proprietari e il fascino esercitato sugli investitori stranieri aprono a sviluppi possibili, ma con tempi dettati dal mercato e da scenari finanziari in mutamento. Da monitorare saranno le mosse dei fondi arabi e americani e le eventuali reazioni ad altre offerte in grado di valorizzare la società in un quadro di sostenibilità e crescita integrata.