L'acquisizione di Mps da parte di Mediobanca segna una svolta nel panorama finanziario italiano. Strategie, governance, sinergie tra divisioni strategiche e l'impatto su fintech, innovazione e mercato bancario.
L'ingresso di Mps come azionista di controllo innesca una ridefinizione delle strategie, non solo interne, ma anche di posizionamento rispetto ai principali competitor. L'operazione di offerta pubblica di acquisto e scambio ha messo in rilievo la necessità di un approccio di integrazione che combina la tradizione della banca d'affari milanese con il dinamismo della realtà senese. In questo scenario, le nuove strategie di Mediobanca dopo acquisizione Mps si articolano attorno a una razionalizzazione dei centri di decisione, alla valorizzazione delle sinergie e all'adattamento ai più recenti requisiti europei sugli assetti bancari.
Al centro dell'attenzione vi sono la retention dei talenti, la conquista di nuove quote di mercato nel corporate banking, l'integrazione delle piattaforme IT e la necessità di mantenere un brand forte nei segmenti di private e wealth management anche dopo l'eventuale delisting. Tali direttrici riflettono un'azione strategica orientata sia alla continuità operativa sia all'innovazione, con l'obiettivo di consolidare la posizione del nuovo polo bancario nel contesto nazionale ed europeo.
L'acquisizione ha avuto inizio con il lancio di una Opas-offerta pubblica di acquisto e scambio-da parte di Mps su Mediobanca, inizialmente considerata ostile dalla banca milanese in quanto priva, secondo il CdA, di un razionale industriale condiviso. Il piano prevedeva per ogni azione Mediobanca la corresponsione di 2,533 azioni Mps più 0,9 euro in contanti, con un valore complessivo di circa 13,5 miliardi di euro.
Superata la soglia del 50%, si è giunti, nella seconda finestra di adesione, ad oltre il 62% del capitale consegnato, aprendo la strada a una governance controllata dall'istituto senese e alla possibilità di raggiungere il 66,7%, soglia che determina il controllo dell'assemblea straordinaria e consente la fusione per incorporazione. Il successo dell'operazione è stato favorito sia dall'appoggio di azionisti storici come Delfin e Caltagirone, sia dal via libera della Bce, che ha imposto però la presentazione di un piano di integrazione dettagliato entro sei mesi dal closing.
L'intervento della BCE e i nuovi equilibri azionari sono elementi centrali, mentre un ulteriore rilancio ha permesso alle adesioni di avvicinarsi all'86%, rendendo concreto lo scenario di una fusione e possibile delisting di Mediobanca dal listino milanese.
L'acquisizione da parte di Mps implica una revisione strutturale dei meccanismi di governance di Mediobanca. Già al termine dell'Opas sono state annunciate le dimissioni dell'intero CdA a partire dalla straordinaria del 28 ottobre, con il compito di eleggere un board più snello (da 15 a 9 membri), aperto sia a nuove figure indipendenti che a manager espressione della nuova realtà proprietaria.
La partecipazione azionaria riflette un equilibrio inedito, con la presenza di Delfin, Caltagirone, il Tesoro e fondi pensione e casse previdenziali. In questa nuova configurazione, la governance dovrà bilanciare le esigenze di discontinuità strategica e la valorizzazione della cultura aziendale costruita negli anni da Mediobanca, garantendo al contempo stabilità nella transizione e l'indipendenza gestionale rispetto agli azionisti più forti. La nomina dei vertici - oggetto di lavoro di una società di ricerca di executive di alto profilo - sarà determinante per imprimere la direzione ai nuovi assetti, in particolare rispetto alle scelte su strategia delle divisioni, conservazione del marchio e rapporto con la rappresentanza dei dipendenti.
L'integrazione dei due poli bancari è stata disegnata per estrarre il massimo valore dalle complementarità tra la rete commerciale di Mps e la specializzazione di Mediobanca nelle attività di corporate, private e asset management. Tra le aree di azione individuate si segnalano:
Le divisioni di corporate & investment banking (CIB) e credito al consumo rappresentano colonne portanti delle strategie post-acquisizione. Il CIB di Mediobanca ha prodotto nell'ultimo esercizio circa un quarto dei ricavi, conservando il core storico della banca milanese. Il mantenimento dell'autonomia del CIB è considerato una priorità per la retention del capitale umano di alto profilo, con particolare attenzione all'internazionalizzazione del business e allo sviluppo su mid cap, ispirandosi ai modelli di Lazard e Rothschild. Il segmento credito al consumo, invece, vede Compass protagonista con oltre un miliardo di ricavi e una forte generazione di cassa.
La nuova proprietà può valutare due opzioni su Compass: la dismissione per massimizzare la liquidità o un rafforzamento tramite sinergie con la rete retail di Mps o alleanze strategiche con operatori paneuropei. L'obiettivo è garantire che entrambe le divisioni mantengano caratteristiche distintive e capacità di crescita, pur nell'ambito di un gruppo integrato.
L'area del wealth e asset management rappresenta il secondo motore di ricavi per Mediobanca. Le strategie di integrazione prevedono la separazione tra servizi dedicati agli high net worth individuals, che resteranno sotto l'egida Mediobanca, e una più stretta collaborazione tra Mediobanca Premier (ex CheBanca) e Widiba, per coprire il segmento online-retail. Si ipotizza anche l'ampliamento dell'offerta di prodotti grazie a partnership con player internazionali, con l'intento di introdurre soluzioni sofisticate e maggiori possibilità di diversificazione per i clienti italiani.
Le priorità riguardano la necessità di contenere il rischio di deflusso di banker chiave - attratti da realtà concorrenti - e il consolidamento del marchio come sinonimo di consulenza d'eccellenza. L'adozione di logiche Open Finance, favorite dall'integrazione delle infrastrutture CBI Globe, costituirà un acceleratore per l'innovazione nell'offerta e nei servizi di wealth management.
Il delisting di Mediobanca dal listino di Piazza Affari emerge come scenario probabile qualora si superi il 90% delle adesioni; la soglia dell'86% raggiunta nell'ultima finestra dell'offerta rende concreto un percorso di esclusione delle minoranze residue. La scelta di uscita dalla Borsa porterebbe all'eliminazione dei vincoli di trasparenza e reporting tipici delle società quotate, consentendo una maggiore flessibilità nel ridisegno della governance, ma sollevando interrogativi sull'impatto per i piccoli azionisti e sul valore del marchio.
Il mercato reagisce con cautela alle ipotesi di fusione, bilanciando il potenziale aumento di efficienza e la riduzione dei costi con il rischio di perdita di trasparenza, liquidità sulle azioni e appetibilità per nuovi investitori istituzionali. La piena integrazione tra le due realtà bancarie costituirebbe una delle maggiori operazioni di consolidamento mai realizzate in Italia, con possibili effetti domino sull'assetto futuro di altri operatori (Unicredit, Bpm, Generali), in un contesto europeo regolato da vincoli stringenti in tema di concorrenza e solidità patrimoniale.
L'unione tra Mediobanca e Mps ha l'effetto di rafforzare le piattaforme di open banking, accelerando la digitalizzazione e l'adozione di modelli API-first attraverso Mediobanca Premier e i connettori CBI Globe di Mps. L'integrazione delle infrastrutture e dei dati offre la possibilità di semplificare l'accesso multicanale per tutti i clienti, migliorare l'esperienza utente e favorire l'implementazione di soluzioni come il buy now pay later (BNPL) anche nella rete Mps. Dal punto di vista dell'ecosistema fintech, l'apertura del nuovo gruppo verso partnership con terze parti rappresenta un'opportunità di crescita e standardizzazione dei processi di onboarding e testing, riducendo i tempi di adozione di nuove soluzioni.
Tuttavia, permangono rischi legati alla ritrosia di grandi player a innalzare barriere d'accesso per gli operatori più piccoli; ciò potrebbe trovare soluzione nella definizione di policy di open innovation e nella pubblicazione di metriche di successo sulla gestione dei progetti in collaborazione con startup. I clienti beneficeranno infine di una maggiore sicurezza operativa, di offerte più personalizzate e dell'accesso a prodotti innovativi, in linea con le best practice internazionali in materia di user experience bancaria e gestione dei dati.