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Le previsioni aggiornate per tassi mutui nel 2024 dopo ultime riunioni BCE e primi cali reali a dicembre

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Tassi mutui in calo a dicembre

Analizzando gli indicatori finanziari, si osservano già cambiamenti in corso, nonostante i tassi d'interesse sui mutui siano ancora fermi al 4,5%.

L'andamento degli interessi sui mutui sembra aver subito un rallentamento. La conferma arriva con l'ultima riunione della Bce e la situazione potrebbe protrarsi. Si tratta di una ventata di ottimismo per chi è in attesa di un periodo più favorevole per richiedere un finanziamento e per chi ha acceso un mutuo a tasso variabile.

Questi ultimi, nell'ultimo anno e mezzo, sono stati alle prese con un incremento delle rate, talvolta arrivando a quasi raddoppiare l'importo iniziale. Sebbene sia prematuro trarre conclusioni ottimistiche definitive, è plausibile che la situazione migliori nei prossimi mesi. Facciamo il punto della situazione:

  • Tassi mutui in calo a dicembre 2023, la situazione
  • Le previsioni aggiornate per il 2024 sui tassi mutui

Tassi mutui in calo a dicembre 2023, la situazione

Analizzando gli indicatori finanziari, si osservano già cambiamenti in corso, nonostante i tassi d'interesse siano ancora fermi al 4,5%, come deciso dalla Banca centrale europea. "Il mercato anticipa Francoforte e gli effetti di un futuro allentamento della politica monetaria si cominciano a intravvedere," afferma Antonio Patuelli, presidente dell'Associazione bancaria italiana.

Patuelli prende in considerazione due indicatori chiave: l'Euribor a 3 mesi e l'Irs a 10 anni. L'Euribor ha raggiunto il suo massimo a 4 a metà novembre, per poi scendere a 3,93. L'Irs, utilizzato principalmente per i mutui, ha registrato il picco più alto all'inizio di ottobre a 3,52, scendendo a 2,59, quasi 100 punti base in meno. Il tutto dovrebbe tradursi in un alleggerimento dei costi per i mutuatari.

Sulla base di altri indicatori, il presidente dell'Abi sottolinea che la riduzione dello spread non riguarda solo l'Italia, ma l'intera area euro, indicando che il mercato sta già riflettendo una riduzione dei costi del denaro per i debitori. Questo scenario si traduce anche in rendimenti ridotti per i risparmiatori, poiché i titoli di Stato fungono da benchmark.

Osservando questi cambiamenti, Patuelli suggerisce che si stia dirigendo verso una riduzione del costo del denaro, implementata per i debitori. La sua attenzione si sposta quindi sulla grande incognita delle politiche restrittive della Bce ovvero l'inflazione. Il presidente dell'Abi suggerisce di monitorare tutti gli indicatori, poiché i segnali indicano un quadro diverso rispetto a quello precedentemente dipinto, con la prospettiva di rate di mutuo variabile meno onerose in anticipo rispetto alle decisioni delle banche centrali europee.

Le previsioni aggiornate per il 2024 sui tassi mutui

La Banca centrale europea ha mantenuto il costo del denaro al massimo storico del 4,5%, senza segnali di allentamento. I mercati stanno anticipando una possibile riduzione a partire dalla prossima primavera. Il tutto ha già determinato i primi segnali di ribasso nei costi dei mutui, con il tasso variabile che si prevede possa scendere al 2,5%. Queste stime sono supportate dal calo dell'inflazione, che, se confermato, potrebbe spingere la BCE a ridurre i tassi nella seconda metà del 2024.

I mutui fissi riflettono già queste aspettative. Oggi l'apertura di un nuovo mutuo fisso comporta un risparmio di circa 40 euro al mese rispetto a ottobre, considerando un acquisto di prima casa con una richiesta di 150.000 euro da ripagare in trent'anni. Questo risparmio totale ammonta a 15.000 euro per l'intera durata del prestito.

In media, i tassi fissi sono scesi dal 4% di ottobre al 3,85%, sebbene questo livello sia ancora superiore a quello precedente alla stretta della Bce iniziata nell'estate del 2022, quando gli interessi fissi erano inferiori al 2%.

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