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L'oro nasconde più pericoli che vantaggi: acquistarlo può essere davvero sbagliato come spiega il Prof. Scienza

di Marcello Tansini pubblicato il
Acquistare oro sbagliato

L'oro, spesso considerato rifugio sicuro, nasconde insidie poco note: dalla scarsa protezione dall'inflazione ai costi occulti, passando per rischi fiscali e illusioni psicologiche.

La sensazione di sicurezza associata al possesso dell'oro lo ha trasformato in un simbolo di stabilità e valore, specialmente nei momenti di crisi e incertezza. Nei periodi di grande volatilità finanziaria, si assiste spesso a una corsa al metallo prezioso come approdo sicuro, motivata da radicati meccanismi psicologici e culturali più che da solide evidenze economiche.

Tuttavia, tali convinzioni sono spesso esagerate o infondate; la narrazione secondo cui l'oro sia sempre il miglior scudo contro tempeste finanziarie risente di una lunga stratificazione di miti ed emozioni. L'analisi moderna, supportata da dati storici e ricerche indipendenti, scompone questa immagine mostrando un quadro più complesso e meno idilliaco, soprattutto dal punto di vista dei comuni risparmiatori.

L'opinione del Prof. Scienza: miti e realtà sull'oro come investimento

Secondo il professor Beppe Scienza, docente di Matematica presso l'Università di Torino ed esperto di risparmio e previdenza e autore del libro Oro: bene rifugio o trappola?” , l'immaginario legato all'investimento in oro spesso non corrisponde alla realtà dei fatti. Come si legge sul sito Open, l'oro non è come molti credono e, soprattutto, è diverso da come viene presentato da chi lo vende. Questo metallo non garantisce rendimenti certi e, nei casi peggiori, può provocare consistenti perdite.

La letteratura e la stampa mainstream tendono a dare credito a teorie non dimostrate, come l'affermazione che l'oro protegga sempre dall'inflazione o sia facilmente scambiabile ovunque come moneta. Il professore smonta queste convinzioni: la realtà storica mostra come l'oro non abbia mantenuto un valore stabile in termini reali, subendo anche crolli vertiginosi che hanno eroso i patrimoni degli investitori.

Inoltre, il quadro presentato da Scienza evidenzia le distorsioni informative causate dalla presenza di interessi diretti da parte di chi promuove l'oro. Non mancano inconvenienti pratici, come l'assenza di una regolamentazione trasparente per la compravendita da parte dei privati e la mancanza di quotazioni ufficiali per monete auree. Tutto ciò rende l'investimento in questo metallo ben più rischioso e complicato rispetto a come viene comunemente descritto.

L'oro non è un baluardo contro l'inflazione: i dati storici delle perdite anche dell'80%

Tra le credenze più diffuse, la più radicata riguarda la presunta funzione dell'oro come difesa automatica dall'inflazione. Tuttavia, l'analisi dei dati storici mostra una realtà diversa: in molteplici periodi, l'incremento del prezzo del metallo non ha tenuto il passo con quello del costo della vita, traducendosi in perdite reali anche gravose.

Significativi sono i casi emblematici in cui, in seguito a rincari geopolitici o speculativi, il valore dell'oro è salito rapidamente per poi crollare nel lungo termine. Letteratura e studi economici registrano per esempio perdite reali fino all'80% per chi ha acquistato oro nei momenti di euforia collettiva e ha poi mantenuto l'investimento nel tempo, rimanendo intrappolato dal successivo ristagno o ribasso dei prezzi. La situazione italiana, in particolare, evidenzia carenze di tutela per i risparmiatori, che hanno sofferto più di altri il disallineamento tra crescita del costo dell'oro e inflazione.

Il professor Scienza sostiene che basare la propria strategia di protezione sull'oro sia rischioso e poco lungimirante:

Anno

Variazione prezzo oro (%)

Inflazione cumulata (%)

1980-2000

-60

+70

2011-2015

-40

+13

Come dimostrano i dati, il metallo aurifero ha conosciuto interi decenni di depressione, con prezzi in stasi o in calo nonostante la crescita dei prezzi nei beni di consumo.

Le difficoltà del mercato dell'oro: liquidità, regolamentazione e costi nascosti

Il mercato dell'oro non è regolamentato come altri mercati finanziari. Per i privati, la compravendita si traduce spesso in procedure poco trasparenti e costi impliciti elevati. L'assenza di una quotazione ufficiale per molte monete rende difficile stabilire parametri di riferimento oggettivi.

Fra le difficoltà riscontrate:

  • Bassa liquidità in determinati momenti di mercato o su determinati prodotti
  • Mancanza di regolamentazione uniforme, soprattutto nel settore delle monete e dei piccoli lingotti
  • Spread e commissioni spesso opacizzate, che incidono sul prezzo reale di acquisto e vendita
  • Costo di custodia per chi opta per il deposito sicuro presso terzi
Questi elementi pesano in modo decisivo sulla redditività effettiva dell'investimento. Inoltre, situazioni straordinarie come pandemie o crisi sistemiche possono rendere difficile liquidare l'oro a condizioni eque, mettendo in discussione la sua presunta immediatezza in caso di necessità.

I rischi fiscali e le nuove imposizioni sull'oro in Italia

L'aspetto fiscale rappresenta uno dei temi meno affrontati ma più rilevanti per chi decide di puntare sull'oro. Negli ultimi anni il quadro normativo italiano si è irrigidito; dal 2024, come evidenziano recenti commenti e pubblicazioni, sono entrati in vigore nuovi oneri fiscali che hanno inciso pesantemente sulla redditività del metallo.

Tra le problematiche attuali:

  • Imposizione fiscale su plusvalenze maturate al momento della vendita
  • Obbligo di dichiarazione patrimoniale in specifici casi
  • Norme poco chiare che differenziano tra oro fisico, finanziario e digitale
La tassa sull'oro introdotta di recente ha colpito molti risparmiatori italiani, limitando le potenzialità dell'oro come copertura contro l'inflazione rispetto ai risparmiatori di altri paesi europei. Tali imposizioni hanno anche aggiunto un elemento di incertezza normativa che rende meno attrattiva la detenzione di oro come asset patrimoniale.

Va segnalata inoltre la funzione potenzialmente anonima del possesso del metallo, aspetto che in Italia non comporta tracciamento anagrafico, ma che non deve essere confusa con una salvaguardia automatica dai rischi fiscali.

Oro fisico, oro finanziario e oro digitale: differenze e problemi

Chi decide di investire in oro si trova di fronte a scelte molto differenti per modalità di detenzione e gestione del rischio:

  • Oro fisico: lingotti o monete, da custodire in proprio o presso banche; implica rischi di furto e costi di deposito
  • Oro finanziario: strumenti come ETF o certificati, più liquidi ma esposti ai rischi del sistema finanziario e non svincolati in caso di crisi sistemiche
  • Oro digitale: token su blockchain legati fisicamente a specifiche quantità di metallo ma ancora poco diffusi e soggetti a rischi normativi e tecnologici
Ognuna di queste soluzioni presenta specificità in termini di trasparenza, costi, liquidità e sicurezza. La scelta dell'oro fisico offre una sensazione di possesso diretto ma espone a costi di custodia e problemi pratici di vendita. Gli strumenti finanziari, seppur efficienti dal punto di vista delle transazioni, non garantiscono l'indipendenza promessa nei casi limite e sono soggetti ad altrettanti rischi di mercato.

L'oro digitale, infine, rappresenta una frontiera ancora immatura, spesso pubblicizzata più per moda che per solidi fondamentali, con rischi elevati di sicurezza informatica e di incertezza regolatoria globale.

L'investimento in oro è influenzato dalle dinamiche della psicologia di massa. Studi e analisi storiche mostrano che la domanda di oro esplode nei periodi di crisi, alimentata dalla paura e dalla ricerca di una protezione simbolica, più che fondata sul calcolo razionale.

Questa ciclicità:

  • Alimenta bolle speculative nei momenti di panico collettivo
  • Spinge le persone a decisioni impulsive non supportate da dati oggettivi
  • Genera la convinzione che il metallo giallo sia una certezza assoluta, mentre in realtà il suo valore è soggetto a forti oscillazioni
Il metallo prezioso si configura quindi come un termometro della paura nei mercati: quando prevalgono ansie geopolitiche o economiche, la corsa all'oro si autoalimenta, ma può rapidamente trasformarsi in una trappola quando le condizioni si normalizzano e i prezzi si sgonfiano.