L'oro, spesso considerato rifugio sicuro, nasconde insidie poco note: dalla scarsa protezione dall'inflazione ai costi occulti, passando per rischi fiscali e illusioni psicologiche.
La sensazione di sicurezza associata al possesso dell'oro lo ha trasformato in un simbolo di stabilità e valore, specialmente nei momenti di crisi e incertezza. Nei periodi di grande volatilità finanziaria, si assiste spesso a una corsa al metallo prezioso come approdo sicuro, motivata da radicati meccanismi psicologici e culturali più che da solide evidenze economiche.
Tuttavia, tali convinzioni sono spesso esagerate o infondate; la narrazione secondo cui l'oro sia sempre il miglior scudo contro tempeste finanziarie risente di una lunga stratificazione di miti ed emozioni. L'analisi moderna, supportata da dati storici e ricerche indipendenti, scompone questa immagine mostrando un quadro più complesso e meno idilliaco, soprattutto dal punto di vista dei comuni risparmiatori.
Secondo il professor Beppe Scienza, docente di Matematica presso l'Università di Torino ed esperto di risparmio e previdenza e autore del libro “Oro: bene rifugio o trappola?” , l'immaginario legato all'investimento in oro spesso non corrisponde alla realtà dei fatti. Come si legge sul sito Open, l'oro non è come molti credono e, soprattutto, è diverso da come viene presentato da chi lo vende. Questo metallo non garantisce rendimenti certi e, nei casi peggiori, può provocare consistenti perdite.
La letteratura e la stampa mainstream tendono a dare credito a teorie non dimostrate, come l'affermazione che l'oro protegga sempre dall'inflazione o sia facilmente scambiabile ovunque come moneta. Il professore smonta queste convinzioni: la realtà storica mostra come l'oro non abbia mantenuto un valore stabile in termini reali, subendo anche crolli vertiginosi che hanno eroso i patrimoni degli investitori.
Inoltre, il quadro presentato da Scienza evidenzia le distorsioni informative causate dalla presenza di interessi diretti da parte di chi promuove l'oro. Non mancano inconvenienti pratici, come l'assenza di una regolamentazione trasparente per la compravendita da parte dei privati e la mancanza di quotazioni ufficiali per monete auree. Tutto ciò rende l'investimento in questo metallo ben più rischioso e complicato rispetto a come viene comunemente descritto.
Tra le credenze più diffuse, la più radicata riguarda la presunta funzione dell'oro come difesa automatica dall'inflazione. Tuttavia, l'analisi dei dati storici mostra una realtà diversa: in molteplici periodi, l'incremento del prezzo del metallo non ha tenuto il passo con quello del costo della vita, traducendosi in perdite reali anche gravose.
Significativi sono i casi emblematici in cui, in seguito a rincari geopolitici o speculativi, il valore dell'oro è salito rapidamente per poi crollare nel lungo termine. Letteratura e studi economici registrano per esempio perdite reali fino all'80% per chi ha acquistato oro nei momenti di euforia collettiva e ha poi mantenuto l'investimento nel tempo, rimanendo intrappolato dal successivo ristagno o ribasso dei prezzi. La situazione italiana, in particolare, evidenzia carenze di tutela per i risparmiatori, che hanno sofferto più di altri il disallineamento tra crescita del costo dell'oro e inflazione.
Il professor Scienza sostiene che basare la propria strategia di protezione sull'oro sia rischioso e poco lungimirante:
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Anno |
Variazione prezzo oro (%) |
Inflazione cumulata (%) |
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1980-2000 |
-60 |
+70 |
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2011-2015 |
-40 |
+13 |
Come dimostrano i dati, il metallo aurifero ha conosciuto interi decenni di depressione, con prezzi in stasi o in calo nonostante la crescita dei prezzi nei beni di consumo.
Il mercato dell'oro non è regolamentato come altri mercati finanziari. Per i privati, la compravendita si traduce spesso in procedure poco trasparenti e costi impliciti elevati. L'assenza di una quotazione ufficiale per molte monete rende difficile stabilire parametri di riferimento oggettivi.
Fra le difficoltà riscontrate:
L'aspetto fiscale rappresenta uno dei temi meno affrontati ma più rilevanti per chi decide di puntare sull'oro. Negli ultimi anni il quadro normativo italiano si è irrigidito; dal 2024, come evidenziano recenti commenti e pubblicazioni, sono entrati in vigore nuovi oneri fiscali che hanno inciso pesantemente sulla redditività del metallo.
Tra le problematiche attuali:
Va segnalata inoltre la funzione potenzialmente anonima del possesso del metallo, aspetto che in Italia non comporta tracciamento anagrafico, ma che non deve essere confusa con una salvaguardia automatica dai rischi fiscali.
Chi decide di investire in oro si trova di fronte a scelte molto differenti per modalità di detenzione e gestione del rischio:
L'oro digitale, infine, rappresenta una frontiera ancora immatura, spesso pubblicizzata più per moda che per solidi fondamentali, con rischi elevati di sicurezza informatica e di incertezza regolatoria globale.
L'investimento in oro è influenzato dalle dinamiche della psicologia di massa. Studi e analisi storiche mostrano che la domanda di oro esplode nei periodi di crisi, alimentata dalla paura e dalla ricerca di una protezione simbolica, più che fondata sul calcolo razionale.
Questa ciclicità: