La necessità di definire misure di inclusione sociale alternative agli istituti è tra i nuovi obiettivi dell’Ue: le raccomandazioni e come si adeguerà l’Italia
Quali sono le iniziative che l’Italia prenderà dopo le nuove misure per i disabili rilanciate dall’Ue? Nel 2021 la Commissione europea ha adottato la strategia sui diritti delle persone con disabilità 2021-2030, aprendo la strada ad una Europa senza barriere e verso l'emancipazione delle persone con disabilità per permettere loro di godere di pieni diritti e partecipare alla società e all'economia.
Nonostante i progressi compiuti nell'ultimo decennio, le persone con disabilità continuano comunque a dover affrontare molti problemi e ostacoli a causa dei quali si ritrovano anche esposti ad un maggiore rischio di povertà.
L'obiettivo della nuova strategia è permette alle persone con disabilità, in base al grado della stessa, di avere pari opportunità e parità di accesso alla società e all'economia, di godere dei loro diritti umani, di non esser più vittime di discriminazioni, di poter decidere dove, come e con chi vivere e di circolare liberamente nell'Ue indipendentemente dalle loro esigenze di assistenza.
Coloro che hanno esigenze più importanti spesso vengono addirittura abbandonati a loro stessi.
Con i cosiddetti Orientamenti, l’Ue fornisce raccomandazioni agli Stati membri sull’uso dei finanziamenti per definire misure di inclusione sociale e servizi di prossimità e alla vita indipendente per le persone con disabilità alternativi ai ricoveri in istituti.
L’obiettivo è rendere la vita delle persone disabili realmente indipendente, fornendo l’accesso ad una serie di servizi integrati di sostegno alla comunità e la parità di utilizzo e consentendo loro di decidere come vivere.
Considerando le raccomandazioni dell’Ue, l’Italia dovrà adeguarsi ai nuovi piani di inserimento dei disabili nella comunità sociale.
Nel nostro Paese, l’istituzionalizzazione è ancora molto preponderante ed è l’unica misura a cui si ricorre per proteggere (se pur non si tratta del termine adeguato) le persone con disabilità, indipendentemente dal grado di necessità di sostegno.
Ci sarà ancora molta strada da percorrere, mancano le misure adeguate, e forse anche le competenze, per permettere la definizione ufficiale di piani di inclusione sociale che aiutino effettivamente la vita dei disabili, evitando squilibri e sostenendo l’uguaglianza.
Il primo passo in una buona direzione potrebbe, però, essere rappresentato dal Decreto Disabilità, che è già stato approvato nel nostro Paese, con il Progetto di vita personalizzato per le persone disabili, che sarà avviato in via sperimentale a partire da gennaio 2025.
Si tratta della definizione di programmi personalizzati, in base alle diverse esigenze di ogni disabili, con l’obiettivo di definire i bisogni specifici della persona, sia in termini di assistenza, sia per il miglioramento delle sue condizioni di vita complessive, sia per l’inclusione scolastica e per l’accesso nel mondo del lavoro.