La nuova finestra temporale per il collocamento di Poste Italiane dovrebbe aprirsi a novembre, subito dopo la pubblicazione dei conti trimestrali.
Il processo di privatizzazione di Poste Italiane, con il collocamento di una nuova tranche del 13,5% del capitale sociale ha subito un rinvio inatteso. L’operazione è stata posticipata a metà novembre 2024 ovvero a distanza di alcune settimane rispetto alla scadenza di ottobre. Approfondiamo alcuni dettagli:
Prima del collocamento bisogna attendere la pubblicazione dei risultati finanziari del terzo trimestre di Poste Italiane, prevista per il 6 novembre 2024. A seguito della divulgazione di questi dati, il prospetto informativo deve essere aggiornato per riflettere le informazioni più recenti. Servono quindi i tempi tecnici per avviare l'Offerta Pubblica di Vendita.
Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha minimizzato l'importanza del ritardo, descrivendo i problemi come "piccole questioni tecniche" che saranno risolte in tempi brevi. La manovra non sarebbe stata ostacolata da difficoltà strutturali o da cambiamenti nelle condizioni di mercato, ma da procedure burocratiche standard che richiedono attenzione ai dettagli.
Questo collocamento si inserisce nel piano di privatizzazioni avviato dal governo italiano, che mira a ridurre la partecipazione statale in diverse società pubbliche per ottenere entrate fiscali. Poste Italiane, già parzialmente privatizzata nel 2015, è una delle aziende più importanti del Paese, con attività che spaziano dalla logistica ai servizi finanziari.
L’offerta prevista per novembre è una cessione strategica, dato che il 13,5% del capitale corrisponde a una parte consistente dell'azienda, e potrebbe contribuire alle finanze statali. Proprio su questo aspetto, il governo punta a catturare l'attenzione anche dei grandi investitori e non solo dei piccoli ed è stato perciò pressoché inevitaibile uno slittamento.
Il titolo di Poste Italiane è stato uno degli investimenti più redditizi per gli azionisti, con un valore che è triplicato dall’IPO del 2015, quando le azioni vennero collocate a 6,75 euro. Grazie ai dividendi elevati e a una solida performance, l'interesse degli investitori per questo collocamento rimane alto, malgrado lo slittamento.
Il rinvio del collocamento non sembra essere legato a un calo di fiducia verso Poste Italiane o al contesto economico generale. Al contrario, le prospettive economiche italiane sono viste in modo positivo dagli analisti, come dimostrato dalle valutazioni favorevoli delle agenzie di rating come Fitch e Standard & Poor's.
Questi aspetti rendono il collocamento di Poste attrattivo per gli investitori, soprattutto in un periodo in cui gli investimenti in titoli pubblici e aziende solide sono considerati sicuri.
Il futuro di Poste Italiane, nonostante di vociferi di un ulteriore slittamento del collocamento in Borsa, appare promettente. Il nuovo piano strategico al 2028, presentato a marzo 2024, prevede una serie di iniziative per rafforzare la posizione di mercato dell'azienda, migliorare l'efficienza operativa e continuare a generare valore per gli azionisti tramite dividendi generosi.
Il contesto di mercato favorevole e la solidità della società offrono agli investitori un'opportunità per partecipare alla crescita di uno dei colossi dell’economia italiana.