Quali dipendenti potrebbero vedere riduzioni in busta paga nel 2025 senza il rinnovo ufficiale del Ccnl Metalmeccanici entro fine anno
Quale taglio potrebbe prospettarsi in busta paga per i metalmeccanici senza il rinnovo del Ccnl nel 2025? Continuano tra pochi alti e molti bassi le trattative di rinnovo del contratto nazionale di Lavoro Ccnl dei metalmeccanici.
Le posizioni sono discordanti e gli scioperi che non fanno che rendere sempre più complessa la situazione. E al momento non sembrano esserci prospettive di chiusura delle trattative nel breve periodo. Ciò significa che le discussioni si protrarranno ancora il prossimo anno.
Non si tratta, però, di un taglio che interesserà tutti i lavoratori del settore ma solo quelli appartenenti alla piccola media industria.
Il relativo contratto nazionale Ccnl prevede, infatti, che tutte le aziende riconoscano ai lavoratori l’importo di 200 euro a titolo di flexibile benefits, cioè i beni e i servizi che il datore di lavoro può decidere di riconoscere propri dipendenti, per contribuire a migliorarne la qualità della loro vita personale.
I beni e i servizi vengono decisi dalle aziende sulla base delle esigenze dei propri lavoratori e di intesa con la rappresentanza sindacale e riconosciuti entro la fine di febbraio di ogni anno.
Il Contratto del 2021 ha previsto l’erogazione di tali benefit per gli anni 2023 e 2024, per cui si teme che senza il rinnovo del contratto entro fine anno, saranno cancellati nel 2025, comportando una riduzione in busta paga per i lavoratori di ben 200 euro. E si tratterebbe di una ulteriore penalizzazione, insieme all’ancora atteso aumento retributivo.
Se, quindi, non si rinnova in tempi brevi il contratto, le imprese non riconosceranno nulla il prossimo febbraio ai dipendenti, a meno che non sia previsto diversamente da accordi individuali e accordi aziendali sui flexibile benefits.
Si continua a discutere per chiudere le trattative di rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Al momento, stando a quanto riportano le ultime notizie, per l’aumento della retribuzione si parla solo di un adeguamento in base all’andamento dell’inflazione, che però si è molto ridotta, per cui non garantirebbe particolari incrementi.
I sindacati rilanciano e chiedono, però, aumenti in busta paga da 280 euro mensili lordi.
Solo due giorni fa si è tenuto un nuovo incontro tra le imprese delle sezioni Metalmeccanica e Impianti e il direttore generale di Federmeccanica, Stefano Franchi, che ha illustrato la proposta di contratto presentata da Federmeccanica e Assistal.
Il documento prevede il mantenimento del meccanismo di adeguamento retributivo all’andamento dell’inflazione, che nel periodo di vigenza del contratto di lavoro 2021 ha determinato un adeguamento dei minimi tabellari pari a 310 euro lordi al livello C3.
Ma non solo: è previsto anche il riconoscimento di 700 euro lordi annui, a fronte di un margine operativo lordo su fatturato superiore al 10% e incrementale per i dipendenti di tutte le aziende che non hanno premi di risultato o altri elementi economici collettivi.
L'importo sarà di 350 euro lordi in caso di presenza di elementi individuali.
E’ stato proposto anche l’aumento dei flexible benefits da 200 a 400 euro a regime, nonché maggiori misure per la tutela dell’autosufficienza con copertura assicurativa gratuita, l’anticipo degli aumenti periodici di anzianità tramite il riconoscimento del nuovo Elemento di Continuità Professionale.
Si punta, infine, alla definizione di migliori politiche di genere per l’occupazione e la crescita professionale del personale femminile e per conciliazione vita-lavoro.