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Mutui, i tassi scendono ora ma le previsioni sono cambiate. Rialzi di nuovi in vista per almeno 2 motivi

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Spese militari in crescita

Due fattori, l'inflazione in risalita e l'aumento delle spese militari, stanno alimentando il timori sui mutui.

I tassi d'interesse, dopo un biennio di crescita senza precedenti, hanno iniziato una timida discesa grazie ai tagli della Banca centrale europea. L'ultimo intervento dell'istituto di Francoforte, risalente al 6 marzo 2025, ha portato a una riduzione del costo del denaro, con effetti immediati sull'Euribor, il principale indice di riferimento per i mutui a tasso variabile. Ma i segnali provenienti dai mercati finanziari e dall'economia globale indicano che questa fase sia solo temporanea.

Due fattori in particolare, l'inflazione in risalita e l'aumento delle spese militari, stanno alimentando il timore che i tassi possano presto invertire la rotta, tornando a salire entro i prossimi due anni. Approfondiamo in questo articolo:

  • L'inflazione torna a salire, una minaccia per i mutui
  • Spese militari in crescita, conseguenze sui tassi d'interesse

L'inflazione torna a salire, una minaccia per i mutui

Dopo il rallentamento registrato nel 2023 e nei primi mesi del 2024, l'inflazione nell'Eurozona sta mostrando segnali di ripresa. A novembre 2024, il tasso d'inflazione si è attestato al 2,3%, in aumento rispetto al 2% di ottobre. Questo aumento, seppur contenuto, ha destato preoccupazioni tra gli analisti economici, che temono un nuovo ciclo inflazionistico.

L'inflazione elevata erode il potere d'acquisto delle famiglie e spinge la Bce a adottare misure restrittive per contenerla. Se il costo della vita continuerà a salire, la banca centrale può rallentare o interrompere i tagli ai tassi, e in casi estremi persino a rialzarli. Questo scenario ha un impatto diretto sui mutui, in particolare su quelli a tasso variabile, che vedrebbero aumentare la rata mensile, mentre quelli a tasso fisso diventerebbero più costosi per i nuovi richiedenti.

Spese militari in crescita, conseguenze sui tassi d'interesse

Un altro elemento che sta influenzando i mercati finanziari è l'aumento delle spese militari. A seguito delle tensioni geopolitiche globali e delle richieste di maggiore investimento nella difesa da parte della Nato e dell'Unione europea, molti Paesi hanno deciso di destinare una quota crescente del loro Pil al settore militare. Negli ultimi dieci anni, l'Europa ha visto un aumento del 46% nelle spese per la difesa, e l'Italia non fa eccezione, con un aumento del 26% tra il 2013 e il 2023.

Questi investimenti, pur necessari in un contesto di instabilità globale, comportano una maggiore domanda di finanziamenti da parte degli Stati, che si riflette in un incremento dei rendimenti obbligazionari. Quando i rendimenti dei titoli di Stato salgono, le banche centrali sono costrette a mantenere i tassi d'interesse elevati per contenere gli effetti inflazionistici derivanti dall'aumento della spesa pubblica. Questo fenomeno potrebbe vanificare il calo dei tassi sui mutui e portare a un nuovo ciclo di rialzi entro il 2026.

Le prospettive per il mercato dei mutui nei prossimi mesi dipenderanno da diversi fattori. Se l'inflazione dovesse continuare a crescere e la Bce fosse costretta a rivedere la propria politica monetaria, i tassi potrebbero tornare a salire già entro il 2026. Gli esperti ritengono che il costo del denaro possa raggiungere il suo minimo tra la fine del 2025 e l'inizio del 2026, per poi stabilizzarsi o addirittura risalire nei mesi successivi. In pratica chi intende stipulare un mutuo è chiamato a valutare con attenzione il momento giusto per agire.

I mutui a tasso fisso, che oggi risultano più convenienti rispetto a quelli variabili, sono una soluzione prudente per chi vuole garantirsi un tasso stabile nel lungo periodo. Ma se l'inflazione dovesse rientrare nei valori di sicurezza previsti dalla Bce e le tensioni internazionali dovessero attenuarsi, l trend di ribasso prosegue, almeno fino al 2027.