I residenti della Città metropolitana di Milano sono i contribuenti Irpef più gravati d'Italia. Nel 2022, l'imposta media sui redditi delle persone fisiche è stata pari a 8.527 euro.
I residenti della Città metropolitana di Milano sono i contribuenti Irpef più gravati d'Italia. Nel 2022, l'imposta media sui redditi delle persone fisiche è stata pari a 8.527 euro. Seguono i contribuenti di Roma con 7.092 euro, di Monza-Brianza con 6.574 euro, di Bolzano con 6.472 euro e di Bologna con 6.323 euro. Al contrario, i residenti meno tassati sono quelli della Sud Sardegna, dove l'Irpef media per contribuente è stata di 3.338 euro. Il dato medio nazionale si è attestato sui 5.381 euro.
Questi dati provengono dall’Ufficio studi della CGIA che ha stilato una graduatoria per importo Irpef medio versato all'erario dai contribuenti italiani suddivisi per le 107 province. Ecco i dettagli:
La Provincia Autonoma di Bolzano registra la percentuale più bassa di contribuenti che pagano meno della media nazionale, pari al 60%. Seguono il Lazio con il 63%, la Lombardia con il 64%, la Valle d'Aosta con il 66%, e l'Emilia Romagna e la Liguria, entrambe con il 67%.
Dall'altra parte dello spettro, le regioni con il maggior numero di contribuenti che pagano meno della media nazionale sono la Calabria, dove il 78% dei contribuenti paga meno di 5.381 euro, la Provincia autonoma di Trento con l'80%, e le Marche con l'84%.
Gli artigiani veneti sottolineano l'importanza di leggere questi numeri alla luce del principio di progressività sancito dal comma 2 dell’articolo 53 della Costituzione. I territori con un prelievo Irpef medio più alto sono quelli con redditi più elevati. Ed è probabile che in queste aree la qualità e la quantità dei servizi pubblici offerti siano superiori rispetto a quelle delle zone dove si pagano meno tasse.
Questi dati provengono dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre, che ha stilato una graduatoria per importo Irpef medio versato all'erario dai contribuenti italiani, suddivisi per le 107 province.
Un dato, fanno notare gli artigiani veneti, che va letto con attenzione: così come afferma il comma 2 dell'articolo 53 della Costituzione, il nostro sistema tributario è fondato sul criterio di progressività. Pertanto, i territori dove il prelievo Irpef medio è più importante sono anche quelli dove i livelli di reddito sono più elevati. Va altresì segnalato che dove si paga di più, la qualità e la quantità dei servizi erogati dalle amministrazioni pubbliche di questi territori spesso sono di rango superiore rispetto a quelli somministrati nelle altre aree del Paese dove si pagano meno tasse.
Nonostante il peso delle tasse sia in calo negli ultimi anni, l'Italia continua ad avere una delle pressioni fiscali più elevate in Europa. Nel 2023, solo Francia, Belgio, Danimarca e Austria hanno registrato un peso fiscale superiore al nostro. A Parigi, la pressione fiscale ha raggiunto il 45,8% del Pil, a Bruxelles il 45,3%, a Copenaghen il 44,5% e a Vienna il 42,9%. In Italia, la soglia ha toccato il 42,5%.
Tra i 27 paesi dell'Unione europea, l'Italia si è posizionata al quinto posto. La Germania è al decimo con il 40,6%, mentre la Spagna si è piazzata al tredicesimo con il 37,8%. La media dei Paesi europei è stata del 40,3%, inferiore di 2,2 punti rispetto a quella italiana.
Secondo il Documento di economia e finanza 2024, quest'anno la pressione fiscale è stimata al 42,1% del Pil, con una diminuzione di 0,4 punti rispetto al 2023. Questo risultato è attribuibile alla crescita del Pil nominale (+3,7%) che supera l'incremento del gettito fiscale (+2,6%). La pressione fiscale, quindi, è attesa in diminuzione, riflettendo il rapporto tra il gettito fiscale e il Pil nominale.