Il ritorno del nucleare in Italia con la newco tra Enel, Leonardo e Ansaldo Nucleare è considerata un’opportunità per rilanciare il settore energetico.
Negli ultimi mesi, l’Italia sta vivendo un ritorno di interesse verso il nucleare, una scelta che punta a diversificare il mix energetico e ridurre la dipendenza dalle importazioni di gas. In questo scenario, tre grandi aziende italiane - Enel, Leonardo e Ansaldo Nucleare - hanno avviato un progetto congiunto per creare una nuova società, o newco, per lo sviluppo del nucleare di nuova generazione nel Paese. Entriamo nel dettaglio di questo progetto:
Gli Small Modular Reactors sono reattori di dimensioni ridotte, con una potenza tra i 50 e i 300 megawatt, che possono essere installati in serie per ottenere la capacità desiderata. Gli Advanced Modular Reactors sono una nuova generazione di reattori che punta a rendere ancora più sicuri ed efficienti i processi di produzione energetica. Questi reattori utilizzano carburanti avanzati e hanno sistemi di raffreddamento più performanti, riducendo il rischio di incidenti.
L’obiettivo della newco è guidare lo sviluppo e la costruzione di queste tecnologie in Italia, facendo leva sulle competenze di Leonardo nel settore della difesa e della sicurezza, sull’expertise nucleare di Ansaldo Nucleare, e sull’esperienza di Enel nella gestione di grandi infrastrutture energetiche. Insieme, queste aziende mirano a costruire una filiera italiana del nucleare.
Uno dei principali vantaggi degli SMR e AMR è la loro modularità, che consente di costruire e ampliare la capacità produttiva gradualmente, in base alle esigenze del mercato. Questo modello permette di ridurre i costi di costruzione iniziali, distribuendoli su un arco di tempo più lungo e riducendo il rischio di investimenti troppo gravosi. Gli impianti modulari sono inoltre più facili da gestire e da monitorare rispetto alle centrali nucleari tradizionali, rendendo più sicura la gestione dell’energia nucleare.
La roadmap per il ritorno al nucleare in Italia è già strutturata. Il primo passo consiste nell’introduzione di una legge delega sul nucleare, attesa entro novembre 2024, che dovrà definire il quadro normativo per avviare il processo di reintroduzione dell’energia nucleare. La legge mira a creare un quadro chiaro e dettagliato per facilitare la pianificazione e l’implementazione degli impianti nucleari di nuova generazione, garantendo nel contempo sicurezza e trasparenza nei confronti della popolazione e delle autorità locali.
La fase iniziale è incentrata sulla progettazione e sulla valutazione della fattibilità dei reattori modulari, con un focus su come adattare gli SMR e gli AMR alle specificità italiane. Questa fase richiede dai tre ai cinque anni di ricerca e progettazione, durante i quali saranno coinvolti ingegneri e scienziati italiani.
La costruzione di nuovi impianti richiede l'ottenimento di numerose autorizzazioni a livello ambientale e di sicurezza. L’iter può richiedere dai due ai quattro anni, poiché include la verifica dell’idoneità dei siti, l’impatto ambientale e la sicurezza delle infrastrutture.
Ina volta completata la fase autorizzativa, la costruzione di un impianto richiede dai cinque ai sette anni, a seconda della complessità del progetto. I primi impianti potrebbero quindi entrare in funzione non prima del 2035, ma il programma ambizioso della newco prevede di poter anticipare alcune di queste tempistiche con il supporto delle autorità.
Per garantire una gestione efficiente e sicura degli impianti nucleari verranno attivati programmi di formazione per ingegneri nucleari, tecnici e operai specializzati, creando così una nuova generazione di professionisti del settore nucleare.