Negli ultimi mesi, l’Agenzia delle Entrate ha incrementato la propria attività di controllo sulle posizioni IVA, inviando migliaia di lettere di compliance destinate alle partite IVA. Queste comunicazioni, recapitate tramite posta elettronica certificata (PEC), hanno lo scopo di notificare ai contribuenti la presenza di anomalie nei dati di fatturazione elettronica, corrispettivi giornalieri e dichiarazioni IVA.
Il sistema di incrocio automatizzato dei dati contabili permette di evidenziare eventuali irregolarità in modo tempestivo, invitando i soggetti destinatari a regolarizzare spontaneamente la propria posizione.
Chi riceve le lettere di compliance e sulla base di quali controlli vengono inviate
Le comunicazioni di compliance vengono inviate soprattutto ai possessori di partita IVA, sia persone fisiche sia società, che presentano incongruenze tra i dati delle fatture elettroniche, dei corrispettivi giornalieri e delle dichiarazioni Iva annuali. I soggetti più coinvolti sono coloro che, a seguito delle rilevazioni elettroniche periodiche, risultano avere dati discordanti rispetto a quelli richiesti dalla normativa vigente.
- Professionisti e imprese che omettono l’invio di fatture o corrispettivi telematici nei termini previsti.
- Operatori economici con volumi di acquisto o di vendita non coerenti rispetto alla categoria di appartenenza o agli standard di settore (codici ATECO).
- Soggetti che presentano disallineamenti tra l’ammontare delle operazioni attive e passive comunicato con la dichiarazione IVA e quello risultante dai dati delle fatture e dei corrispettivi.
L’invio delle lettere si fonda su un processo di analisi automatica dei dati fiscali, supportato da algoritmi di intelligenza artificiale che confrontano le informazioni trasmesse con quelle registrate nei sistemi dell’Agenzia delle Entrate.
Oltre alle incongruenze nei dati IVA, anche ritardi nella trasmissione o omesse dichiarazioni attivano la procedura di alert. Il controllo si esercita non solo su imprese strutturate ma anche su piccoli contribuenti e liberi professionisti, includendo coloro che hanno trasmesso dati in ritardo, compilato la dichiarazione in modo incompleto o non conforme, o presentano ampie sfasature tra pagamenti elettronici e corrispettivi dichiarati.
Quali anomalie e irregolarità vengono rilevate su fatture, corrispettivi e dichiarazioni IVA
I principali motivi di segnalazione riguardano la presenza di scostamenti significativi tra dati dichiarati e dati effettivi. Tra le anomalie più comuni individuate dagli algoritmi dell’Agenzia delle Entrate si rilevano:
- Differenze tra gli importi delle operazioni attive (vendite) e i dati comunicati tramite fatture elettroniche e corrispettivi giornalieri rispetto a quanto inserito in dichiarazione IVA.
- Omissione o errata indicazione delle operazioni soggette a reverse charge, con particolare attenzione ai righi VJ della dichiarazione.
- Operazioni passive non coerenti con l’attività dichiarata o sproporzionate rispetto alla dimensione o al tipo di azienda.
- Fatture e corrispettivi trasmessi tardivamente o mancato allineamento tra importi registrati e flussi di incasso tramite POS.
- Mancata presentazione nei tempi previsti della dichiarazione annuale IVA.
- Scostamenti tra dati dei clienti e dei fornitori e quanto indicato nei registri ufficiali o nei corrispettivi trasmessi.
Cosa contiene la comunicazione PEC e le istruzioni per verificare la propria posizione
La
PEC inviata dall’Agenzia delle Entrate contiene una serie di informazioni dettagliate, indispensabili per identificare la natura dell’anomalia e le azioni da intraprendere:
- Dati anagrafici: codice fiscale, denominazione, cognome e nome.
- Numero identificativo della comunicazione e periodo d’imposta di riferimento.
- Elenco delle operazioni IVA trasmesse in via telematica e confronto con i dati dichiarati.
- Istruzioni dettagliate per visualizzare gli elementi di dettaglio e il percorso per consultare la propria posizione all’interno del cassetto fiscale o attraverso il portale “Fatture e Corrispettivi”.
- Elementi che hanno fatto scattare l’anomalia: righi di dichiarazione coinvolti, importi mancanti o difformi, dati dei principali clienti e fornitori, totale dei corrispettivi giornalieri per matricola distributore, documenti commerciali online o distributori carburanti.
- Protocollo identificativo e data di invio della dichiarazione IVA, se relativa a operazioni contestate.
La Pec che si riceve, oltre ad essere un
invito a chiarire o regolarizzare la propria posizione, fornisce tutte le istruzioni necessarie per rispondere, chiedere informazioni o, se necessario, esibire documentazione a supporto tramite canali diretti.
Cosa fare dopo aver ricevuto la PEC: opzioni, ravvedimento operoso e scadenze
In caso di ricezione della lettera, il contribuente può percorrere diverse strade:
- Controllare accuratamente la segnalazione tramite il proprio cassetto fiscale e verificare l’effettiva presenza di errori od omissioni nei dati contestati.
- Richiedere chiarimenti all’Agenzia delle Entrate se si ritiene che l’anomalia sia infondata o derivante da situazioni particolari non considerate negli automatismi dei controlli.
- Interpellare un consulente fiscale di fiducia per una valutazione specialistica, soprattutto nei casi complessi.
- Se viene accertato un errore, procedere rapidamente alla regolarizzazione attraverso la procedura di ravvedimento operoso, che consente di ridurre le sanzioni in modalità proporzionale al tempo trascorso dalla violazione.
- Regolarizzare gli errori o le omissioni eventualmente commesse, beneficiando del ravvedimento operoso che prevede la riduzione delle sanzioni in relazione al tempo trascorso dalla commissione delle violazioni stesse.
I termini per la regolarizzazione sono:
Tipo anomalia
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Termine regolarizzazione
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Sanzione minima
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Omissione dichiarazione IVA
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Entro 90 giorni dal termine ordinario
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€ 25 (ravvedimento sprint)
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Errori/omissioni su fatture e corrispettivi
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In funzione del ritardo (entro 1 anno, entro 2 anni, ecc.)
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Sanzione ridotta, variabile secondo l’entità e il tempo
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Nel caso di omessa presentazione della dichiarazione, la PEC indica la scadenza entro la quale sanare la posizione e il pagamento da effettuare per fruire della riduzione delle sanzioni. Per le violazioni relative ai corrispettivi telematici, il ravvedimento si applica sia all’emissione tardiva della documentazione commerciale sia alla mancata trasmissione, secondo quanto previsto dai recenti aggiornamenti normativi.
Come prevenire le anomalie e tutelare la propria posizione fiscale
Per evitare di incorrere in segnalazioni e comunicazioni di compliance, è essenziale adottare pratiche amministrative accurate e costanti. Gli esperti raccomandano di:
- Effettuare riconciliazioni periodiche tra i dati delle fatture, dei corrispettivi giornalieri e quelli inseriti nella dichiarazione IVA.
- Verificare che la descrizione dei beni e servizi acquistati sia sempre pertinente e coerente con l’attività svolta, allegando la documentazione necessaria che ne giustifichi l’inerenza.
- Mantenere una netta separazione tra spese aziendali e personali.
- Controllare la corrispondenza tra quanto incassato tramite POS e quanto trasmesso come corrispettivo telematico.
- Utilizzare software gestionali aggiornati e affidabili per la registrazione e trasmissione dei dati.
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