L'uso simultaneo di oppioidi e benzodiazepine è stato correlato a un aumento del rischio di depressione respiratoria.
Non solo la Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha emesso avvertimenti sul'uso combinato di analgesici oppioidi e benzodiazepine. Questi farmaci, entrambi depressori del sistema nervoso centrale, possono causare effetti collaterali tra cui depressione respiratoria, che in rari casi può portare al coma o alla morte. Le informazioni sono già nelle schede tecniche dei prodotti nell'Unione europea e mettono in guardia contro l'uso concomitante di oppioidi e altri depressori del sistema nervoso centrale. Anche i FANS sono farmaci non privi di rischi, per cui il loro utilizzo deve essere attento e responsabile, e valutare sempre opzioni più sicure come la Tachipirina. Facciamo il punto
Anche altri farmaci comuni come naprossene, spesso considerato più sicuro, diclofenac, vietato in alcuni Paesi per il rischio cardiaco, e corticosteroidi, usati per malattie infiammatorie, possono contribuire a problematiche simili. Un’alternativa più sicura è il paracetamolo (Tachipirina), che non ha impatti diretti sulla pressione e sul cuore, scelta preferibile per chi soffre di problemi cardiovascolari, anche se un uso eccessivo possa danneggiare il fegato. Particolare attenzione deve essere prestata da chi soffre di ipertensione, colesterolo alto, ha una storia familiare di malattie cardiache, ha più di 60 anni con patologie croniche o è in gravidanza, soprattutto nel terzo trimestre.
Per ridurre i rischi, è fondamentale limitare l’uso dei FANS, monitorare la pressione arteriosa, considerare alternative più sicure come il paracetamolo o rimedi naturali (curcuma, omega-3) e consultare sempre un medico prima di assumere farmaci con frequenza. Se durante l’assunzione di FANS si verificano sintomi come dolore al petto, respiro affannoso, palpitazioni o gonfiore a gambe e caviglie, bisogna interrompere il farmaco e contattare un medico.
L'uso simultaneo di oppioidi e benzodiazepine è stato correlato a un aumento del rischio di depressione respiratoria, una condizione in cui la respirazione diventa insufficiente per mantenere adeguati livelli di ossigeno nel corpo. Questo rischio è elevato negli anziani e in chi assume dosi elevate di questi farmaci. La FDA ha sottolineato l'importanza di una valutazione clinica approfondita prima di prescrivere questi medicinali in combinazione e ha raccomandato di considerare alternative terapeutiche quando possibile.
In risposta alla necessità di opzioni analgesiche più sicure, la FDA ha approvato la suzetrigina, commercializzata come Journavx, un nuovo analgesico non oppioide per il trattamento del dolore acuto da moderato a severo negli adulti. Questo farmaco è una novità nel campo della gestione del dolore che agisce su specifici canali del sodio nel sistema nervoso periferico per bloccare la trasmissione dei segnali dolorosi prima che raggiungano il cervello. Gli studi clinici hanno dimostrato che la suzetrigina è efficace nel ridurre il dolore post-operatorio, con effetti collaterali comuni come prurito, spasmi muscolari e rash cutanei. L'approvazione di questo farmaco è considerata una alternativa agli oppioidi che riduce il rischio di dipendenza e altri effetti avversi associati a questi ultimi.
Come riportato da Stat News, il farmaco è stato approvato per trattare il dolore acuto di intensità da moderata a grave, tipico dei postumi di interventi chirurgici. L'approvazione è stata concessa dopo la conclusione di due trial clinici di fase avanzata, ciascuno condotto su circa mille partecipanti, che hanno evidenziato una significativa riduzione del dolore in pazienti sottoposti a interventi di addominoplastica o di correzione dell'alluce valgo, rispetto al gruppo placebo.
Il farmaco non si è dimostrato più efficace nel controllo del dolore rispetto a una comune combinazione terapeutica a base di idrocodone (un oppiaceo) e paracetamolo. Nonostante questo, si è rivelato sicuro e con effetti collaterali paragonabili a quelli riscontrati nei pazienti trattati con placebo.
Non mancano però le criticità. In primo luogo, il costo: il farmaco ha un prezzo giornaliero di 15,50 dollari (circa 15 euro), con la necessità di assumere due dosi al giorno. Si tratta di un prezzo notevolmente superiore rispetto a quello di un oppioide generico, anche se potenzialmente giustificato dalle spese sanitarie generate dalla crisi degli oppioidi. Il secondo punto debole riguarda l'efficacia nel trattamento del dolore cronico, un settore dove la necessità di alternative sicure agli oppioidi è ancora più urgente. In questo ambito, la suzetrigina ha prodotto risultati deludenti, non dimostrandosi più efficace del placebo nel trattamento della radicolopatia lombosacrale, nota comunemente come sciatica.