L'accordo tra Pfizer e Stati Uniti promette farmaci a prezzi più bassi e l'accesso anticipato a nuove cure. I meccanismi dell'intesa, le sue implicazioni per pazienti e mercati, e le prospettive future del settore.
L’intesa raggiunta tra una delle principali aziende farmaceutiche mondiali, Pfizer, e il governo statunitense rappresenta un tentativo significativo di riequilibrare il sistema. Attraverso una trattativa che ha coinvolto direttamente l’amministrazione, è stato definito un percorso che prevede una riduzione dei prezzi dei medicinali per determinati programmi pubblici e l’introduzione di nuovi strumenti per agevolare l’acquisto da parte dei cittadini.
L’obiettivo è duplice: garantire una maggiore sostenibilità finanziaria dei sistemi sanitari pubblici, come Medicaid, e favorire l’accesso alle cure per le fasce di popolazione a basso reddito. Il tema “farmaci prezzi più bassi accordo PfizerUsa” emerge quindi come chiave nella ridefinizione delle politiche sanitarie e delle strategie commerciali globali nel settore farmaceutico.
L’intesa raggiunta tra Pfizer e il governo degli Stati Uniti prevede alcuni elementi di spicco che possono ridefinire il panorama farmaceutico americano. Tra questi figurano:
Medicaid, il programma sanitario pubblico americano destinato alle persone e famiglie a basso reddito, occupa una posizione cardine nell’accordo. L’adozione della politica della “nazione più favorita” introduce un riferimento diretto ai prezzi praticati dai Paesi industrializzati e ridefinisce il potere negoziale dello Stato nei confronti delle multinazionali farmaceutiche. Secondo questa impostazione, il prezzo dei farmaci offerti da Pfizer attraverso Medicaid non potrà superare il livello più basso riscontrato tra i Paesi di riferimento come Canada, Regno Unito, Germania, Italia, Francia, Svizzera, Giappone e Danimarca.
L’iniziativa mira a colmare la distanza esistente tra i prezzi praticati negli Stati Uniti e quelli del resto del mondo industrializzato, con un impatto particolarmente marcato per i soggetti a maggiore vulnerabilità economica. Inoltre, questa svolta nell’approccio alla determinazione dei prezzi potrebbe costituire un modello replicabile, portando anche altri attori del settore a rivedere le proprie strategie di pricing al fine di favorire una competizione più equilibrata.
La misurabilità di tali benefici avrà effetti sia sui bilanci degli Stati federati, grazie alla riduzione della spesa pubblica sanitaria, sia sulla spesa privata sostenuta dai cittadini che, pur in presenza di coperture assicurative, affrontano costi elevati per la parte non coperta dalle polizze. Va inoltre sottolineato che, secondo gli osservatori, alcune compagnie hanno modificato i listini in altri mercati per compensare eventuali ricadute sulle entrate dovute ai nuovi meccanismi negoziali introdotti dal governo americano.
Parallelamente alla revisione del pricing per Medicaid, l’accordo prevede la creazione di TrumpRx, una piattaforma digitale aperta a cittadini americani intenzionati ad acquistare farmaci a tariffe ridotte direttamente dai produttori. Questo portale mira ad accorciare la filiera di distribuzione semplificando l’accesso e la trasparenza sui prezzi proposti. Non costituisce una farmacia online, ma funge da intermediario digitale reindirizzando gli utenti verso i canali ufficiali delle aziende partecipanti.
La prospettiva offerta da questa innovazione si apre soprattutto ai pazienti che non dispongono di copertura assicurativa, o a coloro che necessitano di trattamenti non inclusi nelle loro polizze. In particolare, i medicinali coinvolti, come specificato nell’accordo, saranno offerti con sconti medi intorno al 50%. Tuttavia, non tutti i farmaci sono inclusi nel programma; l’impatto effettivo dipenderà dunque dalla quantità e dalla tipologia dei prodotti effettivamente inseriti in piattaforma e dalla diffusione del modello tra le altre industrie farmaceutiche.
L’accordo fra Pfizer e amministrazione USA segna una svolta in termini di accessibilità e sostenibilità dei sistemi sanitari, non solo per chi beneficia dei programmi pubblici. Gli effetti diretti riguarderanno:
D’altro canto, la riforma del sistema di pricing è destinata ad alimentare una più ampia riflessione sulle modalità di accesso e sulla sostenibilità delle scelte politiche in materia sanitaria.
Nell’ambito dell’accordo, Pfizer si impegna a investire 70 miliardi di dollari nella realizzazione e ammodernamento di impianti produttivi negli Stati Uniti. Questo programma prevede la creazione di nuovi posti di lavoro, il rafforzamento della ricerca e sviluppo sul territorio nazionale e l’espansione dell’autonomia americana in un settore strategico come quello farmaceutico.
Questi investimenti rispondono anche all’esigenza, emersa negli ultimi anni, di ridurre la dipendenza produttiva dagli impianti situati all’estero – un aspetto reso particolarmente evidente durante la pandemia.
La strategia adottata dagli Stati Uniti con Pfizer, basata sulla combinazione di incentivi all’industria locale e sul rafforzamento della posizione negoziale pubblica, sta suscitando interesse a livello internazionale. Alcune società europee e svizzere guardano infatti a questo modello come a un possibile riferimento per negoziazioni future, mentre l’Unione europea valuta gli effetti potenziali sull’equilibrio competitivo nel settore farmaceutico.
L’accordo solleva anche diversi interrogativi e non mancano le critiche da parte di alcuni osservatori ed esperti di sanità: