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Tachipirina e paracetamolo, gli effetti collaterali secondo un nuovo studio. Ecco chi e cosa si deve stare attenti

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Uso responsabile del paracetamolo

I dati suggeriscono che, nel gruppo a cui era stato prescritto il farmaco, le probabilità di sviluppare queste condizioni erano leggermente superiori rispetto al gruppo di controllo.

L’utilizzo del paracetamolo, noto anche attraverso il marchio commerciale Tachipirina, è da decenni un punto fermo nella gestione del dolore e della febbre. Un nuovo studio condotto dall’Università di Nottingham ha ora sollevato interrogativi sugli effetti collaterali di questo farmaco, specialmente nelle persone anziane. Questa ricerca, accompagnata da un'attenzione mediatica e scientifica, ha suscitato preoccupazioni tra i consumatori e alimentato un acceso dibattito tra i produttori farmaceutici e la comunità medica:

  • La ricerca di Nottingham sul paracetamolo metodologia e risultati
  • Uso responsabile del paracetamolo, linee guida e precauzioni

La ricerca di Nottingham sul paracetamolo metodologia e risultati

Il team di ricerca ha analizzato oltre 180.000 cartelle cliniche di pazienti con più di 65 anni ai quali era stato prescritto paracetamolo almeno due volte in sei mesi. I dati raccolti sono stati confrontati con quelli di un gruppo di controllo composto da oltre 400.000 individui della stessa età che non avevano fatto uso ripetuto del farmaco. I risultati indicano un aumento del rischio di diverse patologie, tra cui ulcere gastrointestinali, insufficienza cardiaca, ipertensione e malattie renali croniche.

Il dato più preoccupante è emerso nel confronto tra i due gruppi: il consumo regolare di paracetamolo sembra correlarsi a un incremento dell’incidenza di queste patologie. Gli scienziati hanno precisato che si tratta di aumenti moderati, ma significativi dal punto di vista statistico. Questo studio, tuttavia, non stabilisce una causalità diretta, essendo di natura osservazionale.

La metodologia adottata dai ricercatori ha attirato critiche, soprattutto da parte delle aziende farmaceutiche. Kenvue, uno dei principali produttori di farmaci a base di paracetamolo, ha sottolineato che lo studio presenta diversi limiti metodologici. Tra le obiezioni avanzate c'è il fatto che i dati si riferiscono solo a pazienti con prescrizioni mediche, senza includere chi acquista il farmaco da banco. L’azienda sostiene che l’analisi non tenga conto delle condizioni di salute preesistenti nei pazienti, che potrebbero aver influenzato i risultati.

Un portavoce di Kenvue ha dichiarato che il paracetamolo rimane uno dei farmaci più sicuri e affidabili, con oltre 60 anni di utilizzo clinico a supporto della sua efficacia. Nonostante queste rassicurazioni, l’azienda stessa ha ribadito l’importanza di seguire le dosi raccomandate e di consultare un medico per un uso prolungato del farmaco.

Uso responsabile del paracetamolo, linee guida e precauzioni

Le principali autorità sanitarie, inclusa l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), consigliano di utilizzare il paracetamolo alla dose minima efficace per il minor tempo possibile. Questo principio guida è particolarmente importante per i pazienti con fattori di rischio preesistenti, come problemi renali, malattie cardiovascolari o disturbi gastrointestinali.

La correlazione tra il paracetamolo e gli effetti collaterali osservati suggerisce la necessità di ricerche per comprendere meglio i meccanismi sottostanti. La ricerca sull’uso sicuro del paracetamolo è decisivo in un contesto globale in cui i farmaci da banco sono ampiamente accessibili.

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