Il dispositivo non sarà uno smartphone né un wearable classico, ma un oggetto ibrido, indossabile o portatile, dotato di intelligenza artificiale nativa.
Quando due menti come Sam Altman, ceo di OpenAI, e Jony Ive, l'architetto della rivoluzione Apple, uniscono le forze, il risultato non può che essere dirompente. Questo nuovo dispositivo, ancora privo di un nome ufficiale nasce da una riflessione sul presente della tecnologia e sul futuro dell'interazione uomo-macchina. L'intento è superare i limiti degli smartphone e liberare gli utenti da uno schermo onnipresente e da un'interazione che negli anni si è fatta sempre più compulsiva. Ive non nasconde la responsabilità di aver contribuito alla diffusione di tecnologie che oggi generano dipendenza, distrazione e disconnessione sociale.
La spinta a creare un oggetto più umano, empatico e intelligente nasce proprio da qui: il bisogno di riscattare la tecnologia dalla sua deriva alienante e di restituirle una dimensione etica. In questo processo di redenzione tecnologica entra in gioco anche Laurene Powell Jobs, vedova di Steve Jobs, che ha sostenuto il progetto. La sua presenza rappresenta il legame tra passato e futuro dell'innovazione. Vediamo nei dettagli:
Questo nuovo companion AI sarà costruito per rimanere invisibile finché non serve, per ascoltare senza invadere, per supportare senza distrarre. In un'epoca dominata da feed infiniti e notifiche invasive, la promessa di un'interazione più sobria e consapevole suona come una rivoluzione. Alcuni lo paragonano già a un iPod dotato di coscienza artificiale, capace di diventare un'assistente, un consigliere, persino un interprete delle emozioni. Il design, affidato alla sensibilità minimalista di Ive e del suo studio LoveFrom, sarà raffinato, fluido, discreto ma identitario.
A livello tecnico, è plausibile immaginare una connessione diretta ai modelli GPT di OpenAI in grado di garantire risposte conversazionali fluide, personalizzate e contestualizzate. Il dispositivo può supportare funzionalità offline limitate, aggiornamenti tramite cloud e un'integrazione con app, calendario, posta e servizi vocali. Un cambiamento che non è solo estetico o funzionale: meno schermo, più presenza nella realtà.
Secondo le indiscrezioni riportate dal Wall Street Journal e dal Financial Times, il lancio commerciale globale è atteso non prima della fine del 2026, ma alcuni prototipi sono già in fase di test da parte di utenti selezionati in ambienti controllati. Si punta a produrre fino a 100 milioni di unità, segnale di un investimento a lungo termine e di una visione industriale ampia. Anche se non esistono date certe per l'arrivo in Europa e in Italia, fonti interne confermano che la distribuzione internazionale sarà una priorità, con l'Europa tra i primi mercati, compresa quindi l'Italia.
Per quanto riguarda il prezzo, nulla è stato ancora ufficializzato. Ma considerando le caratteristiche annunciate, il target di riferimento e la filosofia che guida il progetto, è verosimile attendersi un costo in linea con i top di gamma del mercato wearable, oscillante tra i 500 e i 900 euro.