Obbligazioni aziendali o BTP? Su cosa conviene investire con esempi concreti a confronto, analizzando rischi, rendimenti e scenari economici aggiornati
Il 2025 si prospetta come un periodo strategico per chi intende investire nei mercati obbligazionari. Tra il rifinanziamento di titoli in scadenza e nuove emissioni, il Tesoro italiano dovrà effettuare collocamenti per un importo stimato tra 340 e 360 miliardi di euro. In questo scenario di grande dinamismo del mercato del reddito fisso, molti investitori si trovano davanti a una scelta importante: puntare sulle obbligazioni aziendali o sui Buoni del Tesoro Poliennali?
Le obbligazioni aziendali, note anche come corporate bond, rappresentano uno strumento finanziario essenziale per ottimizzare il rendimento nei portafogli dedicati a reddito fisso. Nel 2025, questi strumenti potrebbero generare un rendimento complessivo (comprensivo di cedola e capitale) variabile tra il 5% e il 7%, con scadenze medie di 4-5 anni e un investimento minimo accessibile di mille euro.
La funzione principale dei corporate bond è offrire rendimenti superiori rispetto ai titoli governativi di pari durata. Tipicamente, questi titoli garantiscono un premio che oscilla tra 50 centesimi e un punto percentuale rispetto ai BTP con durata analoga, estendendosi fino al 2-3% per scadenze più lunghe, come compensazione per il maggiore rischio emittente.
Un elemento che ha storicamente limitato l'accesso a questi strumenti per i piccoli risparmiatori è stato il taglio minimo elevato, spesso pari a 100.000 euro o più. Tuttavia, nei primi mesi del 2025, si è registrato un significativo aumento delle emissioni di obbligazioni societarie indirizzate al pubblico retail, con tagli minimi a partire da mille euro.
Diverse società hanno lanciato bond con tagli accessibili ai piccoli investitori. Emittenti come Alerion, Maire Tecnimont, Carraro e Rci Banque (la finanziaria di Renault) hanno proposto obbligazioni con taglio minimo di mille euro. Queste si aggiungono alle emissioni analoghe di Eni (2.000 euro), Mediobanca e Volkswagen, avvenute verso la fine del 2024.
Le obbligazioni recentemente emesse presentano profili di rischio diversificati. Alcuni titoli, come quelli di Eni, Mediobanca e Volkswagen, sono caratterizzati da un rating Investment Grade, sinonimo di elevata sicurezza. Altri, come quelli di Alerion, Maire Tecnimont e Carraro, pur non avendo un rating ufficiale, provengono da società con solida struttura patrimoniale.
I rendimenti offerti sono particolarmente interessanti nel contesto attuale: si va dal 7,75% di Carraro Finance al 6,7% di Alerion, fino al 3,95% di Mediobanca, con durate massime di 4-5 anni. Tuttavia, è importante considerare l'impatto della tassazione, che per le obbligazioni societarie è del 26%, significativamente più alta rispetto al 12,5% applicata ai titoli di Stato.
Oltre ai rendimenti cedolari, le obbligazioni aziendali offrono la possibilità di realizzare un guadagno in conto capitale, stimato tra 1-2 punti percentuali per emissioni di media durata, specialmente in un contesto di riduzione dei tassi di interesse come quello previsto per il 2025.
Un altro vantaggio significativo dei corporate bond è la loro flessibilità nella gestione del portafoglio. Richiedendo un investimento relativamente accessibile, consentono una diversificazione efficace anche con capitali limitati. La questione chiave, per un investitore, è determinare quante obbligazioni aziendali includere nel proprio portafoglio, considerando che, pur non garantendo guadagni straordinari, offrono un impulso significativo al rendimento complessivo.
I Buoni del Tesoro Poliennali (BTP) stanno vivendo una fase di rinnovata attrattività per gli investitori nel 2025. I tassi di rendimento, significativamente più elevati rispetto agli anni passati, li rendono un'opzione di investimento particolarmente interessante. Un vantaggio aggiuntivo è che i BTP non vengono conteggiati nell'ISEE, rappresentando quindi una facilitazione economica per i redditi più bassi.
Un elemento positivo per il mercato dei BTP è la significativa riduzione dello spread rispetto ai titoli tedeschi, diminuito di circa un quarto negli ultimi mesi. Questa contrazione, accompagnata da una generale diminuzione dei tassi di mercato, ha rafforzato l'appetibilità dei titoli italiani agli occhi degli investitori internazionali.
Il Tesoro italiano ha sviluppato negli anni una gamma diversificata di strumenti finanziari per soddisfare esigenze diverse:
Nel 2024, il Tesoro ha registrato un notevole successo con due emissioni di BTP a cedola crescente, raccogliendo complessivamente circa 35 miliardi di euro. L'obiettivo per il 2025 è continuare su questa strada, valutando la possibilità di effettuare ulteriori emissioni. Un dato significativo è l'aumento della quota del debito pubblico italiano detenuta dalle famiglie, cresciuta dal 5% al 10%, con l'ambizioso obiettivo di riportarla al 20%, come già avvenuto in passato.
Due BTP Italia per un totale di 12 miliardi di euro giungeranno a scadenza nel 2025. In considerazione di questi volumi, il Tesoro sta valutando la possibilità di emettere nuovi BTP Italia durante l'anno, mantenendo massima flessibilità nella scelta della scadenza più opportuna.
Per un investitore, la scelta tra obbligazioni aziendali e BTP nel 2025 dipende da diversi fattori, tra cui il profilo di rischio, l'orizzonte temporale e gli obiettivi di rendimento. Confrontiamo ora alcuni esempi concreti per evidenziare le differenze tra questi due strumenti.
Considerando un orizzonte temporale di 5 anni, un investitore nel 2025 potrebbe valutare queste opzioni:
Per chi cerca rendimenti maggiori, accettando un rischio più elevato:
Oltre al rendimento, è fondamentale considerare il profilo di rischio e la liquidità dei diversi strumenti.
Il rischio associato ai BTP è principalmente legato alla solidità dell'economia italiana e alla gestione del debito pubblico. Nonostante l'elevato debito, l'Italia mantiene un rating investment grade (BBB secondo Standard & Poor's e Fitch, Baa3 secondo Moody's), indicativo di un rischio moderato.
Le obbligazioni aziendali, invece, espongono l'investitore al rischio specifico dell'emittente. Questo rischio varia notevolmente: una società come Eni, controllata dallo Stato e con un solido modello di business, presenta un profilo di rischio inferiore rispetto a società più piccole o operanti in settori volatili.
I BTP sono tra gli strumenti finanziari più liquidi sul mercato italiano, con volumi di scambio quotidiani elevati che garantiscono la possibilità di vendere in qualsiasi momento senza significativi impatti sul prezzo.
Le obbligazioni corporate, specialmente quelle di emittenti minori, possono presentare una liquidità più limitata. Questo significa che, in caso di necessità di disinvestimento rapido, l'investitore potrebbe dover accettare uno sconto sul prezzo o affrontare difficoltà nel trovare acquirenti.
Per comprendere meglio le implicazioni pratiche della scelta tra obbligazioni aziendali e BTP, analizziamo alcuni esempi concreti basati sulle condizioni di mercato attuali.
Un investitore con profilo conservativo e necessità di liquidità nel medio termine potrebbe considerare:
Per un investitore con tolleranza al rischio moderata e orizzonte temporale più lungo: