Come sta andando le principali aziende italiane, almeno quelle quotate in Borsa, in base ai dai e risultati oggettivi riportati dalle ultime trimestrali 2025 pubblicate ora a Novembre? Quali realtà stanno vivendo singole crescite o crisi e che relazioni hanno con il settore di appartenenza? E in generale, si possono fare delle analisi anche sullo stato reale dell'economia italiana?
Le principali aziende italiane che hanno presentato le trimestrali a novembre 2025
A novembre 2025, numerose società di primo piano a Piazza Affari hanno diffuso i propri risultati trimestrali, formando una mappa esaustiva dello stato attuale dei mercati e dell’industria italiana. Molte di queste aziende fanno parte dell’indice FTSE MIB e rappresentano settori chiave quali banche, energia, infrastrutture, manufatturiero e servizi.
- Poste Italiane: Ha approvato il resoconto intermedio di gestione al 30 settembre e presentato i risultati consolidati relativi ai primi nove mesi del 2025. Questa realtà, che svolge un ruolo strategico nei servizi finanziari e di logistica, offre spunti sulla solidità dei flussi postali e sui trend della digitalizzazione.
- Banche (Banca Ifis, Banca Mediolanum, Banca Monte dei Paschi, Banco BPM, Credem, Banco di Desio e Banca Profilo): Le maggiori banche italiane hanno illustrato le loro performance per il terzo trimestre, evidenziando la reazione ai cambiamenti nei tassi, la qualità del credito e la solidità del capitale.
- Industriali e Manifatturiero (Iveco, Brembo, Cementir, Pirelli, Zignago Vetro): Queste aziende rappresentano eccellenze nel settore industriale, da quello automobilistico ai materiali da costruzione, con trimestrali in grado di spiegare l’andamento delle esportazioni e della domanda interna.
- Energia e Utilities (Snam, A2A, Eni): Le società energetiche, con risultati trimestrali consultati durante il mese, riflettono la situazione dell’approvvigionamento energetico e le strategie per la transizione ecologica.
- TLC e Media (Telecom Italia, INWIT): Queste realtà sono cruciali per monitorare investimenti infrastrutturali, digitalizzazione e ricavi legati ai servizi mobili e alle reti di nuova generazione.
- Assicurazioni/Finanza (Unipol, Azimut, Fineco): Queste società hanno evidenziato i risultati in termini di asset under management, flussi di raccolta e capacità di generazione di utili in scenari di mercato complessi.
Gli appuntamenti con i CdA di queste società hanno fornito dati strutturali su margini, utili, dividendi e confermato la centralità di molte realtà italiane nello scenario europeo. Oltre ai big dell’industria e della finanza, hanno presentato dati anche gruppi specializzati come Intercos (cosmetica), D’Amico (shipping) e Revo Insurance (servizi assicurativi evoluti).
Sintesi dei risultati: performance positive e negative delle aziende quotate italiane
L’analisi dei risultati trimestrali presentati a novembre 2025 delinea un quadro composito per le aziende italiane quotate. Diverse società hanno mostrato segnali di resilienza, mentre alcune hanno risentito dell’instabilità dei mercati internazionali e del rallentamento di alcune filiere industriali.
- Risultati positivi: Numerosi istituti bancari come Fineco e Banca Mediolanum hanno beneficiato di una gestione efficiente del margine di interesse e della capacità di attrarre nuovi clienti, in particolare attraverso canali digitali. Sul fronte dell’industria manifatturiera, Brembo ha incrementato i propri ricavi grazie all’andamento delle esportazioni e all’innovazione tecnologica. Le utility come Snam e A2A hanno mantenuto stabili i risultati grazie a investimenti mirati in sostenibilità e reti.
- Risultati negativi: Alcuni comparti, tra cui tech e telecomunicazioni, hanno subito pressioni sui margini. Telecom Italia ha riscontrato difficoltà nella crescita dei ricavi e nella riduzione dell’indebitamento. Anche realtà come Nexi e Diasorin sono risultate in sofferenza in Borsa per via di ricavi sotto le aspettative o pressioni competitive.
Le performance delle società industriali, come Iveco e Pirelli, sono state impattate dall’oscillazione dei prezzi delle materie prime e dalle incertezze nella supply chain internazionale, pur mostrando segnali di adattamento verso modelli più flessibili e digitali.
| Società |
Punti di forza |
Criticità |
| Fineco |
Redditività in crescita, acquisizione nuovi clienti |
Volatilità mercati |
| Telecom Italia |
Recupero efficienza operativa |
Alto debito, pressione concorrenziale |
| Snam |
Stabilità, focus su transizione green |
Rincaro costi energetici |
| Brembo |
Export, investimenti in innovazione |
Variabilità domanda internazionale |
Complessivamente, le trimestrali delineano uno scenario a luci e ombre, ma con elementi di solidità nei settori ad alta tecnologia e nei servizi finanziari innovativi.
Dividendi, payout e politiche di remunerazione: cosa emerge dalle trimestrali 2025
L’esame delle politiche di remunerazione adottate dalle principali aziende quotate italiane rivela una tendenza verso una distribuzione più solida e prevedibile dei profitti, con una crescente attenzione sia agli acconti sui dividendi sia a strategie combinate di dividendo e buyback.
- Incremento dei payout ratio: Eni, ad esempio, ha incrementato la percentuale di payout legando la remunerazione degli azionisti al cash flow operativo, stabilendo una fascia tra il 35% e il 40%, con possibilità di ulteriore incremento in caso di performance e dismissioni positive. Il dividendo annuale, ripartito in più tranche, è stato aumentato rispetto all’esercizio precedente.
- Payment calendar più regolari: Diverse aziende, tra cui Poste Italiane, hanno fissato date precise per il pagamento delle cedole e degli acconti, garantendo maggiore trasparenza agli investitori.
- Buyback: Oltre ai dividendi, molte imprese adottano programmi di riacquisto di azioni come strumento flessibile per ottimizzare la remunerazione dei soci e reagire rapidamente a scenari di mercato mutevoli.
- Adattamento in base ai risultati: I dati mostrano che il calo di redditività in determinati settori ha spinto alcune società a mantenere una politica prudente sugli aumenti dei dividendi, preferendo la conservazione della liquidità in contesti di maggiore volatilità.
Cosa dicono i risultati sulle prospettive per l’economia italiana nel 2025
L’analisi dei bilanci trimestrali appena diffusi suggerisce prospettive contrastanti per l’economia italiana nel 2025. Il comparto bancario evidenzia stabilità patrimoniale e capacità di adattamento a una fase di tassi d’interesse elevati, elemento che sostiene il credito a famiglie e imprese. Tuttavia, le sofferenze in alcune società tecnologiche e nei servizi di telecomunicazione lasciano intravedere la necessità di continui investimenti e innovazione per consolidare la crescita futura.
- I dati industriali mostrano una ripresa a due velocità: settori come automotive e componentistica migliorano la propria efficienza, mentre permangono le sfide legate all’approvvigionamento di materie prime e al costo dell’energia.
- Le aziende dell’energia e utilities si confermano pilastri dell’economia nazionale, grazie alla capacità di generare dividendi sostenibili e promuovere la transizione verso modelli green.
- Le guidance fornite dai vertici indicano cautela sui macrotrend globali, ma segnalano la presenza di opportunità per chi saprà investire in sostenibilità, digitalizzazione e sviluppo delle infrastrutture.
Il 2025 dovrebbe rappresentare un anno di consolidamento, con possibilità di crescita per le imprese più innovative. I segnali raccolti dalle trimestrali rafforzano la fiducia su una stabilità del tessuto imprenditoriale italiano, pur in presenza di rischi sistemici da monitorare a livello globale e nazionale.
Leggi anche