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Su quali azioni ed Etf stanno investendo i risparmiatori italiani e il confronto con quelli europei

di Marcello Tansini pubblicato il
Risparmiatori italiani e confronto

Il panorama degli investimenti dei risparmiatori italiani in continua evoluzione, tra azioni, ETF, modelli di risparmio e strategie a confronto con il resto d'Europa, tra rischi, tecnologie e nuovi asset.

Le decisioni degli investitori italiani si collocano oggi in un contesto segnato dall'aumento dei tassi d'interesse, dall'instabilità geopolitica e da una crescente attenzione alla gestione del rischio. In parallelo, l'Europa conferma una vasta varietà di comportamenti finanziari, dove la propensione all'investimento trova espressioni differenti da Paese a Paese.

La rilevanza degli Exchange Traded Fund (ETF) e delle azioni emerge così come un progressivo spostamento dalle forme di risparmio tradizionale verso soluzioni più sofisticate e mirate.

L'evoluzione della propensione al risparmio: tendenze e comportamenti degli italiani

La tendenza storica al risparmio in Italia rimane una costante, anche se profondamente rivisitata alla luce degli ultimi sviluppi economici. Secondo le più recenti indagini, circa l'84,5% degli italiani possiede risorse accantonate o la capacità di risparmiare. Questo dato dimostra una resilienza significativa delle famiglie italiane, che, nonostante le difficoltà economiche e l'incertezza diffusa, continuano a ritenere il risparmio uno strumento centrale per la sicurezza finanziaria e la progettazione del futuro. La situazione è la seguente:

  • Aumenta la quota di famiglie che risparmiano in modo intenzionale, pianificando l'impiego delle risorse per obiettivi definiti (casa, previdenza, educazione dei figli).
  • La prudenza rimane un valore radicato, ma si affianca ora a una crescente apertura verso strumenti di investimento a medio-lungo termine.
  • Il concetto di liquidità ha subito una revisione: mentre in passato rappresentava una «zona di comfort», oggi viene visto come elemento meno redditizio a causa dell'erosione inflazionistica.
  • Circa il 47% degli italiani assegna al fattore sicurezza la priorità nelle proprie scelte finanziarie, mentre la diversificazione emerge come strumento percepito di tutela e crescita.
Nonostante la crescente sofisticazione degli strumenti disponibili, rimane forte il legame emotivo con la casa di proprietà e con le obbligazioni, BTP in particolare. Tuttavia, emerge una graduale maggiore consapevolezza e volontà di ampliare il portafoglio con strumenti più moderni come i fondi comuni, gli ETF e le polizze, sebbene la conoscenza completa di tali strumenti sia ancora parziale presso una parte significativa della popolazione. Il supporto consulenziale e la cultura finanziaria giocano quindi un ruolo chiave nella nuova stagione del risparmio gestito italiano.

ETF e azioni: strumenti e scelte prevalenti dei risparmiatori italiani

L'universo degli strumenti finanziari disponibili per i risparmiatori italiani si è ampliato, evidenziando una crescente attrattiva nei confronti di ETF e azioni quotate. Gli ETF stanno guadagnando terreno grazie alla loro trasparenza, ai costi ridotti e a una gamma sempre più ampia di soluzioni tematiche e settoriali. Dette caratteristiche consentono una diversificazione efficiente anche per chi dispone di patrimoni limitati.

L'interesse per gli ETF si è rafforzato in modo particolare negli ultimi anni, con flussi netti record diretti verso strumenti sia passivi che a gestione attiva, come indicano i dati State Street e JustETF:

Strumento

Perc. utilizzo

Peculiarità

Obbligazioni

8%

Predilette per sicurezza e cedole regolari

Azioni quotate

4-5%

Scelte per crescita potenziale, ma percepite come rischiose

ETF

Variabile, in forte crescita

Diversificazione, basso costo, accesso a indici globali

Liquidità

~30%

Tradizionale riserva, ma in diminuzione

Ad essere più ricercati sono gli ETF che replicano grandi indici come S&P 500 e MSCI World, proposti da gestori di riferimento quali BlackRock (iShares), Vanguard, Amundi. Tra i vantaggi riconosciuti:

  • Facilità di accesso e operatività tramite broker online o istituti bancari.
  • Elevato livello di trasparenza e dettaglio negli asset sottostanti.
  • Possibilità di scelta tra replica fisica e sintetica per diversi profili di rischio.
  • Accessibilità a segmenti di mercato difficilmente raggiungibili con i tradizionali fondi comuni.
Le azioni mantengono tuttavia un ruolo di rilievo, sia direttamente sia attraverso la detenzione di quote in aziende familiari. Da notare come nella fascia di popolazione più abbiente, la quota di asset azionari sia superiore alla media, favorendo un potenziale di rendimento maggiore ma anche una più elevata volatilità dei portafogli. I risparmiatori italiani sono quindi sempre più orientati a costruire strategie ibride, fra consolidata prudenza e nuove opportunità offerte dai mercati globali.

Tra le azioni, la tecnologia fa da collante in tutta Europa: Tesla, Nvidia e Palantir compaiono sistematicamente ai vertici delle scelte in Italia, Francia, Germania e Regno Unito. Ogni Paese però aggiunge un “timbro” domestico o settoriale: in Italia entra Leonardo, segnale di attenzione al comparto difesa-aerospazio nazionale; in Francia spuntano Eutelsat e LVMH, mix di spazio-telecom e lusso; in Germania l’interesse per la difesa è esplicito con Rheinmetall e Hensoldt; nel Regno Unito svetta Super Micro Computer, letta come scommessa diretta sull’infrastruttura AI e sui server ad alte prestazioni.

Sugli ETF prevale un approccio core molto simile, orientato agli indici ampi statunitensi e globali. Gli investitori italiani e tedeschi convergono su iShares S&P 500, iShares MSCI World e iShares Nasdaq 100, con una spruzzata tematica tech (Xtrackers MSCI World Information Technology); i tedeschi aggiungono anche iShares Core DAX come ancoraggio domestico. Il Regno Unito privilegia Vanguard S&P 500 e MSCI World, affiancando l’Invesco EQQQ Nasdaq 100 per cavalcare la crescita delle big tech e includendo MSCI Emerging Markets per diversificare. Fa eccezione la Francia, dove al primo posto c’è iShares Physical Gold e, subito dietro, un ETF energia (Xtrackers MSCI World Energy): un profilo più difensivo e orientato alle materie prime, pur senza rinunciare al classico S&P 500 e al MSCI World.

Il confronto tra risparmiatori italiani ed europei: differenze e similitudini nelle strategie di investimento

Il contesto europeo offre un mosaico ricco di abitudini finanziarie. Gli investitori italiani mostrano peculiarità che li distinguono rispetto a quelli di altre economie avanzate: minore esposizione diretta ai mercati azionari rispetto a Francia, Germania o Regno Unito, ma crescente interesse verso strumenti come ETF e PIR (Piani Individuali di Risparmio) che permettono di diversificare con efficienza. Emerge che:

  • La quota della liquidità nei portafogli delle famiglie italiane resta superiore alla media europea, a testimonianza di un approccio ancora prudente, anche se in calo rispetto al passato.
  • Si rileva una minore partecipazione diretta al mercato azionario ma una progressiva apertura alle strategie di investimento globali tramite fondi ed ETF.
  • Gli investitori francesi e tedeschi tendono a privilegiare investimenti diretti in azioni e titoli obbligazionari, spesso mediante prodotti di previdenza integrativa già diffusi.
  • In Italia emerge un significativo interesse per la casa come asset reale e per titoli di Stato come i BTP, a differenza di altri Paesi dove le strategie domestiche sono meno pronunciate.
Un punto di convergenza riguarda la consapevolezza in merito alla necessità di pianificare per obiettivi e di diversificare su più mercati e settori. L'evidenza mostra che, pur partendo da livelli di conoscenza finanziaria inferiori alla media europea, la popolazione italiana sta colmando il gap grazie a una maggiore offerta di formazione e all'ingresso di nuove generazioni più digitalizzate e informate.

Le nuove dinamiche tra liquidità, obbligazioni e asset alternativi

L'allocazione delle risorse fra strumenti liquidi, obbligazionari e alternative si è adattata ai cambiamenti economici e normativi recenti. Si è assistito a una riduzione progressiva della quota di liquidità detenuta sui conti correnti, a favore di investimenti che consentano di bilanciare prospettive di rendimento, sicurezza e fiscalità agevolata. La maggior parte delle famiglie privilegia ancora soluzioni considerate sicure, come i titoli di Stato (es. BTP Italia, BTP Valore), ma inizia a considerare anche soluzioni meno tradizionali come obbligazioni corporate e strumenti di risparmio gestito. Ecco quindi:

  • La componente obbligazionaria assume nuovo valore con ritorni medi annui tra il 4% e il 7%, secondo Barron's, inducendo molti investitori a rivedere le proprie strategie di asset allocation.
  • La disponibilità di ETF obbligazionari e prodotti a duration breve consente di accedere al reddito fisso con costi ridotti e una gestione più flessibile.
  • Gli asset alternativi - incluse le aziende familiari e gli strumenti del private equity - stanno progressivamente entrando nella composizione dei portafogli, seppur con cautele dovute a rischi di illiquidità e a orizzonti temporali lunghi.
Questa evoluzione testimonia un crescente pragmatismo finanziario: la liquidità viene mantenuta solo nella misura necessaria per esigenze correnti e imprevisti, mentre il surplus è sempre più frequentemente impiegato in investimenti programmati. Si assiste inoltre a un minor appeal delle soluzioni faidaté e a un aumento della richiesta di prodotti combinati, capaci di mitigare la volatilità dei mercati, grazie anche alla complementarità tra asset a basso rischio e strumenti più orientati alla crescita.

Come costruire un portafoglio bilanciato: modelli, esempi e suggerimenti pratici

La costruzione di un portafoglio efficiente prende avvio dalla definizione dell'orizzonte temporale, della propensione al rischio e degli obiettivi finanziari. Gli studi suggeriscono che la composizione ottimale per ridurre la volatilità e mantenere un rendimento soddisfacente vede la coesistenza di diverse asset class. Uno dei modelli più noti, il cosiddetto 60/40, prevede il 60% del portafoglio in azioni e il 40% in obbligazioni, soluzione che nei decenni ha dimostrato robustezza soprattutto contro i ribassi di mercato:

  • Esempio pratico: un investitore con disponibilità di 100.000 euro può destinare 70.000 euro a obbligazioni ad alto rating (rendimento medio 4,5%) e i restanti 30.000 euro a ETF azionari globali (rendimento stimato 8%). Il rendimento complessivo atteso può superare il 5,5% annuo, con una volatilità contenuta.
  • Per la parte azionaria, preferire ETF replica fisica, soprattutto per indici consolidati come S&P 500 e MSCI World, riduce i rischi legati alla controparte finanziaria.
  • Per i portafogli di importo ridotto, adottare ETF ad accumulazione può massimizzare la crescita tramite effetto dell'interesse composto.
  • Considerare strumenti obbligazionari a breve scadenza in fase di mercato instabile, per recuperare flessibilità e liquidabilità.
La diversificazione tematica - ad esempio tramite ETF settoriali o ESG - può aggiungere valore in un'ottica di medio-lungo termine. Rimane comunque essenziale valutare attentamente costi (spread, commissioni) e caratteristiche di liquidità degli strumenti selezionati.

La percezione del rischio rappresenta il principale ostacolo - ma anche il principale stimolo - nel processo decisionale degli investitori. L'esperienza recente di crisi finanziarie e l'aumentata volatilità dei mercati hanno acuito la sensibilità verso gli aspetti di tutela del capitale. Nel caso delle azioni, il rischio principale è legato alla variabilità dei prezzi e alla possibilità di perdite improvvise e consistenti. Gli ETF, pur offrendo una diversificazione maggiore, espongono comunque l'investitore alla volatilità intrinseca degli asset sottostanti.

La volatilità e il rischio di liquidità sono temi ancora sottovalutati da una parte degli investitori meno esperti.