In questi giorni, la Juventus vive uno dei momenti più turbolenti della sua storia recente, almeno a livello finanziario e di proprietà, con riflettori puntati sul confronto tra la famiglia Elkann, Tether e la persistente aura di Andrea Agnelli. La richiesta di chiarezza sui piani futuri del club si intreccia con interessi economici imponenti, rivalità personali e una passione mai sopita che infiamma la tifoseria. Mentre Tether, colosso delle criptovalute già azionista di minoranza, ha lanciato una proposta d’acquisto senza precedenti, il diniego secco da parte di Exor – la holding degli Agnelli-Elkann – ha acceso i dibattiti sulle motivazioni profonde di questa scelta e sull’irrisolta eredità di Andrea Agnelli. In questa nuova fase di incertezza, ogni scenario appare possibile e alimenta speranze e timori nella comunità juventina.
L'offerta di Tether e la risposta di Exor: dettagli, numeri e retroscena
L’annuncio pubblico da parte di Tether di voler acquisire la quota di controllo della Juventus ha agitato le acque societarie e mediatiche. L’amministratore delegato di Tether, Paolo Ardoino, ha illustrato la volontà del gruppo di investire cifre consistenti nel club bianconero, a partire dall’acquisto della quota Exor (65,4% delle azioni), già a una valutazione superiore al mercato: 2,66 euro per azione contro i 2,19 euro della quotazione ufficiale registrata alla vigilia dell’offerta. L’offerta, interamente in cash, prevedeva per Exor un premio del 20,7% rispetto al prezzo di Borsa (circa 200 milioni di euro in più sul valore corrente), per un valore complessivo dell’equity pari a 1,1 miliardi di euro.
- Tether già detiene una partecipazione dell’11,5% (rappresentata in Cda da Francesco Garino), ma l’obiettivo è acquisire la totalità della società attraverso una strategica operazione di controllo.
- L’offerta, inviata tramite posta certificata, includeva anche l’impegno a investire ulteriormente un miliardo di euro per rafforzare la squadra e sostenere lo sviluppo aziendale.
- Questa proposta esigeva una risposta entro un termine stringente: scadenza automatica se Exor non avesse accettato entro il 22 dicembre 2025.
La replica di Exor e di John Elkann non si è fatta attendere: sia tramite comunicato ufficiale che con un video-messaggio, Elkann ha ribadito la
ferma intenzione a mantenere la Juventus nel perimetro familiare, evidenziando una relazione che va oltre la finanza: “La nostra storia, i nostri valori, non sono in vendita”. Il board ha manifestato
pieno sostegno al management attuale, impegnato in strategie di rilancio economico e sportivo, negando qualunque trattativa per la cessione.
E' da sottolineare, comunque, come il valore di acquisto proposto da Tether in questa prima offerta è molto inferiore ad almeno i 2 miliardi per i quali il club viene valutato da molti analisti finanziari.
Non solo, c'è da ricordare, che Elkann insieme alla Exor, sta continuando a vendere alcune delle proprie imprese storiche come Iveco e Comau, e probabilmente tra poche settimane La Stampa e Repubblica, concentrandosi su settori come l'immobiliare, medico e altri ancora pi innovativi.
Quindi, la vendita della Juventus, non può apparire così da escludere, soprattutto se arrivasse una offerta irrinunciabile.
Andrea Agnelli: eredità, ciclo vincente e la crisi post-presidenza
L’era di Andrea Agnelli ha segnato l’ultimo grande ciclo vincente in casa Juventus, fondando il suo operato su modernizzazione della gestione e presenza carismatica. Dal 2010 al 2023, la presidenza di Agnelli ha regalato ben 18 trofei, tra cui nove scudetti consecutivi, in uno dei periodi più felici dal punto di vista sportivo. A capo di una dirigenza innovativa, Agnelli ha contribuito alla nascita del nuovo stadio e a un riposizionamento competitivo a livello internazionale, affermando la Juventus come modello manageriale.
Il periodo dopo la sua uscita – seguita a una complessa vicenda giudiziaria legata al caso Prisma e alla gestione delle plusvalenze – ha però svelato la fragilità dell’equilibrio costruito negli anni precedenti. La squadra e l’ambiente societario hanno attraversato un’interminabile fase di incertezza, tra cambi di dirigenza, scelte tecniche costose rivelatesi poco efficaci e una strategia industriale meno ambiziosa rispetto al passato.
- L’uscita di scena di figure chiave come Marotta ha aggravato le problematiche interne, segnando la fine di una stagione irripetibile fatta di leadership e innovazione.
- L’inibizione sportiva inflitta ad Agnelli, terminata da poco dopo oltre due anni, ha alimentato le speranze di un ritorno, seppur in forme diverse da quelle apicali, data la persistenza di nodi normativi e giudiziari.
- La tifoseria continua a identificare Andrea Agnelli come l’unica figura in grado di incarnare passione e ambizione: la crisi successiva al suo addio è stata vissuta come una perdita irreparabile, sia dal punto di vista emozionale sia gestionale.
Sebbene la sua possibilità di tornare a ricoprire incarichi ufficiali sia ostacolata da questioni reputazionali, mentre quelli legali sono ormai archiaviate, la crescente pressione sociale e le strategie di potenziali investitori rendono il suo nome tuttora centrale nella narrazione del futuro bianconero.
Il futuro della Juventus: scenari possibili tra Elkann, Tether e un potenziale ritorno di Agnelli
I prossimi sviluppi della vicenda si giocano tra rigidità e aperture, visioni tradizionali e nuove prospettive offerte da soggetti emergenti.
- Scenario della continuità familiare: Exor ha dichiarato a più riprese la volontà di non cedere il controllo, valorizzando la Juventus come asset emblematico e impegnandosi, in teoria, a sostenerne il rilancio con risorse interne e strategie di lungo periodo. Resta tuttavia da verificare se le mosse di Elkann sapranno convincere la piazza e portare investimenti freschi, aprendo eventualmente la porta a partnership piuttosto che a cessioni totali.
- Ipotesi di ingresso di Tether: Nonostante la bocciatura, la società delle criptovalute non esclude ulteriori tentativi, magari incrementando il valore offerto o esplorando forme di coinvolgimento meno “invasivo”, come l’ingresso nel capitale con quote maggioritarie senza privare la famiglia del controllo diretto. L’intento dichiarato di investire un miliardo nel club evidenzia una strategia aggressiva, ma legata alla necessità di ottenere fiducia e legittimità agli occhi della tifoseria e degli stakeholder sportivi.
- Ritorno di Andrea Agnelli: Lo scarso entusiasmo per la gestione attuale, unito al “vuoto” lasciato dall’ex presidente, mantiene aperta la porta a forme di rientro – magari informali o consultive – almeno finché la Juventus resterà società quotata. Voci di possibili alleanze con nuovi investitori (inclusi soggetti arabi) e la centralità di figure storiche come Chiellini rendono l’ipotesi di una collaborazione dietro le quinte sempre plausibile, pur restando condizionata dalle complessità legali.
Non si esclude infine che ulteriori offerte, provenienti anche da fondi esteri – in particolare sauditi – possano rilanciare la partita su valori ancora più elevati e costringere Exor a riconsiderare la propria posizione nel medio periodo. La gestione di questa fase, nella percezione comune, sarà decisiva per il posizionamento della Juventus tra i grandi club europei nel prossimo decennio.