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Perché il blocco chiamate pubblicitarie sui cellulari dal 19 novembre sarà molto difficile che funzioni

di Marcello Tansini pubblicato il
Perché il blocco chiamate pubblicitarie

Dal 19 novembre entra in vigore un nuovo blocco contro le chiamate pubblicitarie sui cellulari, ma la lotta ai call center e ai truffatori si annuncia complessa. Spoofing, limiti dei filtri e aggiramenti.

Dal telemarketing aggressivo alle strategie fraudolente adottate dai call center irregolari, il flusso continuo di chiamate non richieste ha determinato una crescente richiesta d'intervento da parte delle istituzioni. L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha quindi avviato una serie di iniziative regolatorie, ponendo al centro delle proprie attività la tutela degli utenti dalle chiamate commerciali non autorizzate. Il prossimo 19 novembre segnerà un nuovo capitolo con l'introduzione di sofisticati sistemi di filtraggio dedicati ai numeri mobili.

Questa svolta evidenzia le dimensioni della sfida posta dalla protezione dei cellulari, anche in risposta alle capacità evolute delle tecnologie usate dai call center molesti e dai truffatori. Per contrastare tutte le varianti del fenomeno, serve non solo un'elevata competenza tecnica, ma anche sistemi aggiornati e in grado di collaborare rapidamente tra operatori nazionali ed esteri. La battaglia contro lo spam telefonico si sposta quindi sempre più sul terreno dell'innovazione e della complessità tecnologica.

Lo spoofing telefonico: come i truffatori aggirano i blocchi e si intrufolano nei cellulari

Uno dei principali nodi della questione riguarda la tecnica dello spoofing telefonico, che consente ai malintenzionati di camuffare il reale numero di provenienza della chiamata. Utilizzando software sofisticati, i soggetti dediti a pratiche illegali sono in grado di presentarsi agli utenti come contatti apparentemente riconoscibili, dai numeri italiani, fino a quelli di istituti bancari o pubbliche amministrazioni. La realtà, però, è ben diversa: spesso la comunicazione origina da call center internazionali o da reti informatiche in grado di generare migliaia di chiamate al minuto.

Questo fenomeno rende difficile affidarsi ai classici sistemi antispam installati sugli smartphone, poiché i numeri mascherati cambiano costantemente e spesso appartengono perfino a ignari cittadini. Tra le finalità dello spoofing si distinguono la raccolta di dati sensibili, come informazioni bancarie o credenziali personali, e la tentata frode tramite contratti non richiesti o offerte ingannevoli. Queste operazioni non solo violano la privacy, ma mettono anche in serio rischio la sicurezza finanziaria delle vittime.

Secondo indagini recenti, quasi 3,9 milioni di italiani hanno subito almeno un tentativo di truffa telefonica nel solo 2024, con danni economici ingenti che raramente vengono denunciati per paura o senso di vergogna. Tra le principali strategie impiegate dagli autori di spoofing si annoverano:

  • Chiamate da numeri che simulano prefissi locali o cellulari italiani;
  • Uso di software che compongono automaticamente numeri reali e fittizi;
  • Comunicazioni in cui il truffatore si finge operatore di istituti autorevoli;
  • Attacchi condotti a ondate, con frequenti cambi di numerazione utilizzata.
L'impatto sociale e individuale risulta così amplificato dall'impossibilità immediata di riconoscere il mittente reale, rendendo urgente l'aggiornamento delle difese tecnologiche e normative.

I nuovi filtri AGCOM: perché bloccare i numeri mobili è particolarmente difficile

L'innovazione introdotta dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni prevede l'impiego di filtri di rete che, a partire dal 19 novembre, dovranno essere applicati anche alle chiamate in arrivo da numeri mobili italiani. A oggi, bloccare i numeri fissi appariva più semplice, poiché è impossibile che una telefonata con prefisso geografico italiano origini dall'estero, mentre la situazione cambia quando si parla di numerazione mobile.

Il principale ostacolo risiede nella necessità di distinguere tra una chiamata genuina da un utente in roaming all'estero e una comunicazione fraudolenta generata tramite spoofing. Se un numero mobile italiano chiama dall'estero, potrebbe legittimamente appartenere a un cittadino temporaneamente fuori dal Paese. Per tutelare sia la sicurezza sia il diritto alla reperibilità degli utenti, gli operatori telefonici sono obbligati a implementare controlli in tempo reale su ogni chiamata sospetta.

Le principali sfide tecnologiche includono:

  • Verifica istantanea dello stato del numero: l'operatore deve accertare se la SIM è attiva e se risulta effettivamente in roaming internazionale;
  • Aggiornamento costante delle informazioni su portabilità e cambio operatore, che rendono ogni chiamata potenzialmente diversa dalla precedente;
  • Interazioni tra operatori di diversi Paesi, che devono scambiarsi dati sulle chiamate in pochi millisecondi per evitare rallentamenti nella consegna al destinatario;
  • Sistemi di autenticazione e registrazione peculiari delle reti mobili, più intricati rispetto a quelli della rete fissa.
Per adeguarsi a queste nuove procedure di controllo, gli operatori stanno affrontando investimenti tecnologici significativi per aggiornare le infrastrutture di rete e potenziare le collaborazioni con partner internazionali. L'esperienza maturata da AGCOM in occasione della prima fase di blocco per i numeri fissi è stata adattata alle complessità della telefonia mobile, tuttavia il contrasto alle chiamate markerate si conferma una sfida di lunga durata che richiede sviluppo continuo e aggiornamenti costanti.

Le due fasi del blocco: numeri fissi vs. mobili e le complessità tecniche del controllo

Il piano nazionale anti-spam telefonico prevede un percorso in due tappe, ciascuna caratterizzata da specifiche problematiche tecniche e operative. La prima fase, attiva dal 19 agosto, si è concentrata sulle chiamate apparentemente generate da numeri fissi italiani ma effettivamente originate all'estero:

  • Numeri fissi: La verifica si fonda principalmente sull'impossibilità fisica che un prefisso locale, come lo 06 di Roma, sia utilizzato fuori dal territorio nazionale. Questo rende il filtraggio e il blocco relativamente diretto, con l'operatore incaricato di controllare la congruenza geografica del traffico.
  • Numeri mobili: Nella seconda fase, prevista dal 19 novembre, entrano in gioco meccanismi complessi di verifica incrociata tra sistemi nazionali e internazionali. Un numero di cellulare può essere realmente utilizzato all'estero in regime di roaming, oppure potrebbe essere oggetto di spoofing. La distinzione richiede un confronto tra database di SIM attive, dati di portabilità e flussi internazionali di chiamate, il tutto gestito in tempo reale.
Le imprese di telecomunicazione devono interrogarsi reciprocamente per confermare la legittimità delle chiamate mobili, senza generare disservizi per i viaggiatori o ritardi nella ricezione delle comunicazioni. Ogni chiamata richiede verifiche immediate, in un contesto tecnologico già sottoposto a notevoli pressioni. L'implementazione dei sistemi di monitoraggio e blocco è un'ulteriore sfida all'affidabilità complessiva della rete.

Limiti e possibili aggiramenti: perché la soluzione non può essere considerata definitiva

L'introduzione dei nuovi filtri di rete non può essere vista come la soluzione definitiva al problema delle chiamate moleste. Esistono infatti diversi margini di manovra per coloro che intendono aggirare i controlli o sfruttare lacune normative e tecnologiche. La regolamentazione attuale interviene contro le telefonate internazionali in ingresso, lasciando però quasi intatto il rischio di frodi perpetrate da call center collocati sul territorio italiano:

  • Evoluzione delle tecniche di spoofing: I software impiegati dai malintenzionati vengono costantemente adattati e sono capaci di individuare e sfruttare nuove vulnerabilità nei sistemi di autenticazione.
  • Limiti formali dei controlli: Il filtro può essere superato da operatori non pienamente collaborativi, o da chiamate che appaiono formalmente legittime se i dati non sono aggiornati in tempo reale.
  • Contratti telefonici non richiesti: Secondo le associazioni dei consumatori, una parte rilevante delle attivazioni fraudolente avviene comunque senza spoofing, tramite comunicazioni che sfruttano la rapidità e l'inadeguatezza della regolamentazione per i contratti a distanza.
Nonostante i passi avanti, resta ampia la fetta di chiamate indesiderate che si origina da numerazioni reali, magari già segnalate in passato ma ancora attive per nuove campagne aggressive. Il presidente dell'Unione Nazionale Consumatori sottolinea come il blocco automatico sia solo “un piccolo passettino” e che una regolamentazione più stringente sulla vendita telefonica, soprattutto per settori sensibili come luce e gas, rappresenti un'integrazione imprescindibile.

Impatto sulle vittime e i canali preferiti dai truffatori

I dati mostrano l'estensione degli effetti negativi delle chiamate fraudolente sia sul piano economico che su quello psicologico. Molte vittime dei tentativi di phishing e truffe telefoniche non sporgono denuncia, talvolta per imbarazzo, talvolta per diffidenza nei confronti dell'efficacia delle istituzioni. Il danno annuale rilevato per il 2024 si avvicina a quota 628 milioni di euro, con una media per utente di 124 euro sulla telefonia mobile.

Le modalità predilette dai truffatori variano in base al canale:

  • Chiamate da finti call center (oltre il 47% dei casi su mobile);
  • Email malevole e SMS fraudolenti;
  • Messaggi istantanei tramite app come WhatsApp o Telegram;
  • Trucchi basati su chiamate perse con invito a richiamare numerazioni a tariffazione speciale.
Oltre al danno economico diretto, si riscontra anche una crescente diffidenza verso ogni comunicazione non attesa, con impatti sulla fiducia nei confronti dei fornitori di servizi, della sicurezza digitale e dei canali ufficiali di contatto.


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